martedì 7 novembre 2017

E finisce sempre cosi..

Pubblicato il: 01/11/2017 15:20

Esattamente dieci anni fa, il 1° novembre 2007, Meredith Kercher, studentessa inglese in Italia con il programma Erasmus, veniva uccisa nella casa di via della Pergola a Perugia dove viveva da poco più di un mese con le sue coinquiline. Accoltellata alla gola, coperta con un piumone, alla ragazza vengono rubate carte di credito, telefoni cellulari e 300 euro nella borsetta. La porta della camera da letto dove si è consumato il delitto, chiusa a chiave, verrà aperta solo il giorno successivo. Inizia così la lunga e tragica storia del delitto di Perugia, caso di cronaca nera che ha sconvolto la cittadina umbra e l'Italia intera e che ancora rimane irrisolto. Questa la cronologia degli eventi fino al termine del processo che ha visto assolvere i principali accusati, Raffaele Sollecito e Amanda Knox.

2 novembre 2007: Il cadavere di Meredith viene trovato intorno all'ora di pranzo, da alcuni abitanti della casa, da Amanda Knox e Raffaele Sollecito e da due agenti della polizia postale a cui erano stati consegnati due telefoni cellulari di Meredith buttati nel giardino di una casa situata nelle vicinanze.

6 novembre 2007: Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Patrick Diya Lumumba vengono arrestati per l’omicidio della giovane studentessa inglese dagli agenti della squadra mobile della questura di Perugia che in conferenza stampa affermeranno: "Il caso è risolto". Amanda Knox era stata arrestata dopo essere stata in Questura per quasi 50 ore nei precedenti quattro giorni. Tutti e tre gli arrestati si dichiarano innocenti. Amanda però accusa Patrick di aver ucciso Meredith.

10 anni dall'omicidio Meredith, il ricordo di Sollecito

9 novembre 2007: Il gip Claudia Matteini convalida i tre fermi. Patrick Lumumba dice che la sera dell’omicidio di Meredith era a lavoro al suo pub Le Chic. Un professore universitario svizzero lo conferma. Torna appositamente a Perugia a testimoniare. Anche Amanda e Raffaele sostengono di aver passato la notte a casa di Raffaele.

15 novembre 2007: Il Dna di Meredith viene isolato sulla lama di un coltello da cucina sequestrato a casa di Raffaele Sollecito. Sul manico gli esperti della polizia scientifica trovano quello di Amanda Knox. La polizia scientifica esegue molte analisi, tra cui quella su un'impronta palmare lasciata col sangue, trovata sul cuscino lasciato sotto il cadavere di Meredith.

19 novembre 2007: L'impronta palmare appartiene a Rudy Hermann Guede, a suo carico viene emesso un mandato di cattura internazionale. Guede è ricercato per omicidio aggravato e violenza sessuale. Ma Rudy ha lasciato Perugia subito dopo l'omicidio.

20 novembre 2007: Patrick Lumumba viene rimesso in libertà. Rudy Hermann Guede invece viene bloccato dalla polizia tedesca a Magonza, in Germania, dove era scappato dopo l'omicidio di Meredith. Rudy ammette da subito la sua presenza sul luogo del delitto, ma dice di non essere l'assassino. Sarebbe scappato per la paura di rimanere coinvolto in qualcosa di più grande di lui.

6 dicembre 2007: Rudy Hermann Guede viene trasferito nel carcere perugino di Capanne. Al pubblico ministero Giuliano Mignini che lo interroga in quei giorni racconta di essere entrato in casa di Meredith e di aver avuto un approccio sessuale con lei, di essere andato in bagno e di aver sentito un urlo. Di essere uscito e aver incrociato due non meglio specificate persone, un uomo e una donna. Di aver raggiunto Meredith agonizzante e di aver provato a tamponare la sua ferita. Di essere poi scappato, per la paura.

14 dicembre 2007: In Inghilterra nella chiesa di St John Baptist di Croydon, a sud di Londra non lontano da dove viveva con la famiglia, vengono celebrati i funerali della vittima in forma strettamente privata. Ad officiarli il vice-parroco, il reverendo Colin Boswell, che era stato anche cappellano nell'ex scuola Old Palace School che Mez aveva frequentato. Le spoglie erano tornate in Inghilterra già da metà novembre ma gli avvocati degli arrestati avevano chiesto una seconda autopsia, cosa poi negata dal gip che aveva dato il via libera per i funerali.

16 febbraio 2008: Raffaele Sollecito si laurea in informatica nel carcere perugino di Capanne. Lo stesso giorno Patrick Lumumba riapre il suo pub Le Chic. Inizialmente affollato di curiosi, che volevano vedere Lumumba da vicino e il locale in cui lavorava Amanda Knox, viene definitivamente chiuso dopo poco tempo.

1 aprile 2008: La Corte di Cassazione respinge i ricorsi di Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Hermann Guede contro la misura della custodia cautelare in carcere. Per tutti e tre la risposta è la stessa: devono rimanere dove sono perché sussistono il pericolo di fuga, di inquinamento di prove e di reiterazione del reato.

19 giugno 2008: I pubblici ministeri Giuliano Mignini e Manuela Comodi depositano l’atto di chiusura delle indagini che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Per i magistrati Meredith Kercher è stata uccisa da Amanda, Raffaele e Rudy durante un tentativo di violenza sessuale. Per la loro ricostruzione, Amanda avrebbe sferrato la coltellata mortale mentre i due ragazzi costringevano ferma Meredith.

16 settembre 2008: Il gup Paolo Micheli accoglie la richiesta di rito abbreviato che Rudy Hermann Guede presenta tramite i suoi due legali Nicodemo Gentile e Walter Biscotti.

28 ottobre 2008: Il gup Paolo Micheli condanna Rudy Guede a trent’anni di reclusione e rinvia a giudizio Amanda Knox e Raffaele Sollecito. I pubblici ministeri avevano chiesto l’ergastolo per Rudy Guede e il rinvio a giudizio per Amanda e Raffaele. La Knox alla lettura del dispositivo scoppia in lacrime. Ai due imputati vengono negati gli arresti domiciliari.

16 gennaio 2009: Inizia il processo davanti alla Corte d’assise di Perugia presieduta da Giancarlo Massei ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito. I due ex fidanzati sono accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, violenza sessuale, furto, e per Amanda Knox anche calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. Il processo prosegue per tutto il 2009 principalmente nei fine settimana.

18 novembre 2009: inizia il processo d’appello a Rudy Hermann Guede. I suoi legali hanno fatto ricorso contro la decisione di condanna del gup Paolo Micheli.

4 dicembre 2009: Amanda Knox e Raffaele Sollecito vengono rispettivamente condannati a 26 e 25 anni di carcere dalla Corte d’Assise di Perugia che emette il suo verdetto dopo quasi 11 ore di camera di consiglio intorno alla mezzanotte. Amanda scoppia in lacrime. La sorella di Raffaele gli urla di farsi forza. I pm avevano chiesto l’ergastolo. Per il computo della pena dei due imputati le attenuanti generiche vengono equiparate all’aggravante dei futili motivi e i reati vengono unificati con il vincolo della continuità. Ad Amanda un anno in più per la calunnia contro Lumumba.

22 dicembre 2009: La Corte d’Appello di Perugia riforma parzialmente la sentenza di primo grado emessa dal gup Micheli nei confronti di Rudy Guede e lo condanna a 16 anni di reclusione anziché a 30 perché gli vengono concesse le attenuanti generiche.

15 aprile 2010: Le difese di Amanda Knox e Raffaele Sollecito fanno ricorso in appello contro la sentenza di primo grado. Chiedono che venga riaperto il dibattimento e che i due ragazzi vengano assolti. In appello fa ricorso anche la procura della Repubblica che chiede la condanna all’ergastolo.

24 novembre 2010: Inizia il processo d’appello ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Le difese fanno richiesta di una perizia superpartes sul gancetto del reggiseno di Meredith Kercher e sul coltello che in primo grado venne identificato come l’arma del delitto.

16 dicembre 2010: La prima sezione della corte di Cassazione conferma la sentenza d’appello per Rudy Hermann Guede. La sentenza diventa a questo punto irrevocabile.

18 dicembre 2010: La Corte d’Assise d’Appello di Perugia concede la riapertura parziale del dibattimento e concede la perizia genetica alle difese. Concessa anche l’escussione di alcuni testimoni. Per i pm mancavano i presupposti per la riapertura dibattimentale.

27 giugno 2011: Rudy Hermann Guede viene interrogato in aula come testimone. In maniera un po' controversa, citando una lettera che lui stesso aveva mandato ad alcuni media, accusa Amanda e Raffaele dell'omicidio di Meredith.

30 giugno 2011: i periti Stefano Conti e Carla Vecchiotti depositano la loro perizia su coltello e gancetto con cui mettono in dubbio i risultati a cui è giunta la biologa della polizia scientifica Patrizia Stefanoni e il lavoro della biologa stessa. Per loro i risultati non sono attendibili quindi non possono essere usati contro Raffaele e Amanda.

