Partenza Cagliari e arrivo a Fiumicino. Questo è stato l’ultimo volo Alitalia, avvenuto giovedì sera. Dall’indomani, ITA ne raccoglie l’eredità con il primo volo decollato da Milano Linate e in direzione Bari. Commozione e lacrime presso tutti gli aeroporti italiani tra il personale di volo e di terra della vecchia compagnia di bandiera.
Ma siamo o no la terra del Gattopardo? Non dobbiamo cambiare tutto per non cambiare mai niente? Alitalia non fa eccezione. E lo si capisce quando lo stesso 14 ottobre, si legge che ITA ha ottenuto il marchio Alitalia per soli 90 milioni di euro, molti meno dei 290 milioni del prezzo di base all’asta tenutasi fino a inizio ottobre e andata deserta. I commissari lo hanno assegnato alla nuova compagnia sulla base di criteri insindacabili, come da bando. E chi se lo sarebbe aspettato? Ovviamente, siamo ironici. Anche le pietre sapevano che ITA avrebbe ottenuto il marchio. L’asta era stata un bluff formale concordato tra Roma e Bruxelles per fingere il rispetto delle norme europee contro gli aiuti di stato.
Dunque, per qualche giorno ITA volerà sui cieli italiani e all’estero con il proprio nome, il tempo di brandizzare gli aerei e di sbrigare le formalità burocratiche del caso. Dopodiché si chiamerà Alitalia. E avrà dipendenti Alitalia, seppure solamente 2.800 su 10.500 per la fase iniziale.
Insomma, non è cambiato nulla.Non è stato l’ultimo volo Alitalia
Peraltro, la stampa si è ingegnata in questi giorni a creare storie strappalacrime di questa hostess o quel pilota d’aereo rattristati per la fine di una compagnia storica. Sentimenti comprensibilissimi per chi ha vissuto Alitalia da dentro. Ma questa storia così “gloriosa” è costata ai contribuenti italiani miliardi e miliardi di euro. Solamente negli ultimi 15 anni, le perdite riportate a bilancio hanno ammontato complessivamente a 5,55 miliardi. Di questi, 1,9 miliardi sono stati il rosso durante il periodo di commissariamento, cioè tra il 2017 e il 2020.
In media, un volo Alitalia decollava sempre in perdita. E ogni giorno la vecchia compagnia maturava un rosso di oltre 1 milione di euro. Colpa dei troppi dipendenti? Questa era forse la concausa forte degli inizi Duemila, ma tra il 2004 e il 2020, il loro numero si era dimezzato. Anche la flotta aerea ha vissuto un trend simile, passando da 159 velivoli del 2009 a soli 85 nel 2020. Sarà di appena 52 con ITA, di cui solo 7 per il lungo raggio.
Non piangete per un ultimo volo Alitalia inesistente, ma per l’eredità che ITA riceverà e si trascinerà dietro fino alla prossima crisi. Molto difficilmente la nuova compagnia riuscirà a superare le criticità della vecchia.