Calciopoli: le colpe di Juve e Inter
Le motivazioni del tribunale di Napoli, per quel che ho potuto leggere, sembrano uscite direttamente dal tribunale sportivo. Non c’è sicurezza di partite falsate, ma c’è stato un continuo tentativo di falsarle. Anche la prima sentenza sportiva stabilì questo. Non era dimostrabile una sola partita falsata, ma c’erano stati tra Moggi e i dirigenti arbitrali una lunga serie di rapporti tesi a favorire dei risultati. Nella frode sportiva, anche in tribunale, “il reato di tentativo non ha la necessità della conferma”. Ma, anche il tribunale penale è convinto “in modo evidente” che Moggi sia stato il capo dell’organizzazioni. Questo nuovo capitolo non riapre niente nel bene o nel male. Sono semplicemente le motivazioni di una sentenza di forte condanna per Moggi e gli altri imputati. Nè ci sono grandi novità rispetto all’inizio. Anche il processo sportivo non riuscì a dimostrare nessun illecito, tanto che Saverio Borrelli, allora procuratore federale, s’inventò un capo d’accusa nuovo di zecca, l’illecito strutturale. Mi sembra che il tribunale di Napoli abbia esattamente confermato questo.
E’ giusto? Non è giusto? Ci sono dei fatti e molte opinioni. I fatti dicono che tutti i gradi di giudizio della disciplina sportiva hanno condannato Moggi e gli altri imputati. La giustiza ordinaria anche, almeno per il primo grado. E non attraverso condanne leggere. Moggi senza l’appello, dovrebbe già scontare cinque anni e quattro mesi.
Le opinioni capisco che siano infinite, l’argomento si presta. La mia è la seguente:
1) Credo che la sostanze delle cose sia quella portata avanti da giustizia sportiva e giustizia ordinaria.
2) Non credo nell”associazione a delinquere, mi sembra una strada troppo in salita, ma non ho la competenza giuridica per dare giudizi seri in questo angolo di materia.
3) La punizione della Juventus è stata eccessiva. Doveva riguardare la retrocessione in B, penalizzazione in B e perdita dello scudetto del 2004-2005, uno solo.
4) Il danno subito dalla Juve è stato molto più grande di quanto forse voluto dalla stessa giustizia sportiva. La squadra che aveva vinto per due anni consecutivi è stata venduta ai migliori offerenti cambiando in modo evidente il corso della cronaca per molti anni. In sostanza, non solo la Juve è stata punita nel passato e nel presente, ma anche per il futuro, dopo cioè che aveva scontato la pena. Infatti ancora adesso deve tornare a vincere e solo quest’anno è tornata a essere competitiva.
5) E’ stata la Juve a prendere subito e per prima le distanze da Moggi e Giraudo costringemndoli alle dimissioni.
6) E’ stata la Juve a patteggiare nell’aula sportiva la propria sentenza.
7) E’ ormai chiaro che se nel 2006 avessimo avuto le intercettazioni che si hanno adesso, anche l’Inter avrebbe subito danni importanti.
8) Penso che l’Inter avrebbe fatto meglio a non prendere lo scudetto tolto alla Juve.
9) Sarebbe stato non obbligatorio ma elegante avesse chiesto di essere processata senza tenere conto dei termini di prescrizione.
10) E’ molto sbagliato fare di Calciopoli una storia fra Juve e Inter. Se anche l’Inter fosse colpevole, non sarebbe mai stata innocente la Juve.
11) Entrambe hanno danneggiato tutte le altre squadre che in questa storia si sono comportate correttamente.
Tt uguali................
domenica 2 dicembre 2012
sabato 1 dicembre 2012
Sfogo.....io sono interista ma nn sono mica pirla.....
Il mio presidente per il quale sono riconoscente e per il quale sempre lo sarò ,deve smetterla quando nn vinciamo di attaccarsi agli arbitri e alle solite cazzate,troppe ne ho sentite e troppi ne ho visti(giocatori mediocri )che dal finire anni "90 ad ora hanno vestito la casacca nerazzurra......troppi i lamenti.....troppe le colpe ad arbitri e dirigenti avversari,....ma signor presidente,quando la sentirò dire che se noi avevamo cento fanti,gresko,dalmat,i turki,Recoba ,.....poi preferisco nn ricordare chi è stato nerazzurro fino al 2005,c era chi aveva 8 titolari nella nazionale con in più zidane o Trezeguet o Camoranesi o thuram ,o i milanisti che per decenni hanno avuto uno squadrone,e allora mi domando,oggi con Alvarez dove vuoi andare?
Non crede che è giunto il momento di guardarsi allo specchio e di piantarla di piangere ????e nella vita ognuno di noi raccoglie ciò che semina,caro il mio bel presidente.....per anni sono stato tesserato all fc,poi quando è stato il momento di alzare le coppe,vedi Madrid ,di biglietto per i nn vip erano finiti,ovviamente no per lecchini ,vedi g.rossi e tt la truppa,per i capi curva,e certo inter=cosa loro,merde della tv- presenti..........vergognatevi,dopo di che le sono ........riconoscente!!!!!!
Non crede che è giunto il momento di guardarsi allo specchio e di piantarla di piangere ????e nella vita ognuno di noi raccoglie ciò che semina,caro il mio bel presidente.....per anni sono stato tesserato all fc,poi quando è stato il momento di alzare le coppe,vedi Madrid ,di biglietto per i nn vip erano finiti,ovviamente no per lecchini ,vedi g.rossi e tt la truppa,per i capi curva,e certo inter=cosa loro,merde della tv- presenti..........vergognatevi,dopo di che le sono ........riconoscente!!!!!!
Moggiopoli
Il sistema funzionava così: il calcio italiano era nelle mani della Juventus di Moggi e Giraudo e del Milan di Berlusconi e Galliani, che facevano il bello e il cattivo tempo attraverso manutengoli come il vicepresidente della Figc Mazzini, i designatori arbitrali Pairetto e Bergamo e un harem di arbitri e guardalinee di fiducia. Il presidente Carraro fingeva di non vedere. Così come la giustizia sportiva e gli altri organi di controllo. Chi si sottometteva alla Cupola (la Lazio, la Reggina, la Roma da una certa fase in poi e altri) aveva diritto di esistere; chi si ribellava, come inizialmente la Fiorentina dei Della Valle, o era fuori dal giro, come Moratti e Gazzoni Frascara, veniva bastonato.
I Della Valle, secondo l’accusa, vedendo la loro Fiorentina perseguitata dagli arbitri, andarono a baciare la pantofola dei Mazzini e dei Moggi, e i viola si salvarono in extremis a scapito del Bologna di Gazzoni. L’Inter intanto continuava a spendere e spandere senza toccare palla. Finché Facchetti tentò anch’egli di entrare nel giro, ma con scarsi risultati. Tutti sapevano come andavano le cose, ma nessuno denunciava (a parte Zeman, Baldini e pochi altri outsider, subito messi fuori gioco). Anche molti giornalisti sportivi e moviolisti, che infatti Moggi curava amorevolmente con regali e scoop-omaggio. Gli arbitri che sbagliavano nella direzione giusta venivano premiati, gli altri finivano anzitempo la carriera.
