Foi preso neste domingo (20) um suspeito de ter colocado um fuzil na estátua em bronze do cantor Michael Jackson (1958-2009) instalada no Morro Dona Marta, em Botafogo, zona sul do Rio. Ele seria traficante e atende pelo apelido de Mateuzinho, segundo a Polícia Militar. Mateuzinho foi encontrado por PMs da Unidade de Polícia Pacificadora (UPP) da favela, à tarde. Ele tem uma condenação por tentativa de homicídio de um PM da UPP, ocorrida em dezembro do ano passado, é foragido da Justiça e foi reconhecido durante patrulhamento no morro, conforme informou a PM. A polícia não soube dizer quando a arma foi pendurada no pescoço da escultura. A foto foi tirada por um criminoso e viralizou no último dia 14. A estátua foi inaugurada em 2010, um ano após a morte do cantor. Está fixada no alto do morro, na laje onde Michael gravou parte do clipe "They don't care about us", em 1996. É um ponto turístico do morro, procurado por visitantes, brasileiros e estrangeiros, depois que recebeu a primeira das Unidades de Polícia Pacificadora (UPPs) da capital, em 2008. No próprio dia 14, a PM informou que já havia identificado suspeitos de terem colocado a arma na estátua, mas não quando a foto fora feita. O Setor de Inteligência da UPP informou que alguns deles estavam com mandado de prisão em aberto e que buscas estavam sendo feitas. Os criminosos, de acordo com a PM, fazem parte da quadrilha de Marco Pollo Lima dos Santos, o Mãozinha, que estava foragido e foi preso por integrantes da UPP no último dia 27 de julho. Desde que foi aberta, a UPP Dona Marta sempre foi considerada uma unidade modelo do sistema de aproximação da polícia e da população e de retirada de traficantes armados das ruas das comunidades. Mas a situação mudou, e os tiroteios e mortes voltaram. Prestes a fazer uma década, as UPPs hoje somam 38. O modelo vive uma crise, decorrente da insuficiência de PMs para o patrulhamento e do rombo financeiro nas contas do Estado. Essa falência das UPPs vem sendo evidenciada na volta dos embates entre policiais e traficantes e na falta de confiança dos moradores das favelas em relação aos policiais, acusados de abusos e de envolvimento em casos de corrupção. Para especialistas na área de segurança, o ponto de inflexão foi julho de 2013, quando do assassinato do auxiliar de pedreiro Amarildo de Souza. Ele foi sequestrado, torturado e morto por PMs da UPP da Rocinha, favela onde morava. Doze PMs foram condenados pelos crimes de tortura seguida de morte, ocultação de cadáver e fraude processual
lunedì 21 agosto 2017
martedì 15 agosto 2017
Gente di MERDA
Home > Cronache > La strana morte di Niccolò Ciatti: chi sono gli assassini della discoteca
Martedì, 15 agosto 2017 - 11:41:00
La strana morte di Niccolò Ciatti: chi sono gli assassini della discoteca
Già scarcerati due dei tre aggressori del ragazzo di Scandicci deceduto a Lloret de Mar. Ma spuntano inquietanti legami
Le immagini della barbara uccisione di Niccolò Ciatti, giovane originario di Scandicci (Fi) in vacanza a Lloret de Mar, cittadina di mare della Catalogna, hanno fatto il giro del mondo. Al momento, la discoteca St. Trop, dove si è consumato l'omicidio del giovane in seguito a una rissa, è stata chiusa per "gravi anomalie nella sicurezza" e per agevolare le indaginisulla dinamica di quei fatali momenti che hanno stroncato la vita di Niccolò e distrutto per sempre quella dei suoi famigliari e amici.
L'inchiesta della polizia catalana ha subito portato all'arresto di tre giovani di 20, 24 e 26 anni, ritenuti di nazionalità russa. Ulteriori indagini hanno portato a scoprire che, per la precisione, i tre aggressori sono ceceni e, come si è scoperto, residenti in Francia ove hanno richiesto asilo politico. Pare che, a scatenare la rissa, sia stata una spinta accidentale fra Niccolò e uno dei tre ceceni, poi degenerata - con l'arrivo dei "rinforzi" - in un pestaggio vero e proprio ai danni del giovane di Scandicci. Tre contro uno, mentre tutti gli astanti assistevano - vergognosamente - impietriti.
Analizzando le riprese video delle telecamere di sicurezza, è stato tuttavia ravvisato un elemento peculiare che ha destato i sospetti delle forze dell'ordine. Il calcio sferrato a Niccolò in pieno viso, infatti, risulterebbe tipico di un conoscitore delle arti marziali, e - dopo qualche interrogatorio - gli inquirenti sarebbero giunti alla conclusione che i tre ceceni siano legati ad ambienti paramilitari. Sviluppo eclatante: due di loro sono già stati scarcerati mentre il terzo, quello del calcio fatale, resta in carcere. I due scarcerati , per giunta, sarebbero già tornati in Francia. Il caso della morte di Niccolò Ciatti, al momento, risulta ancora piuttosto nebuloso così come il passato e il background dei tre ceceni, la cui probabile appartenenza a misteriose forze paramilitari rende il tutto più inquietante. Oltre al fatto della celere scarcerazione e del rapidissimo rimpatrio di due degli aggressori.