24 settembre 2011: La procura chiede nuovamente l’ergastolo per Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Le difese chiedono invece l’assoluzione.

3 ottobre 2011: E' Il giorno del verdetto. La città di Perugia è invasa da telecamere, non si parla d'altro. La sentenza d'Appello è attesa per la sera. Migliaia di giornalisti, fotografi e reporter accreditati. Entreranno solo alcuni di loro in aula. Il servizio d'ordine è imponente. C'è chi dorme fuori dal tribunale per guadagnare una posizione buona.

4 ottobre 2011: Amanda Knox e Raffaele Sollecito vengono assolti dalla corte d'Assise d’Appello di Perugia. Dopo l'assoluzione la Knox torna immediatamente negli Stati Uniti.

15 dicembre 2011: I giudici di secondo grado depositano le motivazioni della sentenza di assoluzione. Parlano di "mancanza di prova di colpevolezza".

14 febbraio 2012: La procura generale presso il tribunale di Perugia deposita il ricorso in Cassazione contro la sentenza di assoluzione. Deposita il ricorso anche la famiglia Kercher tramite il loro legale.

25 marzo 2013: La Cassazione annulla con rinvio la sentenza di assoluzione di secondo grado emessa dalla Corte d'assise d’appello di Perugia. Confermata invece la condanna per calunnia per Amanda Knox. Il processo si rifarà a Firenze. Il pg definisce la sentenza di secondo grado un "raro concentrato di violazioni di legge e di illogicità".

30 settembre 2013: inizia il processo bis ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito davanti alla Corte d’assise d’appello di Firenze. I due ex fidanzatini non sono in aula. Lei vive a Seattle e ha pubblicato un libro sulla sua vicenda giudiziaria. Raffaele è all'estero.

1 ottobre 2013: la Corte d'assise d’appello di Firenze concede una nuova perizia sulla traccia 'I' del coltello sequestrato in casa di Sollecito a ridosso dell'omicidio.

31 ottobre 2013: il dna sulla traccia del coltello è di Amanda Knox. Lo affermano i carabinieri del Ris nella perizia che depositano alla corte di Firenze. Per l'accusa è un segno di colpevolezza. La difesa sostiene che Amanda usava quel coltello quando cucinava con Raffaele.

26 novembre 2013: il sostituto procuratore generale di Firenze Alessandro Crini chiede 30 anni di carcere per Amanda Knox e 26 per Raffaele Sollecito.

30 gennaio 2014: Amanda Knox e Raffaele Sollecito vengono rispettivamente condannati a 28 e 25 anni di carcere dalla Corte d'Assise d'Appello di Firenze.

29 aprile 2014: la Corte d'Assise d'Appello di Firenze deposita le motivazioni della condanna: "L'aggressione della ragazza inglese fu simultanea e posta in essere da tutti e tre i correi (Amanda, Raffaele e Rudy, ndr), i quali collaborarono tutti per il fine che si erano proposti: immobilizzare Meredith Kercher ed usarle violenza".

17 giugno 2014: la difesa di Knox deposita ricorso in Cassazione: "Si è di fatto operata una scelta selettiva di indizi e di prove, trascurando quelle di diversa e opposta valenza". "Soluzioni contrarie alla colpevolezza della Knox - scrivono i legali nel ricorso - non sono state esaminate anche in presenza di robuste argomentazioni contrarie illustrate dalla difesa e della sentenza di assoluzione della Corte di Assise di Perugia" .

27 giugno 2014: conferenza stampa di Sollecito e i suoi legali "Raffaele non cambia assolutamente versione, ma pensa esclusivamente a se stesso e alla sua posizone e l'unica certezza assoluta è che lui quella notte era a casa sua". A Raffaele la Corte di Firenze ha ritirato il passaporto dispondendo per lui il divieto d'espatrio e se la Cassazione confermasse la sentenza di Firenze, per lui si aprirebbero le porte del carcere

15 luglio 2014: Raffaele Sollecito consegue la laurea specialistica in ingegneria informatica all'università di Verona. Il giovane pugliese ha discusso una tesi in cui ha analizzato l'andamento dei social network includendo nell'analisi anche il flusso di colpevolisti e innocentisti per il suo caso.

25 marzo 2015: Il ricorso delle difese di Knox e Sollecito arriva all'esame della quinta sezione penale della Corte di Cassazione.

27 marzo 2015: La quinta sezione penale della Corte di Cassazione assolve i due imputati

lunedì 23 ottobre 2017

Iphone....

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Miglior iPhone oggi

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Quale iPhone conviene acquistare?

Sono un soddisfattissimo utente Apple: acquistai il mio iPhone 4S ormai più di 5 anni fa: da allora mai un problema, se non una caduta accidentale che mi ha costretto alla riparazione dello display, purtroppo fuori garanzia. 

Ora però è venuto il momento di sostituire il mio iPhone: la solo apertura di un paio di applicazioni (WhatsApp e Facebook) si è fatta problematica e la reattività del sistema è un lontano ricordo... Ed eccoci quindi alla fatidica domanda: quale iPhone comprare

Mentre nel 2011 iPhone 4S 16 GB di Apple fu per me una scelta quasi scontata, oggi la rapida evoluzione che l'hardware degli smatphone ha vissuto permette, con una spesa intorno ai 300 €, di mettersi in tasca funzionalità quasi da top di gamma.

Indice

   iPhone con il migliore rapporto qualità prezzo
   iPhone 5s è ancora valido?
   iPhone 6 e 6s convengono?

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iPhone 5s conviene ancora?

Perchè quindi dover spendere più di 800 € per un nuovo e fiammante iPhone 8

La risposta sta tutte nelle esigenze di ognuno di noi e nei propri gusti: io, come molti altri, non voglio rinunciare ad Apple, ma non voglio neppure affrontare una spesa di quasi 600 € per iPhone 7 (32 GB), tanto meno 500 € per iPhone 6s

Oggi esiste una "alternativa economica" in casa Apple, ovvero iPhone SE 16 GB che nelle dimensioni di un iPhone 4s, mette a disposizione la potenza degli iPhone di ultima generazione, parliamo di un apparecchio da 310 € circa. Questo è il primo punto di partenza. Se conviene comprare iPhone SE nel ? Aggiungiamo solo che è iPhone SE è aggiornato a iOS 11, tanto per sottolinare quanto Apple sia attenta a questo modello ancora attuale e valido.

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iPhone SE su Amazon.it

iPhone con il migliore rapporto qualità prezzo

Non giriamoci attorno e proponiamo subito la nostra soluzione al problema sollevato: secondo noi il miglior iPhone acquistabile oggi è l'iPhone 5s da 16GB a meno di 200 €il miglior iPhone per qualità prezzo
Il prodotto segnalato è un iPhone Ricondizionato e Certificato Amazon: il prodotto, sottoposto ad una accurata fase di test, è fornito con tutti gli accessori e beneficia di una garanzia limitata di 1 anno, in aggiunta alla garanzia legale. 

Ovviamente sul mercato sono disponibili anche iPhone 5s da 16GB nuovi a costi di poco superiori a 200 €: comunque un'ottima alternativa. 

Miglior prezzo iPhone 5s su Amazon.it

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iPhone 5s 16GB su Amazon.it

Meno di 200 € per l'iPhone 5s è il prezzo migliore attualmente sul mercato e un prodotto ancora molto attuale ed usabile, dotato di una fluidità d'utilizzo difficilmente descrivibile a parole e che ci ha piacevolmente sorpreso.

Conviene comprare iPhone 5s nel 2017.

Innanzitutto vogliamo risparmiare e non vogliamo investire una cifra superiore ai 3/400 €. Ci sono alternative in casa Apple? 

Abbiamo visto iPhone SE, ma ad un costo di circa 100 € superiore: vogliamo risparmiare, se possibile. 

Il modello successivo reperibile sul mercato è iPhone 6s, nuovo intorno ai 500 € per la versione 16 GB (siamo intorno ai 400 € per un iPhone 6s ricondizionato). Rispetto al 5s parliamo di un prezzo superiore di ben 250 €

Ci chiediamo quindi se iPhone 5s è ancora valido nel Ottobre 2017.

Non giriamoci intorno, il problema principale sta nello spazio di archiviazione, ovvero in quei "soli" 16GB che con tante app (magari pesanti giochi), foto e video si potrebbero riempire molto velocemente. Il punto però è che volendoci mantenere su una cifra di spesa analoga non ci sono alternative!

iPhone 16GB sono pochi?

Ma questi 16GB sono proprio pochi per un iPhone 5s? Rapportandoli ai più recenti iPhone 6 e 6s la risposta potrebbe essere no. 

La fotocamera di iPhone 5s ha un paio di anni in più sulle spalle rispetto ai modelli più recenti e di conseguenza non è in grado di registrare video in in slow-motion in Full HD (1080p), ma si limita a video in slow-motion 720p a 120 fps. Questo però non è un problema, anzi.