In pieno conflitto d’interessi, Moggi e il figlio gestivano un battaglione di calciatori e allenatori con la Gea World, che riuniva i figli di papà che contavano: Geronzi, Lippi, De Mita, Calleri, Cragnotti, Tanzi. Bastava leggere le intercettazioni per ritenere giuste, anzi troppo lievi, le sanzioni sportive a Juve, Milan, Fiorentina, Lazio e Reggina (la Juve evitò la Serie C solo perché si doveva salvare il Milan dalla B). E basta rileggerle oggi per ritenere sacrosanta la sentenza del Tribunale di Napoli che ha condannato gran parte degli imputati per associazione per delinquere e frode sportiva. Tre giudici, con una presidente tutt’altro che tenera con l’accusa (che tentò addirittura di ricusarla) e sempre elogiata dalle difese, hanno ritenuto provate le accuse dopo tre anni di dibattimento. E si son fatte una risata dinanzi alla linea difensiva moggian-craxiana del “così fan tutti”. Sia perché l’eventuale responsabilità altri non cancella quella di un imputato colpevole; sia perché le mirabolanti intercettazioni sfoderate dalla difesa dimostrano al massimo che l’Inter tentò di entrare nel giro, non che ha commesso reati. Ora Moggi manda a dire che lui ha fatto tutto per conto della Juve: bella novità.
Quando Umberto Agnelli lo ingaggiò, Moggi era imputato a Torino per aver fornito prostitute ad arbitri per le partite di Uefa del Torino. Quindi fu assunto proprio perché si sapeva chi era e come operava. Moggi aggiunge che le schede telefoniche estere da lui usate le pagava la Juventus, per aggirare lo “spionaggio industriale Telecom-Inter”: e allora perché le passò ai designatori Bergamo e Pairetto? Anziché lasciarsi lo scandalo alle spalle, come aveva fatto suo cugino John Elkann, Andrea Agnelli figlio di Umberto e amico di Moggi e Giraudo ha ripreso a gridare al complotto e a rivendicare gli scudetti dello scandalo, giustamente revocati. Ora, con la sentenza di Napoli e i messaggi di Moggi, ha quel che si merita. Forse, anziché vellicare gli istinti peggiori della tifoseria peggiore, farebbe bene a guardare al futuro. A farsi spiegare lo “stile Juventus” da chi ancora sa cos’è come Boniperti, Trapattoni, Zoff e Platini. E magari a costruire stadi più sicuri.
I Della Valle, secondo l’accusa, vedendo la loro Fiorentina perseguitata dagli arbitri, andarono a baciare la pantofola dei Mazzini e dei Moggi, e i viola si salvarono in extremis a scapito del Bologna di Gazzoni. L’Inter intanto continuava a spendere e spandere senza toccare palla. Finché Facchetti tentò anch’egli di entrare nel giro, ma con scarsi risultati. Tutti sapevano come andavano le cose, ma nessuno denunciava (a parte Zeman, Baldini e pochi altri outsider, subito messi fuori gioco). Anche molti giornalisti sportivi e moviolisti, che infatti Moggi curava amorevolmente con regali e scoop-omaggio. Gli arbitri che sbagliavano nella direzione giusta venivano premiati, gli altri finivano anzitempo la carriera.
In pieno conflitto d’interessi, Moggi e il figlio gestivano un battaglione di calciatori e allenatori con la Gea World, che riuniva i figli di papà che contavano: Geronzi, Lippi, De Mita, Calleri, Cragnotti, Tanzi. Bastava leggere le intercettazioni per ritenere giuste, anzi troppo lievi, le sanzioni sportive a Juve, Milan, Fiorentina, Lazio e Reggina (la Juve evitò la Serie C solo perché si doveva salvare il Milan dalla B). E basta rileggerle oggi per ritenere sacrosanta la sentenza del Tribunale di Napoli che ha condannato gran parte degli imputati per associazione per delinquere e frode sportiva. Tre giudici, con una presidente tutt’altro che tenera con l’accusa (che tentò addirittura di ricusarla) e sempre elogiata dalle difese, hanno ritenuto provate le accuse dopo tre anni di dibattimento. E si son fatte una risata dinanzi alla linea difensiva moggian-craxiana del “così fan tutti”. Sia perché l’eventuale responsabilità altri non cancella quella di un imputato colpevole; sia perché le mirabolanti intercettazioni sfoderate dalla difesa dimostrano al massimo che l’Inter tentò di entrare nel giro, non che ha commesso reati. Ora Moggi manda a dire che lui ha fatto tutto per conto della Juve: bella novità.
Quando Umberto Agnelli lo ingaggiò, Moggi era imputato a Torino per aver fornito prostitute ad arbitri per le partite di Uefa del Torino. Quindi fu assunto proprio perché si sapeva chi era e come operava. Moggi aggiunge che le schede telefoniche estere da lui usate le pagava la Juventus, per aggirare lo “spionaggio industriale Telecom-Inter”: e allora perché le passò ai designatori Bergamo e Pairetto? Anziché lasciarsi lo scandalo alle spalle, come aveva fatto suo cugino John Elkann, Andrea Agnelli figlio di Umberto e amico di Moggi e Giraudo ha ripreso a gridare al complotto e a rivendicare gli scudetti dello scandalo, giustamente revocati. Ora, con la sentenza di Napoli e i messaggi di Moggi, ha quel che si merita. Forse, anziché vellicare gli istinti peggiori della tifoseria peggiore, farebbe bene a guardare al futuro. A farsi spiegare lo “stile Juventus” da chi ancora sa cos’è come Boniperti, Trapattoni, Zoff e Platini. E magari a costruire stadi più sicuri.
DOPING juve PRESCRIZIONE per 59 giorni. Che ci rinuncino loro ! "E la frode sportiva della Juve? I media tacciono"
"Il 29 maggio la Corte di Cassazione ha stabilito in via definitiva che la Juventus di Lippi, del dottor Agricola, la Juventus del fantastico tridente Del Piero-Vialli-Ravanelli, attuò, dal ’94 al ’98, “un disegno criminoso per alterare le gare attraverso la somministrazione illecita di farmaci” I giocatori di quella squadra inarrestabile erano infarciti di doping (sostanze proibite) sia di sostanze lecite somministrate inspiegabilmente a giocatori sani. La sentenza della Cassazione ha stabilito in via definitiva che la Juventus , nelle persone di Antonio Giraudo, amministratore delegato, e Riccardo Agricola, responsabile dello staff medico, commise in modo continuato, per 4 stagioni, il reato di frode sportiva violando la legge 401 dell’ 89. Sentenza definitiva che aggrava quella del Tribunale che come ricorderete aveva condannato solo il medico Agricola assolvendo con formula dubitativa Giraudo. Per la cronaca: grazie all’avvenuta prescrizione del reato – sopraggiunta lo scorso 1 aprile 2007 – la Juve, pur colpevole, non può più essere punita. (fonte: Paolo Ziliani) Ma i giudici si spingono oltre scrivendo che i giocatori “non possono essere considerati semplici vittime” dell’operato della società. Dunque secondo la Corte i giocatori erano consenzienti ad assumere le sostanze “magiche” somministrate dal dott. Agricola. Il sipario – prosegue Ziliani – che la Cortedi Cassazione ha fatto calare sul vergognoso feuilletton ristabilisce, se non altro, alcune verità. La prima è che i 3 scudetti vinti dalla Juventus di Lippi tra il ’94 e il ’98 sono scudetti fasulli, diremmo anzi disonorevoli, di cui la Juve si dovrebbe vergognare e che dovrebbe restituire; scudetti che restano negli Albi d’Oro solo per prescrizione del reato, ma dai quali qualunque sportivo dotato di un minimo senso morale dovrebbe prendere le distanze (lo stesso dicasi, naturalmente, per la Champions League e la Coppa Intercontinentalevinte dalla Juventus nel 1996: trofei che andrebbero restituiti, con tante scuse, all’Ajax e al River Plate, e cioè ai loro legittimi vincitori morali). Nonostante la sentenza definitiva stupisce che i media abbiano completamente trascurato la notizia, che stranezza…
Viva la FIFA
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LIPPI ORA PARLA DI DOPING. MA QUANDO ZEMAN ACCUSAVA, LUI DOV'ERA?