Intanto, mentre proseguono le indagini, il Comune di Lloret de Mar ha annunciato che si costituirà parte civile al processo contro gli assassini di Niccolò, la cui scomparsa prematura e iniqua ha gettato nello sconforto Scandicci e anche tutta Italia. Lloret de Mar è tristemente nota per la serie di morti assurde di giovani turisti. Uccisi durante risse, sfracellati dopo giochi pericolosi dalle terrazze degli alberghi, assassinati dopo rapine finite male, sono molteplici i casi in cui dei ragazzi in vacanza hanno perso la vita in questa "ridente cittadina di mare" della Catalogna. Ultimo della tragica serie, il povero Niccolò Ciatti, assassinato sul pavimento di una discoteca davanti a una marea di persone inerti intente a filmare il tramonto dell'umanità
Cina in crisi....🤑
Home > Economia > Cina: Fmi, economia piena di debiti e su traiettoria pericolosa
Martedì, 15 agosto 2017 - 15:56:00
Cina: Fmi, economia piena di debiti e su traiettoria pericolosa
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Elkette, l'alce peluche compagna dell'ad di Unicredit Mustier
La crescita cinese e' ottenuta al costo di un indebitamento crescente che aggrava i rischi finanziari a medio termine. L'allarme e' del Fondo monetario internazionale, che in un rapporto dedicato all'economia del Dragone, parla esplicitamente di "traiettoria pericolosa" e invita Pechino a riequilibrare i fattori in direzione di una crescita "piu' sostenibile". Grazie al sostegno dello Stato, scrivono i tecnici dell'Fmi, "le prospettive della crescita cinese si sono rafforzate nel breve termine, ma a prezzo di maggiori rischi nel medio". A fronte di un rafforzamento dei piani infrastrutturali, del boom immobiliare e dell'aumento del credito, il Pil cinese e' cresciuto del 6,9% su base annua sia nel primo che nel secondo trimestre, contro il +6,7% del 2016. Ma questo risultato, avvertono da Washington, potrebbe essere precario. "Il costo principale", si legge nel rapporto, "e' un aumento importante dell'indebitamento pubblico e privato".
L'Fmi mantiene le sue previsioni di una crescita del Pil cinese pari al 6,7% quest'anno e al 6,4% nel 2018 e nel 2019. Ma per ottenere l'obiettivo, rileva, "Pechino dovra' mantenere l'attuale livello di investimenti pubblici e lasciar correre l'indebitamento privato". Una scelta non priva di rischi. "I precedenti internazionali", afferma il Fondo, "suggeriscono che la bolla del credito in Cina segue una traiettoria pericolosa", che rafforza i rischi di "un aggiustamento brutale" o di "uno sgonfiamento della crescita". Secondo i tecnici di Washington, "le fragilita' si sono accumulate" e, "se il Governo cinese non agira', non fara' che ritardare l'inevitabile aggiustamento, rendendolo piu' doloroso". Per questo il Rapporto raccomanda a Pechino di smetterla di fissare obiettivi di crescita quantitativi e irrevocabili e di accelerare le riforme per rafforzare "il ruolo del mercato".
Trump: Cina avverte, prenderemo misure difesa interessi commercio
La Cina ha avvertito Donald Trump che "difendera' i suoi interessi", in risposta alle indagini ordinate dal presidente Usa per chiarire se Pechino abbia violato la proprieta' intellettuale e abbia ottenuto impropriamente tecnologia straniera. Esprimendo "grande preoccupazione" per la decisione, e invitando Washington alla "prudenza", il ministero del Commercio cinese ha sottolineato che l'iniziativa americana e' una "violazione delle regole sul commercio internazionale". "Una guerra commerciale e' senza futuro e non e' negli interessi di entrambi i Paesi", ha aggiunto il dicastero.