Innanzitutto un video in 720p è più che sufficiente per registrare i vostri ricordi, ovviamente se avete ambizioni da grande regista potrebbero starvi stretti, ma non penso sia questo il caso... Inoltre un video Full HD in slow-motion occupa veramente moltissimo spazio, spazio che nei modelli 16GB non è moltissimo: quindi meglio evitarli! Stessa cosa per i video in altissima definizione, 4K, che iPhone 6s è in grado di registrare: ottimo, ma se non vi è abbastanza spazio per archiviarli (oltre che un televisore 4K per visionarli) perchè doverli registrare? 

Potremmo obiettare che la fotocamera del 6 e del 6s è migliore rispetto a quella di iPhone 5s, si è così ed è ovvio, ma iPhone 5s è un telefono che scatta ottime foto grazie ad una fotocamera posteriore da 8 MPX (foto a 3264 x 2448 pixel). 

Altra critica che potremmo muovere ad iPhone 5s rispetto agli ultimi nati è la durata della batteria, questa, più capiente su iPhone 6 e 6s, ma anche qui il colpo di scena: lo schermo di iPhone 5s è un 4 pollici, quindi più piccolo rispetto a quello degli altri due modelli e lo schermo è tra i componenti che consumano più energia: batteria più piccola + schermo più piccolo = durata più lunga!

iPhone 5s è ancora valido nel 2017

Ancora un paio di considerazioni sul miglior iPhone oggi da acquistare. 

Apple iPhone 5s è nato con iOS 7.0 ed stato aggiornato a settembre 2017 ad iOS 11. Apple pare non voglia trascurare questo dispositivo, consapevole del fatto che si tratta di una soluzione ancora valida e in grado di soddisfare i propri utenti.

Tecnicamente è dotato di un processore dual-core Apple A7 a 64 bit, affiancato da un coprocessore di movimento Apple M7 per ottimizzare i consumi, in abbinamento ad 1 GB di memoria RAM LPDDR3: specifiche tecniche ancora oggi invidiabili e che ce lo fanno eleggere come migliore iPhone per rapporto qualità prezzo nel 2017, un iPhone che conviene acquistare. 

Quindi, mentre ci sentiamo di dire che oggi non conviene comprare iPhone 4s nel 2017, tenuto in considerazione quanto espresso in qui sopra, ci sentiamo di poter dire che iPhone 5s conviene ancora nel 2017.

iPhone 6s 16 GB conviene

Meglio iPhone 5s o 6? Meglio sicuramente il nuovo, ma abbiamo detto che, data la nostra premessa iniziale di non voler spendere cifre di molto superiori ai 300 €, iPhone 6s da 16 GB con il suo prezzo di mercato intorno ai 500 € non fosse per noi una valida soluzione. Voglio però prendere in considerazione i modello precedente iPhone 6 da 16 GB.

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iPhone 6s 16 GB ricondizionato su Amazon.it

Difficile trovare il nuovo, ma Amazon offre iPhone ricondizionato certificato da Apple. Si tratta di prodotti che per una ragione o per un'altra sono passati dall'assistenza e in garanzia. Apple li rimette sul mercato offrendoli ad un prezzo molto interessante per un iPhone 6 da 16 GB parliamo di circa 300 €. Un prezzo molto interessante per uno smartphone iPhone 6 ancora attuale. Certo, forse non il miglior iPhone di sempre, ma sicuramente uno tra i migliori iPhone oggi e uno tra i migliori iPhone per rapporto qualità prezzo.

iPhone 6 nel 2017

A conferma del fatto che iPhone 6 sia ancora valido nel 2017, segnaliamo come sia la stessa Apple a dare fiducia a questo dispositivo, annunciando, nel Maggio 2017, l'arrivo in Italia di iPhone 6 da 32 GB. Questo taglio di memoria, al lancio, è stato reso disponibile solo in alcuni mercati selezionati ed ora è acquistabile anche dai clienti del Bel Paese. Per Apple quindi iPhone 6 conviene ancora

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domenica 22 ottobre 2017

Apple ma va a cagà.....

NAVIGA Alessio Amoruso iPhone 8, situazione vendite preoccupante per Apple iPhone 8 non convince gli utenti e Apple corre ai ripari Che iPhone 8 e iPhone 8 Plus non avrebbero avuto vita semplice dopo la presentazione di iPhone X era abbastanza scontato. Tuttavia neanche Apple si aspettava un’accoglienza così fredda per il proprio smartphone. Il nuovo top di gamma infatti non è riuscito a fare breccia nel cuore degli utenti e questo trend sembra dover proseguire a lungo. L’hardware troppo simile ad iPhone 7 sfigura contro l’avveniristico iPhone X. Per questo non tutti si sono sentiti attirati verso l’upgrade in attesa che arrivi sul mercato il dispositivo celebrativo e si possano toccare con mano le novità tra cui il FaceID. Per questo motivo, considerando l’attesa degli utenti, la produzione di iPhone X cresce e arriva a quadruplicare rispetto alle stime iniziali, anche grazie al superamento della piccola crisi causata dalla carenza di sensori relativi alla tecnologia FaceID. Di contro, Apple ha deciso di ridurre la produzione di iPhone 8 di fatto dimezzandola. Questo trend segue le vendite calanti causate dallo scarso interesse degli operatori telefonici che non hanno presentato offerte vantaggiose in abbinamento al terminale. Anche secondo i numerosi sondaggi che sono stati pubblicati, nel confronto diretto con iPhone 7, gli utenti vedono quest’ultimo come favorito. Leggi anche:  Apple, costa meno sostituire lo schermo rotto di un iPhone 8 o il vetro posteriore? Dal punto di vista di Apple tuttavia non sembrano esserci grosse preoccupazioni. L’azienda non ha rilasciato dichiarazioni in merito, ma in ogni caso resta interessante il dato che vede i prodotti del 2016 macinare letteralmente vendite a scapito di quelli più moderni. Dal punto di vista delle vendite generali, non ci dovrebbero essere grossi sconvolgimenti. I risultati economici di Apple non sembrano essere in crisi e ricordiamo che iPhone X deve ancora arrivare sul mercato..

Lotito-lotirchio😂😂😂

Notizie Rassegna Stampa Lotito fa sul serio: ha deciso di cambiare strategia! di  redazionecittaceleste, 22/10/2017, 08:55 Guarda la versione integrale sul sito Video non disponibile nella versione AMP del sito. Clicca qui per visualizzare l'articolo completo. ROMA – Lotito cambia strategia e blinda i suoi gioielli. O almeno ci prova, rinnovando i contratti molto prima della loro scadenza. Succede regolarmente nei top club, il presidente biancoceleste invece – scrive La Repubblica – preferiva aspettare, trattare/litigare con gli agenti sui minimi dettagli, rinviare e così andava incontro a casi come quelli di Keita, Biglia e de Vrij: la Lazio ha rischiato di perdere i primi due a parametro zero, poi è stato abile Lotito a ottenere cifre comunque importanti dalle due cessioni; rischio tuttora concreto per l’olandese, che al momento non ha accettato la proposta del club. Per evitare altre situazioni del genere, rinnovati fino al 2022 i contratti di Immobile e Strakosha, due pilastri della Lazio terza in classifica e che stasera affronta il Cagliari all’Olimpico. Il centravanti diventa il più pagato della rosa: 2,5 milioni a stagione più bonus per arrivare a 3. Maxi aumento (meritato) per il giovane portiere albanese: da 96mila euro a 800mila. E’ una svolta, per Lotito, ma non una novità assoluta, visto che aveva giocato d’anticipo già con Felipe Anderson (aveva il contratto fino al 2018 e nel marzo 2015 gli è stato rinnovato fino al 2020) e soprattutto con Milinkovic: nell’estate 2015 il fuoriclasse serbo aveva firmato fino al 2020 e già nell’aprile 2017 è stato formalizzato l’accordo fino al 2022. In corso trattative anche per blindare Luis Alberto, altro top player legato alla Lazio fino al 2021. Così Lotito vuole dare continuità al progetto, con Simone Inzaghi in panchina, e nello stesso tempo decidere lui il prezzo quando gli chiedono i giocatori migliori. Certo (anche) l’ultima estate ha dimostrato che i contratti valgono poco di fronte a certe offerte stratosferiche: se ne arriverà una da 100 milioni per Milinkovic, e arriverà, come riuscirà la Lazio a trattenerlo? Ma giusto provarci (per la società) e bellissimo goderseli (per i tifosi), finché lui e gli altri gioielli vestiranno il biancoceleste

Wind tre vodafone tim...