Inviato da Alessandro Oliva il 2 maggio 2012 - 15:56
Viva la Fifa
Tempo fa Marcello Lippi è stato ospite della scuola di giornalismo Walter Tobagi, invitato a parlare alla fine del corso di perfezionamento in giornalismo sportivo. Non ho avuto modo di leggere quello che ha detto fino ad oggi. Rimanendo stupito.
Nel ricordare Petrini, morto pochi giorni fa e grande accusatore delle nefandezze dell'italia pallonara, Lippi dice: "Conoscevo Petrini, era un mio coetaneo. Come lui sono scomparsi altri miei ex compagni di squadra, ricordo Saltutti, insieme alla Pistoiese. Quando giocavo nella Sampdoria, era prassi che il massaggiatore ci facesse delle iniezioni, fra le dita ne aveva cinque diverse. “Vitamine”, ci dicevano. E tutti le facevano, oppure tutti ingoiavamo le pasticche colorate prima della partita. C’era un abuso di farmaci, pur di giocare con la pubalgia prendevo antinfiammatori ogni giorno e facevo infiltrazioni, finché non mi sentii male e dovetti fermarmi".
Ah. Eppure, nella mia infinita sbadattagine, mi era sembrato di capire che il doping nel calcio non esistesse. E invece "abbiamo saputo solo dopo che erano iniezioni di corteccia surrenale e che potevano creare problemi". 'Dopo' quando? Nel 1998 Zdenek Zemani disse all'Espresso, con una famosa espressione, che "il calcio deve uscire dalle farmacie". Si beccò del pazzo e del visionario. Tutti a stracciarsi le vesti e adire che il doping con il calcio non c'entrava. E infatti il laboratorio del Coni dell'Acqua Acetosa saltò. La Juve andò alla sbarra, trascinata da Guariniello, con un processo conclusosi nel 2007 con la prescrizione.
A distanza di circa 5 anni dalla fine del processo, le dichiarazioni di Lippi. Che fino a poco tempo fa, misteriosamente, non ha ritenuto necessario parlare delle 'vitamine'. Chi parla ancora è Zeman: "Noto ancora che ogni giorno escono nuovi tipi di medicinali e integratori; spero che non facciano male alla salute. Non credo che il calcio sia uscito completamente dalle farmacie». Chissà se Lippi ha qualcosa da aggiungere, ora.
Comments click to collapse contents
Ecco, adesso si beccherà gli click to collapse contents
Inserito da Rob il 2 maggio 2012 - 17:46.
Ecco, adesso si beccherà gli insulti dello juventino di turno. Le daranno dell'interista, nella migliore delle ipotesi. Se invece costui dovesse proprio decidere di volerla offenderle, allora le darà del napoletano perdente.
Buona fortuna!
le accuse di Zeman si click to collapse contents
Inserito da Anonimo il 2 maggio 2012 - 18:35.
le accuse di Zeman si riferivano come tempistiche agli anni 90 e post.
Le recenti dichiarazioni non sono poi così clamorose, si è sempre saputo che per fare sport a livelli agonistici non si beve solo il tè tra 1° e 2° tempo!
Non capisco se il signor Oliva ce l'abbia con il Lippi uomo/calciatore o il Lippi Juventino e Vincitore di un mondiale con la Nazionale nel 2006 chiaramente vinto sottobanco.
Con nessuno dei due. Ce l'ho click to collapse contents
Inserito da Alessandro Oliva il 2 maggio 2012 - 18:47.
Con nessuno dei due. Ce l'ho con chi parla fuori tempo. Petrini non lo ha fatto, Lippi sì. E non cadiamo nell'errore di pensare che siano situazioni diverse: sempre doping è.
Grazie Rob, ne ho bisogno! click to collapse contents
Inserito da Alessandro Oliva il 2 maggio 2012 - 19:02.
Grazie Rob, ne ho bisogno!
Spero non ritenga che questa click to collapse contents
Inserito da junk il 2 maggio 2012 - 23:45.
Spero non ritenga che questa mia risposta la insulti, ma trovo il suo articolo molto impreciso.
Tra Petrini e Zeman sono passati quasi 2 decenni, quindi, anche ammettendo che il calcio fosse dopato prima non esiste nesso con il fatto che lo fosse dopo, o viceversa ovviamente - legare i 2 elementi e poi trovare una "mancanza morale" di Lippi è quindi perlomeno pretestuoso. Lippi può benissimo pensare che 20 anni prima il calcio fosse marcio mentre quando lui allenava (e limitandosi alla sua responsabilità), no. Quindi parlare tranquillamente di questi temi, senza essere tacciato di incoerenza e "lascivia morale".
Arriviamo alla Juve di Lippi. Zeman fece un'affermazione quantomai generica sulle farmacie, ma poi fece nomi molto precisi indicando Vialli e Del Piero, giocatori sotto la responsabilità di Lippi. Secondo lei Lippi - per rispondere alle accuse - avrebbe dovuto salvare l'integrità di tutto il calcio degli ultimi decenni o parlare per la sua competenza, che è quello che succedeva sotto la sua gestione alla Juve? La risposta si dà da sola ovviamente.
Perchè nel suo articolo lascia sospese le colpe e lega con "nonchalance" il processo alla Juve ai fatti di doping prima citati? Se c'è una cosa che è chiara dal processo alla Juve è che la società è stata ASSOLTA dall'accusa di aver somministrato EPO ai suoi giocatori, il fatto non sussiste senza ombra di dubbio. In seguito, è rimasta la pista dell'abuso di farmaci leciti, per cui la Juve è stata prescritta. é molto diverso, molto - possiamo stare per ore a parlare dal punto di vista morale se sia corretto o no imbottire i propri giocatori di farmaci, io credo di no per esempio, possiamo anche discutere in libertà se l'abuso di farmaci leciti sia una forma di doping anch'essa, ma rispetto al suo articolo resta l'insopportabile panzana di far credere una cosa per un'altra e associare la prescrizone della Juve all'EPO e al doping.