La piu grande truffa immobiliare in lombardia
Non hai capito niente...kondonbià .....faccia di merda
Non hai capito niente
12.08.2017 00:00 di Filippo M. Capra
articolo letto 64726 volte
Non sapevo che fuori dall’ingresso della Pinetina ci fosse scritto ‘villaggio vacanze’, voi per caso ve ne eravate accorti? O forse nel cortile della sede dell’Inter, appena sotto al cartello che invita a rallentare causa passaggio pedonale… Più semplicemente, invece, non c’è alcun avviso, il che ci rassicura circa la nostra capacità visiva ma ci fa preoccupare per quel che riguarda la salute della Beneamata. In ogni realtà che si rispetti, che sia a livello calcistico o extracalcistico, c’è una sola componente che sta alla base di tutto: il rispetto. Rispetto per il lavoro degli altri, per la loro professionalità, per i loro sacrifici. Per la loro situazione economica. Rispetto per ogni cosa o persona che incontri sul posto di lavoro e per l’ambiente che gli gravita intorno. Non è ammissibile che un ragazzo, o meglio, uno sbarbato come diciamo noi a Milano, che guadagna MILIONI DI EURO ogni anno per giocare a pallone, si arroghi il diritto di insultare, perché di insulto si tratta, un club come l’Inter. Non esiste. Non sarebbe stato comprensibile nemmeno se una bandiera dei tempi che furono avesse fatto un gesto simile, figuriamoci un giocatore che è qui da due sole stagioni, che è stato corteggiato, coccolato e protetto per 24 lunghissimi mesi da una società che ha investito quasi 40 milioni di euro per acquistarlo e non ha avuto in cambio nemmeno un decimo della fiducia in lui riposta.
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Le prestazioni degne di nota di Geoffrey Kondogbia in questo lasso di tempo si contano sulle dita di una mano. Ma nonostante questo il club ha continuato a credere in lui, Spalletti si è addirittura sbilanciato facendogli piccole promesse circa il suo ruolo all’interno dell’organico nerazzurro nelle stagioni che verranno. Parole che, evidentemente, sono entrate da un padiglione auricolare e sono uscite dall’altro, tempo di una veronica inutile a centrocampo (ricordate cosa disse de Boer di lui?). Ma l’Inter è più forte di tutto questo. Non si spaventa davanti ai capricci di un dilett… ehm scusate, ‘professionista’. Chiunque esso sia. Kondogbia vuole la cessione, e la cessione avrà ma alle condizioni nerazzurre. Se è vero che determinati club (uno solo) lo vogliono così tanto, sapranno anche riconoscerne il valore e fare il giusto investimento economico per ingaggiarlo. Altrimenti vorrà dire che resterà qui, con tutte le conseguenze del caso. Attenzione, qui nessuno ce l’ha col Valencia che ha agito e sta agendo nel pieno rispetto delle regole e dell’Inter (vedi la trattativa per Murillo). Ma l’aria è cambiata, e senza sbilanciarsi su quanto sia giusta o meno la nuova politica societaria riguardo queste situazioni, ora non è più permesso sbagliare in questo modo.
Non sono più i tempi in cui l’amato presidente Massimo Moratti prendeva a cuore i suoi giocatori e li coccolava quasi come fossero figli suoi, perdonando loro tutto, anche i peggiori tradimenti (qualcuno andò al Milan dopo una tappa a Madrid…). Moratti era un romantico, l’Inter l’ha gestita col cuore rimettendoci enormi quantità di denaro e, forse, anche qualcosa in salute. Ma i tempi, come dicevamo, sono cambiati. Il Romanticismo non è più il punto di partenza, è una corrente d’aria fresca che inebria gli spiriti dei tifosi nerazzurri quando davvero vedono la passione e l’amore che metti ogni giorno e ogni domenica sul campo per difendere l’onore di questa maglia.
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Tempo fa ci fu un altro ragazzotto che si rese protagonista di un episodio che aggettivarlo come spiacevole è un eufemismo. Egli gettò per terra la casacca in seguito ai fischi ricevuti da alcuni degli 80mila presenti quella sera, dopo una storica vittoria interna in Champions League per 3-1 contro l’imbattibile Barcellona di Pep Guardiola e Leo Messi. Come ben sappiamo, Mario Balotelli lasciò l’Inter l’estate seguente per non farci più ritorno. Purtroppo ci sono, di tanto in tanto, personaggi che probabilmente pensano di essere più grandi del club per cui LAVORANO. Che credono di poter fare il bello e il cattivo tempo a seconda di quelle che sono le loro priorità in quel preciso periodo.
Eppure dovrebbero saperlo che i nomi che hanno reso grande l’Inter in Italia e nel mondo erano i primi a eccellere per umiltà, dedizione e rispetto per i colori che rappresentavano. Per tutti i collaboratori, i magazzinieri, i dirigenti, i presidenti e i giocatori che sono venuti prima di loro e che sarebbero venuti dopo. Per rimarcare il senso di appartenenza che si ha all’interno di una famiglia. Chiudo con una citazione dell’indimenticato Avvocato Giuseppe Prisco, che dedicò la sua intera esistenza alla causa nerazzurra. In risposta ad un giornalista, Peppino disse: “Qualche suo collega mi ha detto: 'Lei ha servito cinque presidenti dell’Inter'. Ho risposto: “Non è esatto, io ho cercato di servire sempre e solo l’Inter”. Ecco, questo sì che potrebbe essere scritto fuori dalla Pinetina o sotto la sede