NAVIGARE Ecco cosa succede in caso di mancato pagamento del rinnovo della propria offerta Tim, Vodafone, Wind e 3 Alcune volte può succedere di non avere credito sufficiente per pagare il rinnovo della propria offerta telefonica attiva, per questo gli operatori di telefonia consigliano al cliente di cambiare modalità di pagamento da addebito su credito residuo ad addebito automatico su proprio conto corrente o carta di credito. Oggi 20 Ottobre 2017 abbiamo deciso di analizzare quello che succede con le offerte Tim, Vodafone, Wind e Tre attualmente sottoscrivibili, in caso di mancato credito residuo nelle sim ricaricabili.   Tim In caso di credito insufficiente, durante il rinnovo, sarà utilizzato il credito disponibile al momento dell’addebito, l’offerta resterà attiva ma non sarà possibile effettuare chiamate in uscita, inviare SMS o navigare in Internet. La parte residua del costo del rinnovo ancora da saldare, sarà detratta automaticamente in occasione della prima ricarica sufficiente. Se la ricarica sufficiente non viene effettuata entro i 30 giorni dalla data del parziale o mancato pagamento del costo del rinnovo, non ci sarà un secondo addebito negativo ma sarà avviato il processo di cessazione dell’offerta. Si avranno a disposizione ulteriori 30 giorni per effettuare la ricarica sufficiente, altrimenti l’offerta si disattiverà.   Vodafone In caso di credito insufficiente, durante il rinnovo, viene utilizzato il credito disponibile al momento dell’addebito, l’offerta resta attiva ma sarà possibile solo ricevere chiamate. La parte residua del costo del rinnovo ancora da saldare, sarà detratta automaticamente in occasione della prima ricarica sufficiente. In assenza di una ricarica, dal secondo rinnovo non pagato non ci saranno ulteriori addebiti e l’opzione tariffaria sarà comunque mantenuta attiva sulla linea, anche se non si potrà utilizzare. Se non si effettua una ricarica sufficiente entro 6 mesi dal primo mancato pagamento, l’opzione tariffaria si disattiverà. Il periodo di validità riparte comunque dalla data dell’ultimo rinnovo.   Wind In caso di credito insufficiente, viene utilizzato il credito disponibile al momento dell’addebito. L’opzione resterà attiva ma inutilizzabile. La parte residua sarà automaticamente addebitata in occasione della prima ricarica utile. In assenza di una ricarica, dal secondo rinnovo non pagato non ci saranno ulteriori addebiti e l’opzione tariffaria sarà comunque mantenuta attiva sulla linea per tutta la durata della SIM, anche se non si potrà utilizzare. In caso di ricarica sufficiente il cliente Wind pagherà l’ultimo rinnovo totale non pagato. Il periodo di validità riparte comunque dalla data dell’ultimo rinnovo.   Tre In caso di credito insufficiente l’opzione andrà in sospensione per un massimo di 180 giorni, decorsi i quali verrà disattivata. Il giorno della riattivazione diventa il nuovo giorno dell’addebito.

Ney...non era felice a Barcellona 😂😂😂

L'ex compagno di squadra rivela un retroscena: «Mi disse che non era felice e che preferiva lasciare la città. E’ una decisione che dobbiamo rispettare» BARCELLONA (Spagna) - Il trasferimento di Neymar al Psg non ha creato troppi problemi al Barcellona che continua a volare in campionato con otto risultati utili consecutivi in questa stagione. L'attaccante brasiliano, passato alla storia come il giocatore più costoso nel calcio (222 milioni di euro), era pronto a lasciare il club spagnolo. A confermarlo è il suo ex compagno Xavi Hernandez ai microfoni della BBC: «Neymar mi rivelò al matrimonio di Messi che voleva cambiare squadra – ha rivelato lo spagnolo – Quando gli chiesi il motivo, mi disse che non era felice nel club e che preferiva lasciare la città. La sua è una decisione che dobbiamo rispettare - conclude l'ex centrocampista del Barça -. Penso che con lui e Mbappé, il PSG abbia una grande occasione di vincere la Champions League quest’anno»

I soliti.....

    Internet Perché la Cina ha bloccato anche WhatsApp, Facebook e Instagram Dopo la stretta all’utilizzo delle reti private nate per aggirare il Great Firewall ecco l’ennesima censura: stop ai social network 0 27 settembre 2017 – Credits: Facebook Panorama Mytech Internet Perché la Cina ha bloccato anche WhatsApp, Facebook e Instagram   Antonino Caffo La Cina ha bloccato WhatsApp, questa vota definitivamente. Nei mesi scorsi l’applicazione di messaggistica tra le più usate al mondo (in Oriente se la gioca con WeChat) aveva subito rallentamenti, problemi di accesso e difficoltà nella condivisione di materiale multimediale: foto, video, note vocali. Rubinetti chiusi alla chat Tutto un preludio a quanto accaduto il 25 settembre, quando il Great Firewall (qui vi spieghiamo cos’è) è stato impostato per chiudere le porte di accesso al servizio di proprietà di Facebook. E proprio la multinazionale del web è quella che più di altre sta patendo la censura di Pechino visto che il trittico dei social che gestisce, WhatsApp, Instagram e la piattaforma omonima, sono tutti inaccessibili nel paese. PUBLICIDADE  inRead invented by Teads Perché agisce così A quanto pare, l’inasprimento contro forme di condivisione democratica digitale sarebbe dovuto all’avvicinarsi del 19esimo Congresso del Partito Comunista, che si terrà a ottobre, e che si focalizzerà anche sulle strategie a lungo termine del piano di cyber-controllo voluto dal Presidente Xi Jinping, che ha già portato a numerosi arresti negli ultimi mesi. Le app bloccate Dal prossimo febbraio entreranno in vigore norme più restrittive circa le modalità di utilizzo di internet, già pesantemente limitato dalla muraglia di bit cinese. La batosta maggiore spetterà a chi sviluppa, distribuisce (sia per vendita che noleggio) e usa reti VPN per aggirare il blocco degli IP e ricevere dati da siti web e applicazioni presenti in una sorta di black list governativa. Tra gli esclusi ci sono Google, YouTube, Gmail, Telegram, quasi tutta Wikipedia, Snapchat, Twitter, Dropbox e decine di tanti altri. Qui c’è l’elenco aggiornato. Questione di etica Oltre al business però c’è anche una certa dose di etica da prendere in considerazione. Se Facebook aveva tentato di entrare nel mercato cinese con Colorfoul Balloons, app realizzata da una società terza controllata da Zuckerberg e collegata alle dinamiche di WeChat, gli altri big non potrebbero mai sottostare alle regole volute da Pechino, che impongono la condivisione dei dati e delle informazioni personali degli iscritti con le autorità governative. Collaborare con la polizia La stessa WeChat, a metà settembre aveva confermato la diffusione, su richiesta, delle generalità e attività social dei suoi utenti con la polizia nazionale. Se oltreoceano la questione non ha generato grandi scalpori (anche perché l’app è totalmente autoctona) immischiarsi in questioni del genere potrebbe rappresentare un problema molto serio per le concorrenti occidentali.

lunedì 21 agosto 2017

Morro dona Marta ..traficante coloca fuzil na estatua do michael Jackson

Foi preso neste domingo (20) um suspeito de ter colocado um fuzil na estátua em bronze do cantor Michael Jackson (1958-2009) instalada no Morro Dona Marta, em Botafogo, zona sul do Rio. Ele seria traficante e atende pelo apelido de Mateuzinho, segundo a Polícia Militar. Mateuzinho foi encontrado por PMs da Unidade de Polícia Pacificadora (UPP) da favela, à tarde. Ele tem uma condenação por tentativa de homicídio de um PM da UPP, ocorrida em dezembro do ano passado, é foragido da Justiça e foi reconhecido durante patrulhamento no morro, conforme informou a PM. A polícia não soube dizer quando a arma foi pendurada no pescoço da escultura. A foto foi tirada por um criminoso e viralizou no último dia 14. A estátua foi inaugurada em 2010, um ano após a morte do cantor. Está fixada no alto do morro, na laje onde Michael gravou parte do clipe "They don't care about us", em 1996. É um ponto turístico do morro, procurado por visitantes, brasileiros e estrangeiros, depois que recebeu a primeira das Unidades de Polícia Pacificadora (UPPs) da capital, em 2008. No próprio dia 14, a PM informou que já havia identificado suspeitos de terem colocado a arma na estátua, mas não quando a foto fora feita. O Setor de Inteligência da UPP informou que alguns deles estavam com mandado de prisão em aberto e que buscas estavam sendo feitas. Os criminosos, de acordo com a PM, fazem parte da quadrilha de Marco Pollo Lima dos Santos, o Mãozinha, que estava foragido e foi preso por integrantes da UPP no último dia 27 de julho. Desde que foi aberta, a UPP Dona Marta sempre foi considerada uma unidade modelo do sistema de aproximação da polícia e da população e de retirada de traficantes armados das ruas das comunidades. Mas a situação mudou, e os tiroteios e mortes voltaram. Prestes a fazer uma década, as UPPs hoje somam 38. O modelo vive uma crise, decorrente da insuficiência de PMs para o patrulhamento e do rombo financeiro nas contas do Estado. Essa falência das UPPs vem sendo evidenciada na volta dos embates entre policiais e traficantes e na falta de confiança dos moradores das favelas em relação aos policiais, acusados de abusos e de envolvimento em casos de corrupção. Para especialistas na área de segurança, o ponto de inflexão foi julho de 2013, quando do assassinato do auxiliar de pedreiro Amarildo de Souza. Ele foi sequestrado, torturado e morto por PMs da UPP da Rocinha, favela onde morava. Doze PMs foram condenados pelos crimes de tortura seguida de morte, ocultação de cadáver e fraude processual

martedì 15 agosto 2017

Gente di MERDA


Home > Cronache > La strana morte di Niccolò Ciatti: chi sono gli assassini della discoteca

Martedì, 15 agosto 2017 - 11:41:00

La strana morte di Niccolò Ciatti: chi sono gli assassini della discoteca

Già scarcerati due dei tre aggressori del ragazzo di Scandicci deceduto a Lloret de Mar. Ma spuntano inquietanti legami 

Le immagini della barbara uccisione di Niccolò Ciatti, giovane originario di Scandicci (Fi) in vacanza a Lloret de Mar, cittadina di mare della Catalogna, hanno fatto il giro del mondo. Al momento, la discoteca St. Trop, dove si è consumato l'omicidio del giovane in seguito a una rissa, è stata chiusa per "gravi anomalie nella sicurezza" e per agevolare le indaginisulla dinamica di quei fatali momenti che hanno stroncato la vita di Niccolò e distrutto per sempre quella dei suoi famigliari e amici. 