Poco tempo fa, ascoltavo un amico che facendo di tutta l'erba un calderone morale, nel difendere la sua tesi ha aggiunto l'ultima topica - mi permetta - mancante al suo articolo - il famoso video di Cannavaro. Siamo dovuti andare a verificare perchè non voleva credere fosse possibile - e attribuiva alla mia juventinità accecante - che il video non fosse stato girato negli spogliatoi della Juve, ma 5 anni prima in quelli del Parma (tra l'altro uscì proprio prima di una partita fondamentale per lo scudetto della Juve). Già Cannavaro = dopato = uomo di m. = juventus dopata, ecc ecc.
Invece non era doping e non era girato alla Juve. Tutto falso come sempre, ma si sa, la calunnia è un venticello. Calunna calunnia, qualcosa resta. Visto che dal suo tono, è evidente che non esiste intento calunniatore, la inviterei perlomeno a maggior precisione, visto che qui non è solo tifo, ma anche la pelle delle persone, e un generico atteggiamento moralista e colpevolista che spara nel mucchio (spesso lo stesso mucchio, ma questa è un'altra storia) non aiuta nè aiuterà mai a distinguere le responsabilità dei colpevoli, se e dove ci siano. Responsabilità personali e da scovare, dovunque esse siano.
Gentile Junk, probabilmente click to collapse contents
Inserito da Alessandro Oliva il 3 maggio 2012 - 09:20.
Gentile Junk, probabilmente le mie sono insopportabili panzane, come forse lo sono, nell'ordine: il fatto che quando Davids fu beccato all'antidoping e squalificato era un giocatore della Juventus; il fatto che la Juve è stata sì assolta al processo per doping, ma con forti sospetti che certa memoria collettiva ha gettato nel dimenticatoio (vedi le quantomeno mirabolanti escursioni dell'ematocrito di alcuni giocatori bianconeri); il fatto che il laboratorio dell'Acquacetosa avesse più buchi di una fetta di formaggio svizzero: avesse funzionato meglio...
E poi, la questione dei farmaci. Lei dice "possiamo anche discutere in libertà se l'abuso di farmaci leciti sia una forma di doping anch'essa, ma rispetto al suo articolo resta l'insopportabile panzana di far credere una cosa per un'altra e associare la prescrizone della Juve all'EPO e al doping". Troppo comodo ridurre così il mio pensiero. Nella lista dei farmaci c'erano psicofarmaci e cardiotonici. Il farmacista in questione ha patteggiato. E non è stata riconosciuta la frode sportiva ai fatti in oggetto. Questo non significa che la Juve non abbia drogato i propri giocatori, ma che la frode non corrisponde ai fatti secondo quella legge: basta leggersi la sentenza. Dunque il fatto che nelle stenze della Juve ci fossero più di 200 farmaci diversi non è solo una questione morale.
Grazie per la gentile click to collapse contents
Inserito da Anonimo il 3 maggio 2012 - 23:33.
Grazie per la gentile risposta,
resta che la Juve è stata assolta e non prescritta dall'accusa di doping, come da sentenza - mentre prescritta per abuso di farmaci leciti. Nuova fattispecie entrata dopo quasi 5 anni all'essere caduta la prima accusa. Questo è un fatto, e credo sia bene ricordarlo, perchè sennò le persone meno informate di lei possono pensare male, ossia che ci fosse doping alla Juve - che è falso e dopo 3 gradi di giudizio non abbiamo più ragione di dubitarne. In sostanza, nessuna delle sostanze trovate alla Juve era illegale o non in commercio in Italia, mentre nessuna delle sostanze dichiarate illlegali è stata riscontrata nelle analisi cui venivano sottoposti i giovcatori della Juve, né in Italia, nè all'estero.
resta anche che i buchi del laboratorio dell'Acquacetosa - cui fa giustamente riferimento - non si "applicano" alla Juve, ma a tutte le altre società, in quanto - unici - i valori della Juve sono stati rianalizzati durante il processo, e abbiamo modo di non dubitare che ciò sia stato fatto in modo "lasco".
La storia di Davids meglio lasciarla lì, perchè non ci sono nè prove nè controprove su dove sia stato dopato, sappiamo solo che Davids fu trovato positivo dopo essere tornato dalla Nazionale olandese e altri 3 (4?) giocatori della Nazionale olandese furono trovati positivi alla stessa sostanza nello stesso periodo. Poi possiamo sostenere che si sia drogato alla Juve e sia una coincidenza, possiamo anche sostenere che la Juve drogasse tutti gli olandesi, qualsiasi cosa, ma come non ho modo di dimostrare io, trovo che non dovrebbe lasciare la un'altra affermazione perlomeno poco circostanziata.
Detto questo, la ringrazio comunque di avermi rispoosto e le dico che in generale condivido con lei la preoccupazione per il calcio in farmacia, si farebbe però un miglior servizio alla causa se non si riducesse la questione a una caccia alle streghe juventine, spesso mischiando leggenda o mezza-leggenda con la realtà. A giudicare dalla grancassa che si ottiene, funziona mediaticamente, ma non aiuta la causa di uno sport più pulito.
la Juve è stata assolta click to collapse contents
Inserito da GioGTS il 27 settembre 2012 - 19:14.
la Juve è stata assolta dall'accusa di doping perchè non si è riusciti a dimostrare che la società
sapesse cio' che il medico faceva, medico a cui è stata comminata una pena detentiva.
Ora, sebbene non si sia riusciti a dimostrare che la società sapeva, ma pare logico che veramente
la società non sapesse?
Inoltre, non solo l'EPO è doping ........ ma anche i miscugli di farmaci che, secondo la cassazione,
nell'infermeria juventina venivano somministrati.
Invece di prevedere liste di farmaci vietati (black list) bisognerebbe comporre una lista di farmaci
consentiti (white list): tutti quelli non compresi saranno illegali.
Ma forse qualcuno, che ha di recente palesemente RUBATO, la supercoppa italiana non vuole.
Giogts idiota pensa alla tua click to collapse contents
Inserito da stefano il 28 settembre 2012 - 18:38.
Giogts idiota pensa alla tua squadra di merda e metti bene le virgole, che a giudicare il tuo commento sembra che sia la "supercoppa italiana" a non volere che si componga una white list
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Caso doping
SPORT - CALCIO
Si pronuncia la Cassazione: il ricorso contro le assoluzioni
in appello "condivisibile", ma ormai è passato troppo tempo
Juve, caso doping chiuso
è scattata la prescrizione
Provata l'illecita somministrazione di farmaci non l'epo
in primo grado condannato Agricola, in appello tutti prosciolti
di FABRIZIO TURCO
Giraudo e AgricolaTORINO - La Juve piange, ma Guariniello non può ridere. E' quanto ha di fatto stabilito ieri la Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione, chiamata ad esaminare il ricorso presentato dalla Procura Generale di Torino in merito al processo doping che vedeva alla sbarra la Juve. Ma cos'ha deciso la Suprema Corte? Ha annullato senza rinvio la sentenza di secondo grado della Corte d'Appello di Torino che il 14 dicembre 2005 aveva assolto l'ormai ex amministratore delegato bianconero Antonio Giraudo e il responsabile del settore medico Riccardo Agricola. A salvare i due imputati dall'accusa di doping e di frode sportiva interviene però la prescrizione che estingue il reato.