L'inchiesta della polizia catalana ha subito portato all'arresto di tre giovani di 20, 24 e 26 anni, ritenuti di nazionalità russa. Ulteriori indagini hanno portato a scoprire che, per la precisione, i tre aggressori sono ceceni e, come si è scoperto, residenti in Francia ove hanno richiesto asilo politico. Pare che, a scatenare la rissa, sia stata una spinta accidentale fra Niccolò e uno dei tre ceceni, poi degenerata - con l'arrivo dei "rinforzi" - in un pestaggio vero e proprio ai danni del giovane di Scandicci. Tre contro uno, mentre tutti gli astanti assistevano - vergognosamente - impietriti.

Analizzando le riprese video delle telecamere di sicurezza, è stato tuttavia ravvisato un elemento peculiare che ha destato i sospetti delle forze dell'ordine. Il calcio sferrato a Niccolò in pieno viso, infatti, risulterebbe tipico di un conoscitore delle arti marziali, e - dopo qualche interrogatorio - gli inquirenti sarebbero giunti alla conclusione che i tre ceceni siano legati ad ambienti paramilitari. Sviluppo eclatante: due di loro sono già stati scarcerati mentre il terzo, quello del calcio fatale, resta in carcere. I due scarcerati , per giunta, sarebbero già tornati in Francia. Il caso della morte di Niccolò Ciatti, al momento, risulta ancora piuttosto nebuloso così come il passato e il background dei tre ceceni, la cui probabile appartenenza a misteriose forze paramilitari rende il tutto più inquietante. Oltre al fatto della celere scarcerazione e del rapidissimo rimpatrio di due degli aggressori. 

Intanto, mentre proseguono le indagini, il Comune di Lloret de Mar ha annunciato che si costituirà parte civile al processo contro gli assassini di Niccolò, la cui scomparsa prematura e iniqua ha gettato nello sconforto Scandicci e anche tutta Italia. Lloret de Mar è tristemente nota per la serie di morti assurde di giovani turisti. Uccisi durante risse, sfracellati dopo giochi pericolosi dalle terrazze degli alberghi, assassinati dopo rapine finite male, sono molteplici i casi in cui dei ragazzi in vacanza hanno perso la vita in questa "ridente cittadina di mare" della Catalogna. Ultimo della tragica serie, il povero Niccolò Ciatti, assassinato sul pavimento di una discoteca davanti a una marea di persone inerti intente a filmare il tramonto dell'umanità

Cina in crisi....🤑


METEOOROSCOPO

Home > Economia > Cina: Fmi, economia piena di debiti e su traiettoria pericolosa

Martedì, 15 agosto 2017 - 15:56:00

Cina: Fmi, economia piena di debiti e su traiettoria pericolosa

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Elkette, l'alce peluche compagna dell'ad di Unicredit Mustier

La crescita cinese e' ottenuta al costo di un indebitamento crescente che aggrava i rischi finanziari a medio termine. L'allarme e' del Fondo monetario internazionale, che in un rapporto dedicato all'economia del Dragone, parla esplicitamente di "traiettoria pericolosa" e invita Pechino a riequilibrare i fattori in direzione di una crescita "piu' sostenibile". Grazie al sostegno dello Stato, scrivono i tecnici dell'Fmi, "le prospettive della crescita cinese si sono rafforzate nel breve termine, ma a prezzo di maggiori rischi nel medio". A fronte di un rafforzamento dei piani infrastrutturali, del boom immobiliare e dell'aumento del credito, il Pil cinese e' cresciuto del 6,9% su base annua sia nel primo che nel secondo trimestre, contro il +6,7% del 2016. Ma questo risultato, avvertono da Washington, potrebbe essere precario. "Il costo principale", si legge nel rapporto, "e' un aumento importante dell'indebitamento pubblico e privato".

L'Fmi mantiene le sue previsioni di una crescita del Pil cinese pari al 6,7% quest'anno e al 6,4% nel 2018 e nel 2019. Ma per ottenere l'obiettivo, rileva, "Pechino dovra' mantenere l'attuale livello di investimenti pubblici e lasciar correre l'indebitamento privato". Una scelta non priva di rischi. "I precedenti internazionali", afferma il Fondo, "suggeriscono che la bolla del credito in Cina segue una traiettoria pericolosa", che rafforza i rischi di "un aggiustamento brutale" o di "uno sgonfiamento della crescita". Secondo i tecnici di Washington, "le fragilita' si sono accumulate" e, "se il Governo cinese non agira', non fara' che ritardare l'inevitabile aggiustamento, rendendolo piu' doloroso". Per questo il Rapporto raccomanda a Pechino di smetterla di fissare obiettivi di crescita quantitativi e irrevocabili e di accelerare le riforme per rafforzare "il ruolo del mercato". 

Trump: Cina avverte, prenderemo misure difesa interessi commercio 

La Cina ha avvertito Donald Trump che "difendera' i suoi interessi", in risposta alle indagini ordinate dal presidente Usa per chiarire se Pechino abbia violato la proprieta' intellettuale e abbia ottenuto impropriamente tecnologia straniera. Esprimendo "grande preoccupazione" per la decisione, e invitando Washington alla "prudenza", il ministero del Commercio cinese ha sottolineato che l'iniziativa americana e' una "violazione delle regole sul commercio internazionale". "Una guerra commerciale e' senza futuro e non e' negli interessi di entrambi i Paesi", ha aggiunto il dicastero.