Se da una parte hanno di fatto archiviato definitivamente il processo, i giudici della Cassazione, presieduti da Francesco Morelli, hanno dato ragione alle tesi dell'accusa perché "astrattamente condivisibile il ricorso presentato dalla Procura di Torino contro le assoluzioni". In pratica è stata ritenuta provata l'illecita somministrazione di farmaci ai calciatori della Juve, eccetto l'epo, la famigerata eritropoietina.
Cala così un'ombra pesante sui più bei trionfi bianconeri della gestione Moggi-Giraudo: tre scudetti, una Champions League, due Supercoppe italiane, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale.
Nella sentenza, che verrà depositata nei prossimi trenta giorni, sarà ripreso l'orientamento espresso dalle sezioni unite della Cassazione, in base al quale c'è continuità normativa tra la disciplina sul calcio scommesse del 1989 e quella antidoping varata nel 2000. E' stata accolta, quindi, la tesi dell'accusa "anche se - come dicono dalla Procura di Torino - secondo noi i tempi della prescrizione non erano ancora scaduti". Di segno opposto il commento della difesa: "Siamo contrariati per una soluzione che non è dipesa da noi, visto che fra indagini e preliminari se ne sono andati sei anni. Comunque l'onore è salvo" dice l'avvocato Paolo Trofino.
La lunga storia del processo contro la Juve per somministrazione di medicinali per frode sportiva parte da lontano: fin dal 1998 con le accuse di Zeman che aprono l'inchiesta di Guariniello. Che porta al processo e a due sentenze: entrambe le volte viene assolto Giraudo, il medico Agricola solo alla seconda. Adesso viene messa la parola fine, ma solo alla vicenda strettamente processuale. Il caso comunque resta.
La Juventus ha emesso un comunicato positivo: "Si prende atto con soddisfazione che la battaglia sull'epo è definitivamente conclusa, con successo. L'inammissibilità del ricorso sancisce in via definitiva che non è mai stato fatto uso di epo.... Una notizia importante, che la Juventus accoglie con grande favore... Sulla prescrizione relativa alle altre sostanze bisognerà attendere le motivazioni...".
Lo stesso ha fatto il dottor Agricola: "La sentenza della Cassazione in modo definitivo rende giustizia sull'aspetto più infamante che ha colpito la mia persona... Per quanto concerne l'altra parte della sentenza è finalmente terminato il doloroso iter che vedeva imputato solo me per l'utilizzo di farmaci che tutti i medici dello sport, senza eccezioni, hanno usato negli anni".
(30 marzo 2007)
Si pronuncia la Cassazione: il ricorso contro le assoluzioni
in appello "condivisibile", ma ormai è passato troppo tempo
Juve, caso doping chiuso
è scattata la prescrizione
Provata l'illecita somministrazione di farmaci non l'epo
in primo grado condannato Agricola, in appello tutti prosciolti
di FABRIZIO TURCO
Giraudo e AgricolaTORINO - La Juve piange, ma Guariniello non può ridere. E' quanto ha di fatto stabilito ieri la Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione, chiamata ad esaminare il ricorso presentato dalla Procura Generale di Torino in merito al processo doping che vedeva alla sbarra la Juve. Ma cos'ha deciso la Suprema Corte? Ha annullato senza rinvio la sentenza di secondo grado della Corte d'Appello di Torino che il 14 dicembre 2005 aveva assolto l'ormai ex amministratore delegato bianconero Antonio Giraudo e il responsabile del settore medico Riccardo Agricola. A salvare i due imputati dall'accusa di doping e di frode sportiva interviene però la prescrizione che estingue il reato.
Se da una parte hanno di fatto archiviato definitivamente il processo, i giudici della Cassazione, presieduti da Francesco Morelli, hanno dato ragione alle tesi dell'accusa perché "astrattamente condivisibile il ricorso presentato dalla Procura di Torino contro le assoluzioni". In pratica è stata ritenuta provata l'illecita somministrazione di farmaci ai calciatori della Juve, eccetto l'epo, la famigerata eritropoietina.
Cala così un'ombra pesante sui più bei trionfi bianconeri della gestione Moggi-Giraudo: tre scudetti, una Champions League, due Supercoppe italiane, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale.
Nella sentenza, che verrà depositata nei prossimi trenta giorni, sarà ripreso l'orientamento espresso dalle sezioni unite della Cassazione, in base al quale c'è continuità normativa tra la disciplina sul calcio scommesse del 1989 e quella antidoping varata nel 2000. E' stata accolta, quindi, la tesi dell'accusa "anche se - come dicono dalla Procura di Torino - secondo noi i tempi della prescrizione non erano ancora scaduti". Di segno opposto il commento della difesa: "Siamo contrariati per una soluzione che non è dipesa da noi, visto che fra indagini e preliminari se ne sono andati sei anni. Comunque l'onore è salvo" dice l'avvocato Paolo Trofino.
La lunga storia del processo contro la Juve per somministrazione di medicinali per frode sportiva parte da lontano: fin dal 1998 con le accuse di Zeman che aprono l'inchiesta di Guariniello. Che porta al processo e a due sentenze: entrambe le volte viene assolto Giraudo, il medico Agricola solo alla seconda. Adesso viene messa la parola fine, ma solo alla vicenda strettamente processuale. Il caso comunque resta.
La Juventus ha emesso un comunicato positivo: "Si prende atto con soddisfazione che la battaglia sull'epo è definitivamente conclusa, con successo. L'inammissibilità del ricorso sancisce in via definitiva che non è mai stato fatto uso di epo.... Una notizia importante, che la Juventus accoglie con grande favore... Sulla prescrizione relativa alle altre sostanze bisognerà attendere le motivazioni...".
Lo stesso ha fatto il dottor Agricola: "La sentenza della Cassazione in modo definitivo rende giustizia sull'aspetto più infamante che ha colpito la mia persona... Per quanto concerne l'altra parte della sentenza è finalmente terminato il doloroso iter che vedeva imputato solo me per l'utilizzo di farmaci che tutti i medici dello sport, senza eccezioni, hanno usato negli anni".
(30 marzo 2007)
Prescritti per doping
Processo doping, solo la prescrizione salva la Juventus
ROMA - Soltanto la prescrizione ha salvato la Juventus da un nuovo processo. La Corte di cassazione, nel dispositivo letto da Francesco Morelli - presidente della seconda sezione penale alle 21 in punto - ha infatti disposto l' annullamento della sentenza di assoluzione per Riccardo Agricola e Antonio Giraudo pronunciata dalla Corte di appello di Torino il 14 dicembre 2005, ma il medico e l' ex amministratore delegato bianconeri non torneranno davanti ai giudici perché il reato di frode sportiva, per il quale erano entrambi accusati, è ormai prescritto. Non ci sarà, dunque, un nuovo processo, come aveva invece chiesto la procura generale di Torino. Di conseguenza, questa lunga vicenda durata oltre otto anni (cominciò alla fine dell' estate del ' 98) è finita ieri sera. Ma per la Juventus e i suoi imputati non si è conclusa come auspicavano, e cioè con la conferma dell' assoluzione. I giudici di piazza Cavour - dopo aver ascoltato in mattina il sostituto procuratore generale Vito Monetti e i quattro avvocati difensori degli imputati (gli avvocati Chiappero, Krogh, Trofino e Zaccone) - hanno ritenuto fondato e condivisibile il ricorso dei magistrati torinesi, che verteva principalmente sull' applicabilità della legge 401/89 sulla frode sportiva anche nei casi di doping e di somministrazione illecita di sostanze non comprese nella lista di quelle proibite. Il pronunciamento della Cassazione ha così confermato quanto sempre sostenuto dalla procura di Torino, che ieri sera ha appreso con una certa, e comprensibile, soddisfazione, l' annullamento della sentenza. Va ricordato che in primo grado il giudice Giuseppe Casalbore aveva condannato Agricola a 22 mesi, assolvendo invece Giraudo ma solo per «insufficienza di prove». Finisce, in pratica, com' era finita per il professor Francesco Conconi nel processo di Ferrara, più di tre anni fa: un' assoluzione per prescrizione di cui non si può andare troppo fieri. * * * La reazione Agricola: «Sono felice» TORINO - Riccardo Agricola, medico della Juve, festeggia la fine del processo: «Sono felice della sentenza che, in modo definitivo, rende giustizia sull' aspetto più infamante che ha colpito la mia persona in questi anni».