La piu grande truffa immobiliare in lombardia

La più grande truffa immobiliare in Lombardia affaritaliani.it Totò è riuscito a vendere la fontana di Trevi ad un turista americano: erano altri tempi, d’accordo; ma quel genio, quella capacità tutta italiana di truffare con maestria e ingegno, qualcuno la possiede ancora. E’ il caso di un gruppo di sette persone (sei di queste finite in carcere e una agli arresti domiciliari), attualmente in attesa di essere processati per quella che è stata definita la più grande truffa immobiliare degli ultimi anni. Non è stato possibile stabilire con esattezza l’ammontare preciso dei ricavi della truffa perché gli inquirenti sospettano che vi siano numerosi altri casi non denunciati o che ve ne siano altri non ancora riconducibili a questa organizzazione: per ora il danno stimato arrecato agli ignari acquirenti che hanno sborsato denaro per l’anticipo della compravendita di case che non potranno mai possedere, si aggira intorno ai due milioni di lire. Grazie a documenti inediti emerge la capacità della squadra investigativa del Comando Provinciale dei Carabinieri di Via Moscova a Milano, che è riuscita ad individuare il tallone di Achille dell’organizzazione, e cioè l’unico errore commesso dai componenti della banda, che diversamente sarebbe rimasta impunita per sempre. Il G.I.P. Andrea Galzinetti, ha disposto la custodia cautelare per Eugenio Pulici, 76 anni, residente a Peschiera Borromeo (Mi); Luciano Chierici, 59 anni, di Desio (Mb); Neza Teresa Vidmar, 66 anni, nata in Slovenia ma residente a Milano; Massimo Ferioli, 567 anni di Marnate (VA); Dario Crespi, 63 anni, di Brugherio (Mb); Maria Assunta Corno, 68 anni, di Concorezzo (Mb); e gli arresti domiciliari per Cinzia Maffi, 41 anni di Melzo (Mi). La motivazione, cita l’Ordinanza di applicazione di misura cautelare coercitiva: “deriva dalla risultanza delle indagini che hanno dimostrato che; per quanto riguarda Il Chierici, il Ferioli, il Crespi, la Vidmar, la Maffi e la Corno, i compenti della banda si associavano tra loro, e verosimilmente con altre persone allo stato non ancora identificate, con lo scopo di commettere un numero indeterminato di delitti, accumunati dal filo rosso di una spiccata finalità di profitto. Costituivano in particolare un solido e duraturo sodalizio allo specifico proposito di poter attuare una serie di truffe nel settore immobiliare, effettivamente poi commesse”. Il Ferioli, il Giudici, il Crespi e il Chierici, sono stati individuati come gli organizzatori e i promotori dell’organizzazione. In pratica questa organizzazione, operava come con una professionalità e con una capacità straordinaria. Avevano previsto tutto: uffici di rappresentanza, macchine di lusso, vestiti di sartoria, telefoni, automobili, siti web, materiale pubblicitario e disponevano di strutture commerciali e quant’altro necessitasse per rendersi più che credibili e al di sopra di qualsiasi sospetto. Ma non è solo questa la bravura e l’ingegno profusi degli appartenenti di questa organizzazione: i loro modi e la loro capacità persuasiva, e la loro preparazione tecnica in materia di immobili, ad altissimo livello, erano di fatto il biglietto da visita di un gruppo d’elite che non è mai stato messo in discussione da nessuna delle loro vittime. Il loro modus operandi era sempre più o meno lo stesso: attraverso annunci internet nei vari portali tra i più noti che si occupano di vendita e acquisto di attività immobiliari, sia per privati che per aziende, cercavano, parallelamente, le due tipologie di persone necessarie affinché la truffa potesse essere perpetrata, e cioè chi, sempre senza agenzia, tentava la vendita di un appartamento di lusso in zona centrale, e chi, sempre privatamente e senza agenzia, manifestava il desiderio di acquistare un immobile di lusso in zona centrale. Una volta individuati sia il venditore che il possibile acquirente, iniziava il vero lavoro degli abili truffatori che, pur diversificandosi a secondo dei casi e delle tipologie delle persone da incontrare, manteneva quasi sempre lo stesso modo di agire. Generalmente la ricerca iniziava partendo dal possibile acquirente che cercava negli annunci on-line un alloggio con determinate caratteristiche in una certa zona. Avveniva così il primo contatto, solitamente via mail che aveva il compito di “sondare” le intenzioni e la credibilità dell’inserzionista, e si avviava così il primo contatto; diciamo “l’esca”. Se il possibile acquirente abboccava e rispondeva, arrivava il primo contatto telefonico da uno dei tanti “alias”, ovvero nominativi fasulli, dei sedicenti Fausto Morand, o Gramegna, o Bernasconi, o Crudeli, o Leopardi, o Pignoli, o Tonelli, o Bianchi , o Sirtori, o Bianchi, o Benedetti, o Bucci che vantando la qualifica di agente immobiliare o di mediatore o di semplice incaricato per conto di una società mandataria della proprietà, poneva in essere varie attività professionali tipiche del mediatore vero. Veniva così proposto l’incontro per far visionare l’appartamento sito proprio dove l’acquirente lo stava cercando (appartamento che nel frattempo qualcuno dell’organizzazione o aveva già individuato o stava cercando di individuare sempre attraverso le offerte della rete). Si procedeva quindi alle trattative pre-negoziali ben costruite, per far sì che si addivenisse in tempi piuttosto brevi a un accordo sul prezzo (sempre notevolmente inferiore a quello di mercato per appartamenti del genere) e che si potesse addivenire alla consegna di un significativo acconto in sede di preliminare. Quando l’appartamento idoneo veniva identificato, altri componenti dell’organizzazione procedevano invece a contattare il proprietario dell’immobile. Anche qui i nomi erano tutti inventati e fittizi e il ruolo di chi dovesse contattare il proprietario dell’alloggio era intercambiabile a seconda della tipologia delle persone individuate. Si presentavano dal venditore come un qualificati professionisti del settore, titolari di un pacchetto di facoltosi clienti che avevano intenzione di fare investimenti immobiliari. Dopo qualche incontro, con abilità e cedibilità, l’incaricato dell’organizzazione riusciva a carpire e a conquistare la fiducia del proprietario dell’immobile riuscendo a farsi consegnare sia le chiavi, necessarie per consentire la visita dell'unità immobiliare, che tutti i documenti catastali e di altra natura dell' appartamento, precisando che i clienti erano alquanto scrupolosi. A questo punto scattava la fase successiva: impadronirsi dell’identità del venditore e attraverso l'utilizzo di documenti falsi aprire un conto corrente a suo nome presso un qualsiasi istituto di credito. Quando il piano era pronto si provvedeva a fare incontrare il possibile acquirente con il vero/falso proprietario dell’alloggio. Gli si mostrava la casa, si trattava il prezzo e si definivano i dettagli per completare l’affare, magari in più incontri che avvenivano con il vero/finto responsabile mediatore, la vera/finta segretaria e altre figure di poco rilievo, magari un autista, un collaboratore generico o un semplice portaborse di contorno; insomma tutto quanto serviva per aumentare la credibilità della truffa. E questo avveniva con più probabili acquirenti, perché molti alloggi sono stati “venduti” a più persone. Dopo l’ultimo incontro si procedeva ad un contratto preliminare di vendita fornendo atti autentici: visure, attestato di certificazione energetica, verbali di assemblea del condominio, piante catastali. E oltre ai documenti originali venivano fornite anche fotocopie della carta d'identità del venditore e relativa tessera sanitaria riportante il codice fiscale, il tutto perfettamente falsificato. Alla sottoscrizione del contratto si stabiliva la somma pattuita e si addiveniva all’accordo che venisse versata una caparra o un anticipo sul prezzo (percentuale che variava in base alla trattativa, ma che si attestava sempre su cifre importanti che oscillavano dai minimo 30 mila euro e che potevano arrivare anche a sfiorare i 300/400 mila euro) tramite bonifico bancario o tramite la consegna di assegni bancari o circolari. Per non destare sospetti, e per rimandare il più possibile il momento in cui le persone truffate potessero capire di essere rimaste vittime di una truffa, e per poter aumentare il numero delle vendite dello stesso appartamento a più vittime, i truffatori cercavano di prendere tempo con le scuse più probabili possibili e mantenevamo nel frattempo cordiali rapporti con gli acquirenti attraverso una comunicazione continua con email e sms. La stesura del contratto definitivo poteva avvenire addirittura in studi notarili, presi a caso dall’elenco dei Notai di Milano. Quando il bonifico (o il versamento degli assegni ricevuti) giungeva sul conto corrente aperto con i documenti falsi, il denaro veniva immediatamente prelevato o fatto transitare su un altro conto corrente in Svizzera, sempre aperto con i falsi documenti serviti per l’intera operazione. Dopodiché avveniva il riciclo vero e proprio del denaro attraverso l’acquisto di lingotti d’oro, sempre utilizzando i documenti clonati, acquistati presso negozi o ditte specializzate di Milano, o della Svizzera. I casi accertati sono relativi ad immobili di Milano in zone centrali e di prestigio a Milano e più precisamente in via Vaina; via Pagano; via Melzi d'Eril; via Solari; via Ippodromo e corso Indipendenza. L’INDAGINE La complessa indagine ha avuto inizio quando le denunce presentate dalle numerose vittime della truffa, presentavano identiche modalità e caratteristiche, seppur perpetrate da individui con nomi diversi. Alla luce della serialità di diciassette episodi denunciati, i procedimenti sono stati riuniti, con conseguente conduzione delle indagini, affidate al Nucleo Investigativo dell'Anna dei Carabinieri di via Moscova. Gli investigatori hanno subito proceduto all'analisi dei tabulati del traffico telefonico delle utenze che venivano fornite alle persone truffate durante le trattative. Si è subito capito però che si trattava di telefoni cellulari e sim-card "usa e getta" e intestati ai falsi venditori o a persone inesistenti, e che non venivamo mai riutilizzati dopo il compimento del raggiro. Il traffico telefonico era limitato alle sole chiamate inerenti alle trattative immobiliari. L’unico dato investigativo rilevante emergeva dall'esame degli spostamenti sul territorio. Tutte le utenze avevano frequenti e quotidiane localizzazioni con l'attivazione dei ripetitori, oltre che nella zona in cui erano ubicati gli immobili oggetto delle finte vendite, in Milano e vari comuni dell’Hinterland. Si rilevavano anche spostamenti in Svizzera, in concomitanza con il perfezionamento dei raggiri, verosimilmente da ricollegare alle formalità relative all'apertura dei conti correnti e, dopo la truffa, al ritiro del denaro. Gli investigatori procedevano quindi agli accertamenti sul territorio nei luoghi in cui i cellulari venivano localizzati, ma senza successo. Non rimaneva che tentare, attraverso l'acquisizione dei tabulati di traffico telefonico di tutte le utenze attive in tali aree contestualmente a quelle prese in considerazione per le ricerche fino ad allora effettuate, di scoprire se vi fossero altre utenze che si spostavano parallelamente a quelle sotto osservazione e se i truffatori, nei loro spostamenti, avessero commesso l’errore di portare al seguito altri telefoni cellulari. Questo mastodontico accertamento ha consentito di arrivare alla prima identificazione. In esito ad una delle tante truffe perpetrata il 16.4.2014 ai danni di E.V., veniva individuata un'utenza cellulare in cui si registravano spostamenti del tutto coincidenti a quelli relativi ai cellulari utilizzati dai truffatori, perciò verosimilmente nella disponibilità della stessa persona. Tale utenza era intestata ed in uso a Eugenio Pulici, ripreso dalle telecamere posizionate presso la Banca Etruria nell'atto dell’ingresso in banca, nella data in cui veniva disposto il bonifico della somma indebitamente ricevuta da una delle persone truffate. L’utenza cellulare di Pulici veniva quindi sottoposta ad intercettazione. Si arrivava così all'identificazione di Neza Terezija Vidmar, in occasione dell'incontro con Pulici presso l'abitazione della donna, alla presenza anche di un’altra persona, successivamente identificata in Luciano Chierici. La successiva attività di indagine consentiva di apprendere come i truffatori utilizzassero per comunicare tra loro, oltre alle utenze cellulari dall'intestazione fittizia, anche telefonici pubblici. Le telecamere comunali consentivano inoltre di individuare il chiamante e l'autovettura che utilizzava, una Ford B-Max di colore blu. Si accertava che l'auto veniva parcheggiata nei box del condominio di via Gaetana Agnesi n. 1, dove è residente la moglie di Chierici. Si acquisivano dunque le fotografie di quest'ultimo e, ponendole a confronto con quelle apposte sui documenti falsificati, emergeva con chiarezza l'identità tra i due soggetti. Nel contesto delle attività di investigazione del Chierici, grazie alle riprese effettuate dalle telecamere comunali, emergeva che, in più occasioni, lo stesso veniva accompagnato a Milano della moglie del Ferioli. La conferma del coinvolgimento del Ferioli è giunta infine grazie al riconoscimento effettuato da numerose vittime della truffa in sede di individuazione fotografica. Grazie allo stesso tipo di confronto incrociato si è arrivati ad individuare il Crespi e la Corno. Il confronto tra la fotografia posta sulla carta di identità della Corno e quella applicata sul documento recante la falsa generalità del proprietario dell'immobile di via Pagano, permetteva di accertare che si trattasse della medesima persona. Attraverso ulteriori riscontri si identificava infine anche la Maffi, che, nel corso delle trattative relative alla falsa vendita dell'appartamento di via Melzi d'Eril si presentava ai potenziali acquirenti con il proprio nome di battesimo. http://www.affaritaliani.it/cronache/truffa-immobiliare-lombardia-427807.html

Non hai capito niente...kondonbià .....faccia di merda

Non hai capito niente

12.08.2017 00:00 di Filippo M. Capra
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Non sapevo che fuori dall’ingresso della Pinetina ci fosse scritto ‘villaggio vacanze’, voi per caso ve ne eravate accorti? O forse nel cortile della sede dell’Inter, appena sotto al cartello che invita a rallentare causa passaggio pedonale… Più semplicemente, invece, non c’è alcun avviso, il che ci rassicura circa la nostra capacità visiva ma ci fa preoccupare per quel che riguarda la salute della Beneamata. In ogni realtà che si rispetti, che sia a livello calcistico o extracalcistico, c’è una sola componente che sta alla base di tutto: il rispetto. Rispetto per il lavoro degli altri, per la loro professionalità, per i loro sacrifici. Per la loro situazione economica. Rispetto per ogni cosa o persona che incontri sul posto di lavoro e per l’ambiente che gli gravita intorno. Non è ammissibile che un ragazzo, o meglio, uno sbarbato come diciamo noi a Milano, che guadagna MILIONI DI EURO ogni anno per giocare a pallone, si arroghi il diritto di insultare, perché di insulto si tratta, un club come l’Inter. Non esiste. Non sarebbe stato comprensibile nemmeno se una bandiera dei tempi che furono avesse fatto un gesto simile, figuriamoci un giocatore che è qui da due sole stagioni, che è stato corteggiato, coccolato e protetto per 24 lunghissimi mesi da una società che ha investito quasi 40 milioni di euro per acquistarlo e non ha avuto in cambio nemmeno un decimo della fiducia in lui riposta.

Inter, ecco Colidio

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Le prestazioni degne di nota di Geoffrey Kondogbia in questo lasso di tempo si contano sulle dita di una mano. Ma nonostante questo il club ha continuato a credere in lui, Spalletti si è addirittura sbilanciato facendogli piccole promesse circa il suo ruolo all’interno dell’organico nerazzurro nelle stagioni che verranno. Parole che, evidentemente, sono entrate da un padiglione auricolare e sono uscite dall’altro, tempo di una veronica inutile a centrocampo (ricordate cosa disse de Boer di lui?). Ma l’Inter è più forte di tutto questo. Non si spaventa davanti ai capricci di un dilett… ehm scusate, ‘professionista’. Chiunque esso sia. Kondogbia vuole la cessione, e la cessione avrà ma alle condizioni nerazzurre. Se è vero che determinati club (uno solo) lo vogliono così tanto, sapranno anche riconoscerne il valore e fare il giusto investimento economico per ingaggiarlo. Altrimenti vorrà dire che resterà qui, con tutte le conseguenze del caso. Attenzione, qui nessuno ce l’ha col Valencia che ha agito e sta agendo nel pieno rispetto delle regole e dell’Inter (vedi la trattativa per Murillo). Ma l’aria è cambiata, e senza sbilanciarsi su quanto sia giusta o meno la nuova politica societaria riguardo queste situazioni, ora non è più permesso sbagliare in questo modo.

Non sono più i tempi in cui l’amato presidente Massimo Moratti prendeva a cuore i suoi giocatori e li coccolava quasi come fossero figli suoi, perdonando loro tutto, anche i peggiori tradimenti (qualcuno andò al Milan dopo una tappa a Madrid…). Moratti era un romantico, l’Inter l’ha gestita col cuore rimettendoci enormi quantità di denaro e, forse, anche qualcosa in salute. Ma i tempi, come dicevamo, sono cambiati. Il Romanticismo non è più il punto di partenza, è una corrente d’aria fresca che inebria gli spiriti dei tifosi nerazzurri quando davvero vedono la passione e l’amore che metti ogni giorno e ogni domenica sul campo per difendere l’onore di questa maglia.

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Tempo fa ci fu un altro ragazzotto che si rese protagonista di un episodio che aggettivarlo come spiacevole è un eufemismo. Egli gettò per terra la casacca in seguito ai fischi ricevuti da alcuni degli 80mila presenti quella sera, dopo una storica vittoria interna in Champions League per 3-1 contro l’imbattibile Barcellona di Pep Guardiola e Leo Messi. Come ben sappiamo, Mario Balotelli lasciò l’Inter l’estate seguente per non farci più ritorno. Purtroppo ci sono, di tanto in tanto, personaggi che probabilmente pensano di essere più grandi del club per cui LAVORANO. Che credono di poter fare il bello e il cattivo tempo a seconda di quelle che sono le loro priorità in quel preciso periodo.

Eppure dovrebbero saperlo che i nomi che hanno reso grande l’Inter in Italia e nel mondo erano i primi a eccellere per umiltà, dedizione e rispetto per i colori che rappresentavano. Per tutti i collaboratori, i magazzinieri, i dirigenti, i presidenti e i giocatori che sono venuti prima di loro e che sarebbero venuti dopo. Per rimarcare il senso di appartenenza che si ha all’interno di una famiglia. Chiudo con una citazione dell’indimenticato Avvocato Giuseppe Prisco, che dedicò la sua intera esistenza alla causa nerazzurra. In risposta ad un giornalista, Peppino disse: “Qualche suo collega mi ha detto: 'Lei ha servito cinque presidenti dell’Inter'. Ho risposto: “Non è esatto, io ho cercato di servire sempre e solo l’Inter”. Ecco, questo sì che potrebbe essere scritto fuori dalla Pinetina o sotto la sede

domenica 19 febbraio 2017

Dove abitare a Salvador???

I MIGLIORI QUARTIERI DOVE VIVERE A SALVADOR DE BAHIA




Se si ha in programma di trasferirsi a Salvador de Bahia è senza dubbio importante scegliere in quale quartiere andare ad abitare. Non è facile però indirizzare le nostre ricerche d’alloggio in un quartiere piuttosto che in un’altro, specialmente se non si conosce la città.

Mi trovo esattamente in questa situazione: sto prendendo la decisione di lasciare il Sud del Brasile e trasferirmi a vivere nel Nord Est. Una delle opzioni di destinazione che si sta rafforzando è la città di Salvador de Bahia. Vi sono stato solo una settimana diversi anni fa e quindi non la conosco molto e non saprei indirizzarmi verso un quartiere specifico dove andare ad abitare. Nelle grandi città brasiliane può essere fondamentale in che quartiere si va a vivere, sicuramente più importante che non nelle città italiane. Leggete il post: “ Cercando casa a Rio de Janeiro”. Mi sto quindi informando sulle caratteristiche dei vari quartieri cittadini. 

Eccovi le opinioni che ho raccolto sino ad ora. Mi saranno utilissime anche le indicazioni di coloro che conoscono i luoghi e vogliono gentilmente lasciarmi un commento.