ROMA - Soltanto la prescrizione ha salvato la Juventus da un nuovo processo. La Corte di cassazione, nel dispositivo letto da Francesco Morelli - presidente della seconda sezione penale alle 21 in punto - ha infatti disposto l' annullamento della sentenza di assoluzione per Riccardo Agricola e Antonio Giraudo pronunciata dalla Corte di appello di Torino il 14 dicembre 2005, ma il medico e l' ex amministratore delegato bianconeri non torneranno davanti ai giudici perché il reato di frode sportiva, per il quale erano entrambi accusati, è ormai prescritto. Non ci sarà, dunque, un nuovo processo, come aveva invece chiesto la procura generale di Torino. Di conseguenza, questa lunga vicenda durata oltre otto anni (cominciò alla fine dell' estate del ' 98) è finita ieri sera. Ma per la Juventus e i suoi imputati non si è conclusa come auspicavano, e cioè con la conferma dell' assoluzione. I giudici di piazza Cavour - dopo aver ascoltato in mattina il sostituto procuratore generale Vito Monetti e i quattro avvocati difensori degli imputati (gli avvocati Chiappero, Krogh, Trofino e Zaccone) - hanno ritenuto fondato e condivisibile il ricorso dei magistrati torinesi, che verteva principalmente sull' applicabilità della legge 401/89 sulla frode sportiva anche nei casi di doping e di somministrazione illecita di sostanze non comprese nella lista di quelle proibite. Il pronunciamento della Cassazione ha così confermato quanto sempre sostenuto dalla procura di Torino, che ieri sera ha appreso con una certa, e comprensibile, soddisfazione, l' annullamento della sentenza. Va ricordato che in primo grado il giudice Giuseppe Casalbore aveva condannato Agricola a 22 mesi, assolvendo invece Giraudo ma solo per «insufficienza di prove». Finisce, in pratica, com' era finita per il professor Francesco Conconi nel processo di Ferrara, più di tre anni fa: un' assoluzione per prescrizione di cui non si può andare troppo fieri. * * * La reazione Agricola: «Sono felice» TORINO - Riccardo Agricola, medico della Juve, festeggia la fine del processo: «Sono felice della sentenza che, in modo definitivo, rende giustizia sull' aspetto più infamante che ha colpito la mia persona in questi anni».
Moratti mi hai rotto...........
Non ci sono molte altre alternative. L'Inter, già ad agosto, ha preso una strada di non ritorno, quella che porta alla riduzione dell'intero monte ingaggi della squadra. In questo senso va interpretata la richiesta della società interista fatta a Wesley Sneijder: all'olandese è stato proposto di abbassarsi l'ingaggio spalmandolo in più anni di contratto. A quanto pare non ne vuole sapere e per questo sarà inevitabile la cessione.
Questo scrive il Corriere dello Sport in edicola oggi. La sua partenza darà un'ulteriore taglio agli ingaggi che sono stati ridotti a 125 mln con gli addii di Lucio, Julio Cesar, Maicon, Pazzini e Forlan. Con i sei mln lordi di Sneijder risparmiati si scenderebbe sotto la soglia dei 120 mln. In estate saranno rivisti anche i contratti di Milito e Cambiasso: i due argentini guadagnano rispettivamente 5 e 4,5 mln.
Bisogna considerare anche che nella prossima stagione non ci saranno i grossi introiti della Champions League e questo significa che il fatturato non sarà superiore ai 180-185 mln: "l'unico modo per evitare un passivo di bilancio troppo elevato - spiega il CdS - sono i tagli agli stipendi dei calciatori".si,così come bisogna considerare che nessuno di coloro che ha vinto la Manita si sia mai presentato a mano armata dal sign Moratti per l ingaggio Alto,specialmente se penso che per 10 anni sono stati pagati miliardi ad incapaci,su tt Alvaro vitali Recoba ,giocatorino mediocre!!!!
Questo scrive il Corriere dello Sport in edicola oggi. La sua partenza darà un'ulteriore taglio agli ingaggi che sono stati ridotti a 125 mln con gli addii di Lucio, Julio Cesar, Maicon, Pazzini e Forlan. Con i sei mln lordi di Sneijder risparmiati si scenderebbe sotto la soglia dei 120 mln. In estate saranno rivisti anche i contratti di Milito e Cambiasso: i due argentini guadagnano rispettivamente 5 e 4,5 mln.
Bisogna considerare anche che nella prossima stagione non ci saranno i grossi introiti della Champions League e questo significa che il fatturato non sarà superiore ai 180-185 mln: "l'unico modo per evitare un passivo di bilancio troppo elevato - spiega il CdS - sono i tagli agli stipendi dei calciatori".si,così come bisogna considerare che nessuno di coloro che ha vinto la Manita si sia mai presentato a mano armata dal sign Moratti per l ingaggio Alto,specialmente se penso che per 10 anni sono stati pagati miliardi ad incapaci,su tt Alvaro vitali Recoba ,giocatorino mediocre!!!!
Favelas
“Le parole non riescono a rappresentare la realtà della povertà, non fanno sentire gli odori, non mostrano il viso delle persone”, è con questa premessa che le Minime suore del Sacro Cuore francescane hanno cercato di raccontarci cosa significhi vivere nella parte più povera del Brasile, il nord-est.Da decenni hanno scelto di aiutare gli abitanti di questa zona impervia, senza lavoro, senza casa, senza medicine, senza una vita normale e, con chiarezza ed estrema lucidità, hanno deciso di renderci partecipi. La casa da cui stiamo scrivendo si trova in una Vila nel nordest del Brasile .