Secondo le agenzie immobiliari i quartieri più procurati a Salvador per l’acquisto o l’affitto di abitazioni sono: 

  •  posto: Pituba (25,4%)

  • 2° posto: Paralela/Imbuí (16,7%)

  • 3º posto: Brotas/Vila Laura (12,6%)

  • 4º posto: Itapuã (7,8%)

  • 5º posto: Cabula (6,9%).

Qualcuno dice di evitare quartieri molto lontani dal centro già che per il traffico caotico lo spostarsi risulta difficile e perchè anche meno sicuri pur essendo a volte quartieri residenziali cari e di alto livello.

QUARTIERI CONSIGLIATI

Quartieri cari

  • LAURO DE FREITAS lontano dal centro, tipo città satellite autosufficiente, ottimo per viverci, sicuro e facilmente raggiungibile.

  • RIO VERMELHO caro ma con completa infrastruttura. Sembra un poco il quartiere Federação ma è di livello economico superiore. Molto frequentato, specialmente da chi ama la notte. 

  • GRAÇcaroappartamenti antichi e spaziosi.

  • BURAQUINHO molto caro, di alto livello, sicuro.

  • HORTO FLORESTAL molto caro.

  • ITAIGARA molto caro, é un quartiere moderno. Si trova in una zona “nobile” abitata principalmente da persone con alto potere acquisitivo. Molti alberi, moderno con commerci e servizi. Ben pianificato, è il quartiere più sviluppato. Ha una zona solo di case con giardino. Sicuro, tranquillo, vicino a parchi e shopping center.

  • PITUBA molto caro, fra i quartieri più ricercati, vicino a shopping center.

  • ALTO DO COQUEIRINHO

  • BAIRRO DO CAJI’

  • CAMINHO DAS ARVORES molto caro, vicino a shopping center.

  • IGUATEMI molto caro, vicino a shopping center.

  • RIBEIRA vicino a shopping center.

  • VITORIA caro

  • CANELA caro

  • CAMPO GRANDE caro

  • ONDINA caro,

  • BARRA AVENIDA caro ma con completa infrastruttura.

  • BARRA caro ma con completa infrastruttura..

  • CIDADE JARDIM caro ma con completa infrastruttura.

Quartieri non cari

  • BROTAS non caro, quartiere accettabile é uno dei maggiori di Salvador, si trovano appartamenti per tutte le tasche e gusti.

  • COSTA AZUL meno caro che Pituba, Itaigara etc. , a 5 minuti dal Salvador Shopping.

  • STIEP meno caro che Pituba, Itaigara etc., a 5 minuti dal Salvador Shopping

  • CABULA meno caro che Pituba, Itaigara etc., a 15 minuti dal Salvador Shopping CABULA VI é un quartiere simile a Federaçao, ha buoni edifici e i costi sono ragionevoli. E’ ben collegato con buone linee di autobus.

  • IMBUI’ non caro, quartiere accettabile.

  • FEDERAÇÃO (final da linha), buon quartiere e non costoso, vicino al centro. E’ un quartiere popolare ed economico con una buona localizzazione specialmente lungo la Avenida Cardeal da Silva o nelle sue vicinanze.

  • STELLA MARIS é un buon quartiere, lontano dalla confusione del centro e non caro ma è bene avere un’auto essendo lontano circa 30 Km. dal centro (Becem-Mecir).

  • ITAPUA non pericoloso, vicino a tutto, con varie case da affittare.

  • VILAS DE ATLANTICO buon quartiere per viverci, non pericoloso e facilmente raggiungibile

  • VILA DE ABRANTES buon quartiere per viverci, non pericoloso e facilmente raggiungibile

  • PIATA buon quartiere per viverci, non pericoloso e facilmente raggiungibile

  • BARRIS Quartiere ragionevole. Non è quella gran cosa ma sapendo scegliere si riesce a trovare dove vivere abbastanza bene senza pagare troppo caro.

  • GARCIA Quartiere ragionevole. Non è quella gran cosa ma sapendo scegliere si riesce a trovare dove vivere abbastanza bene senza pagare troppo caro.

  • NAZARE’ Quartiere ragionevole. Non è quella gran cosa ma sapendo scegliere si riesce a trovare dove vivere abbastanza bene senza pagare troppo caro.

  • AMARALINA Quartiere ragionevole. Non è quella gran cosa ma sapendo scegliere si riesce a trovare dove vivere abbastanza bene senza pagare troppo caro.

  • BARBAGLIO Quartiere ragionevole. Non è quella gran cosa ma sapendo scegliere si riesce a trovare dove vivere abbastanza bene senza pagare troppo caro.

  • BARROQUINHA vi si possono trovare appartamenti economici.

  • SUSSUARANA dicono non male, tra le opzioni più economiche non lontano dal centro

  • IAPI dicono non male, l’opzione più economica non lontano dal centro

  • PERO-VAZ (Rua principal) dicono non male, tra le opzioni più economiche non lontano dal centro.

  • CAIXA D’AGUA dicono non male, tra le opzioni più economiche non lontano dal centro.

  • CALÇADA non lontano dal centro

  • CHAME-CHAME 

QUARTIERI SCONSIGLIATI (PERICOLOSI)

  • NORDESTE DA AMARALINA

  • CIDADE DOS MACACOS

  • BAIRRO DA PAZ

  • BOCA DO RIO

  • MUSSURUNGA

  • ENGENHO VELHO DA FEDERAÇÃO .

  • GARCIA

  • VITORIA secondo qualcuno è un quartiere pericoloso pur essendo di classe alta.

  • PARQUE SAO CRISTOVAO

Ssa Brasile à noite

Vita Notturna a Salvador de Bahia

Salvador de Bahia è una delle città, dopo San Paolo e Rio de Janeiro dove potrete trovare tanta vita notturna per passare le vostre serate in allegria. C’è da fare alcune premesse prima di andare alla descrizione dei locali notturnidiscotechecocktail bar e caffè più importanti della città. Chi conosce beneBahia sa che non esistono locali abituali, anzi, la popolazione giovane preferisce girare in base ai propri interessi del momento. Di solito in città esistono moltissimi locali per ballare ma bisogna fare una distinzione ben precisa. I locali frequentati da cittadini di colore, che quindi hanno origini africane, sono quelli tipici della zona, con danze e musica popolare e gente semplice. Al contrario se vedete un locale esclusivamente frequentato da bianchi allora vi trovate di fronte ad un locale di stile europeo, con musica dance e buoni cocktail. Per vivere appieno l’esperienza di Bahia vi consigliamo di frequentare entrambe le tipologie. Altro punto a favore dei ritrovi notturni di Salvador de Bahia è la presenza di tanta musica, sempre dal vivo, non solo nei locali ma anche presso spiagge e lungo le strade principali; uno degli spazi più rinomati per la vita notturna è Boca do Rio.

Pimentinha

Il Pimentinha è un cocktail Bar tra i più rinomati a Salvador. All’interno si può ascoltare buona musica, di solito Musica Popolare Brasiliana e Bossanova, rigorosamente dal vivo. È ubicato presso Boca do Rio ed è veramente carino sia per la strampalata struttura che lo mantiene sia per lo staff molto colorito. Ottimi i drink con tipici Tira Gosto (stuzzichini). Di solito il locale è frequentato da variegata tipologia di “abitanti della notte”. Apre solo di Lunedì

Rock in Rio

Al bellissimo Rock in Rio ci si può scatenare a ritmo di Samba Bahiano. È una bella discoteca situata all’interno dell’Aeroclub sempre a Boca do Rio, dove si balla fino a mattina sotto le note della bellissima musica brasiliana (sempre suonata dal vivo). Vedrete danzare anche ballerine professioniste, un ottimo locale per imparare il tradizionale ballo brasiliano.

Cafè Cancun

Il Cafè Cancun si trova nella zona di Aeroclub ed è una delle più belle discoteche di Bahia. Di solito sono organizzate feste a tema con tutti i VIPS più importanti della città e del Brasile. Non è un locale in cui si balla musica popolare, ma dovrete accontentarvi della classica musica commerciale.
Il fattore PRESENZA è molto importante, poiché essendo un locale ben frequentato, la selezione è davvero dura. Armatevi dei vostri migliori abiti e che la fortuna vi assista!

Beco de Gal

Il Beco del Gal è veramente un locale fuori dal comune poiché si sviluppa in uno stretto cortiletto di un’autofficina che di sera cambia volto per trasformarsi in una sala da ballo e da musica. Il posto è frequentato esclusivamente dagli abitanti di Salvador e si suona musica popolare brasiliana. Molto caratteristico!

Caminho

Il Caminho è uno dei locali molto alla moda di Salvador de Bahia è praticamente frequentato solo da bianchi ed è aperto 24 ore su 24. Al suo interno troviamo una discoteca “il Dolce” una delle più belle di Bahia. Insomma il tour è questo: prima drink nel bar del palazzo e successivamente danze e balli sfrenati sul danceflor.