Vila qui è sinonimo di favela e il nordest è la parte più povera del Paese. Siamo presenti in due stati, con tre comunità: a Dom Pedro, a São Luis (Maranhão), e a Teresina. La nostra congregazione è di origine italiana, ma la grande maggioranza delle suore che vivono qui, e le giovani in formazione, sono brasiliane. Le persone tra le quali abitiamo sono in maggioranza povere, o molto povere. Condividiamo la loro vita e cerchiamo di sopperire come possiamo alle necessità più urgenti. Le nostre case in genere sono abbastanza grandi, in modo da essere usate anche dalle comunità in cui sono inserite. In città, nelle zone in cui vivono i poveri, le abitazioni spesso sono di fango, costruite a volte dalla sera alla mattina, e poi, piano piano, ingrandite. Succede, infatti, che i poveri si insedino in una zona quasi all’improvviso. Arrivano dall’interiore, le zone dell’interno dove non si riesce più a sopravvivere, o provengono da un’altra città o da un’altra zona. Costruiscono in una notte una invasione, un pulviscolo di casine di terra cresciute dalla sera alla mattina, col loro tetto di paglia, generalmente di una sola stanza e vi si stabiliscono, in cerca di una vita migliore che spesso non trovano.A volte le invasioni hanno vita breve: sono abbattutte per ordine del governo locale, e le persone che vi abitano possono non avere nemmeno il tempo di prendere le loro cose, prima che le ruspe distruggano le case. È successo anche qui, vicino a noi, solo qualche mese fa. Altre volte, invece, le invasioni sopravvivono e, a poco a poco, le persone si sforzano di renderle più vivibili: le case si ingrandiscono un po’, e chi ne ha i mezzi riesce anche a migliorarne la struttura. Quando la situazione si stabilizza, compaiono anche alcune case di mattoni, e qualche negozio. Non bisogna immaginare negozi come quelli delle città occidentali.
Tutto è in proporzione. In Brasile, nelle zone in cui vivono i ricchi, nei grandi centri commerciali, nel centro delle città, ci sono negozi che non hanno nulla da invidiare a quelli dei paesi europei: ma nelle zone dei poveri, la chiesa, i bar, i negozi, sono poveri come le case. Dentro le favelas in cui i poveri vivono, gran parte delle famiglie si sforza di fare una vita normale. Il primo problema che le persone incontrano è la mancanza di un lavoro adeguato. Alcune persone lavorano: frequentemente, però, si tratta di un impiego non solo irregolare, ma instabile e precario. C’è chi lavora a giornata. La mattina si reca in città, in uno dei punti di ritrovo conosciuti, e aspetta che qualcuno lo chiami, per esempio a scaricare un camion. Se nessuno ha bisogno, non lavora e non guadagna.Qualcuno, invece, va a servizio nelle case dei ricchi. Può capitare, però, che lavori tutto il mese e che alla fine nessuno lo paghi. Qui non possiedono i mezzi per opporsi a queste ingiustizie. In altri casi, le persone hanno un impiego regolare e regolarmente pagato: ma lo stipendio che ricevono spesso è troppo basso per potere sopravvivere. Il salario minimo qui è di 240 reais – con il cambio attuale, corrisponde a meno di 80 euro. Non basta. E’ vero, il costo della vita è inferiore rispetto ai paesi occidentali, ma uno stipendio del genere è semplicemente troppo poco. Non basta per sopravvivere se ci sono numerosi figli; non basta se bisogna pagare l’affitto; non basta se ci sono spese impreviste. Anche noi che siamo suore, vogliamo e dobbiamo lavorare per mantenerci. E’ chiaro che, come religiose, il nostro primo impegno è per la evangelizzazione, e siamo tutte, ognuna secondo le proprie possibilità, impegnate in questa opera e nella pastorale, sostituendo spesso anche i sacerdoti che sono troppo pochi per seguire tutte le comunità e i bisogni. Siamo anche impegnate in molte attività di promozione umana, sia direttamente sia facendo da tramite affinché arrivino i mezzi necessari alla loro realizzazione. Ma oltre a questo, lavoriamo. A São Luis la casa è aperta all’accoglienza di gruppi per esperienze di preghiera o piccoli corsi di studi. A Dom Pedro, ospitiamo una scuola e abbiamo un asilo per i bambini più carenti e a Teresina confezioniamo paramenti liturgici. Attraverso quest’ultima attività stiamo riuscendo a dare la possibilitá di un lavoro a numerose persone prive di mezzi, che hanno frequentato corsi di formazione professionale.
Il problema della mancanza di lavoro è molto serio perché porta spesso alla fame. Non bisogna pensare, infatti, che in un paese ricco come il Brasile i poveri abbiano comunque il minimo indispensabile: spesso non hanno nemmeno da mangiare e nelle zone dell’interno non hanno acqua. Non solo: in generale, è anche molto difficile che possano affrontare i problemi di salute in modo adeguato. Anche i poveri si ammalano di tumore, si devono operare e devono fare chemioterapia. Ma anche se hanno la fortuna di trovare un ospedale che li cura, pagare i medicinali è al di fuori delle loro possibilità. Andare all’ospedale per le terapie, poi, è impossibile, perché i trasporti pubblici sono costosissimi. Mali di poco conto, infatti, non è raro che si aggravino perché trascurati per mancanza di risorse. E’ per questo che noi cerchiamo di fornire alle persone almeno una prima possibilità di cura. A Sâo Luis funziona un ambulatorio aperto alle persone più povere. A Teresina, una volta la settimana, viene un medico volontario che visita chi ne fa richiesta e fornisce anche le medicine per curarsi. Il reddito insufficiente non è certamente l’unico problema con cui si scontrano i brasiliani: la povertà, qui come altrove, non è solo materiale: ignoranza, droga, abuso di alcool, criminalità, violenza sono la regola. Le zone abitate dai poveri, nelle cittá, stanno diventando sempre più pericolose. La Vila da cui stiamo scrivendo non sembra di giorno un posto pericoloso, ma lo è: le liti notturne sono molto frequenti e spesso finiscono a coltellate. Di notte, poi, non si può tornare a casa da sole. Ed è così in molte altre zone: la situazione sta deteriorandosi di giorno in giorno. Anche qui ci sono le gang, bande di ragazzi molto giovani, che non hanno alcun modo di riempire il proprio tempo se non finendo coinvolti con la malavita, appunto, e con la droga. Molti ragazzi fanno uso di stupefacenti, soprattutto di colla, la droga dei poveri e tantissimi si danno all’alcool, anche gli adulti. Questo provoca moltissimi problemi di salute e mina la pace della famiglie. E anche per loro cerchiamo di essere disponibili. Cerchiamo di prenderci cura dei bambini, soprattutto di quelli delle famiglie più carenti, che non riescono a seguirli adeguatamente. A Dom Pedro ospitiamo la scuola e abbiamo l’asilo e a Teresina funziona una piccola “scuola aperta”, che accoglie i bambini di strada che non sono in grado di seguire regolarmente una scuola “normale”. Le attività di promozione umana coinvolgono comunque un po’ tutti, specialmente i giovani e le donne ma quello che noi riusciamo a fare per loro sembra non bastare mai, è come una goccia nell’oceano.
L’unica cosa che ci incoraggia è la forza straordinaria che molti poveri portano dentro di sé e che ci trasmettono. Molti poveri del Brasile hanno un dono straordinario: anche in mezzo alle difficoltà maggiori, sono capaci di mantenere intatta la loro allegria, la gioia di vivere e la pace. I ricchi non sono così, nemmeno qui. Sono i brasiliani poveri che riescono a prendere tutto con un sorriso, a tenere viva la speranza e ad essere felici, anche in situazioni in cui sono privi di tutto. E’ con l’aiuto e con l’insegnamento di queste persone che continuiamo a lavorare con coloro che invece rischiano di affondare nella disperazione.
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Confederation cup 2013 Brasil
Il Brasile affronterà l'Italia nella Copa das Confederaçao
Salvador ospiterà nel nuovo Stadio Fonte Nova , il 23 Giugno 2013 : Italia e Brasile . Per gli appassionati un incontro da non perdere .
O sorteio do chaveamento da Copa das Confederações que acontece no Brasil em 2013, aconteceu na manhã deste sábado (1º) no Palácio das Convenções do Anhembi, em São Paulo. Com oito seleções na disputa, a Copa das Confederações é dividida em dois grupos com quatro equipes cada.
O Brasil é o país-sede e cabeça de chave do Grupo A, enquanto a Espanha, atual campeã da Copa do Mundo encabeça o Grupo B. A seleção brasileira estreia contra o Japão no dia 15 de junho em Brasília. Em seguida, o Brasil enfrenta a seleção do México em Fortaleza no dia 19.
Já na capital baiana, a estreia da seleção canarinho será realizada no último jogo da fase de grupo, no dia 23 de junho na Arena Fonte Nova contra a Italia.
O outro grupo ficou composto por Espanha (atual campeã do mundo), Taiti, Uruguai e campeão da África, que ainda ficará conhecido no dia 10 de fevereiro. No grupo B também será realizado um jogo em Salvador.
Partida acontecerá na Arena Fonte Nova, cuja inauguração está marcada para o dia 29 de março
O confronto vai ser entre a atual campeã da Copa das Américas, Uruguai e o representante africano no dia 20 de junho.
Chave A
Brasil
Japão
México
Itália
Chave B
Espanha
Taiti
Uruguai
Campeão da África
Confira a tabela com todos os jogos da fase de grupos
15 de junho
Abertura da Copa das Confederações
BRASIL x Japão (Brasília)
16 de junho
México x Itália (Rio de Janeiro)
Espanha x Uruguai (Recife)
17 de junho
Taiti x representante africano (Belo Horizonte)
19 de junho
BRASIL x México (Fortaleza)
Japão x Itália (Recife)
20 de junho
Espanha x Taiti (Rio de Janeiro)
Uruguai x representante africano (Salvador)
22 de junho
Japão x México (Belo Horizonte)
23 de junho
BRASIL x Itália (Salvador)
Espanha x representante africano (Fortaleza)
Uruguai x Taiti (Recife)
Na primeira fase, se classificam dois de cada grupo que irão fazer duas semifinais nos dias 26 e 27 de junho. Caso o Brasil termine a fase de grupos na primeira colocação, jogará em Belo Horizonte (dia 26). Mas se encerrar a fase em segundo, o confronto será em Fortaleza. A grande final da Copa das Confederações será realizada no dia 30 de junho no estádio Maracanã, Rio de Janeiro.
Bola
Como é tradicional, para cada copa é confeccionada uma bola de acordo com o país sede. No Brasil, a bola da copa recebeu o nome de Cafusa. Apesar de ser apresentada pelo capitão do Mundial de 2002, o lateral Cafú, o nome é proveniente da mistura entre Carnaval, Futebol e Samba, elementos que são ditos como paixões de todo brasileiro.
Salvador ospiterà nel nuovo Stadio Fonte Nova , il 23 Giugno 2013 : Italia e Brasile . Per gli appassionati un incontro da non perdere .
O sorteio do chaveamento da Copa das Confederações que acontece no Brasil em 2013, aconteceu na manhã deste sábado (1º) no Palácio das Convenções do Anhembi, em São Paulo. Com oito seleções na disputa, a Copa das Confederações é dividida em dois grupos com quatro equipes cada.
O Brasil é o país-sede e cabeça de chave do Grupo A, enquanto a Espanha, atual campeã da Copa do Mundo encabeça o Grupo B. A seleção brasileira estreia contra o Japão no dia 15 de junho em Brasília. Em seguida, o Brasil enfrenta a seleção do México em Fortaleza no dia 19.
Já na capital baiana, a estreia da seleção canarinho será realizada no último jogo da fase de grupo, no dia 23 de junho na Arena Fonte Nova contra a Italia.
O outro grupo ficou composto por Espanha (atual campeã do mundo), Taiti, Uruguai e campeão da África, que ainda ficará conhecido no dia 10 de fevereiro. No grupo B também será realizado um jogo em Salvador.
Partida acontecerá na Arena Fonte Nova, cuja inauguração está marcada para o dia 29 de março
O confronto vai ser entre a atual campeã da Copa das Américas, Uruguai e o representante africano no dia 20 de junho.
Chave A
Brasil
Japão
México
Itália
Chave B
Espanha
Taiti
Uruguai
Campeão da África
Confira a tabela com todos os jogos da fase de grupos
15 de junho
Abertura da Copa das Confederações
BRASIL x Japão (Brasília)
16 de junho
México x Itália (Rio de Janeiro)
Espanha x Uruguai (Recife)
17 de junho
Taiti x representante africano (Belo Horizonte)
19 de junho
BRASIL x México (Fortaleza)
Japão x Itália (Recife)
20 de junho
Espanha x Taiti (Rio de Janeiro)
Uruguai x representante africano (Salvador)
22 de junho
Japão x México (Belo Horizonte)
23 de junho
BRASIL x Itália (Salvador)
Espanha x representante africano (Fortaleza)
Uruguai x Taiti (Recife)
Na primeira fase, se classificam dois de cada grupo que irão fazer duas semifinais nos dias 26 e 27 de junho. Caso o Brasil termine a fase de grupos na primeira colocação, jogará em Belo Horizonte (dia 26). Mas se encerrar a fase em segundo, o confronto será em Fortaleza. A grande final da Copa das Confederações será realizada no dia 30 de junho no estádio Maracanã, Rio de Janeiro.
Bola
Como é tradicional, para cada copa é confeccionada uma bola de acordo com o país sede. No Brasil, a bola da copa recebeu o nome de Cafusa. Apesar de ser apresentada pelo capitão do Mundial de 2002, o lateral Cafú, o nome é proveniente da mistura entre Carnaval, Futebol e Samba, elementos que são ditos como paixões de todo brasileiro.
Jueee
REVOCATI e non solo …
si è vero hanno dei seri problemi a contare e
a relazionarsi con la realtà
ma almeno nelle pagine degli ultimi 2 scudetti, hanno inserito un bel asterisco (uno delle cose più belle del sito) e la scritta REVOCATO
e quindi 29-2 = 27
non è difficile …..
e manca anche il CAMPIONATO DI SERIE B vinto un “bel” +1 che resta nella storia per sempre
per quanto riguarda le 2 coppe campioni, ci sarebbero voluti un paio di asterischi , per ricordare 1 vittoria durante una partita assurda, giocata in mezzo al sangue dei propri tifosi (partita assolutamente falsata da ripetere ),
e 1 vittoria, durante l’anno in cui la giustizia ha dimostrato,
“UN ABUSO DI FARMACI ATTI AD ALTERARE LE PRESTAZIONI SPORTIVE” (naturalmente nel paese delle prescrizioni anche questa verità si tende a dimenticarla)
insomma sto sito giuventino è un po' un disastro
si è vero hanno dei seri problemi a contare e
a relazionarsi con la realtà
ma almeno nelle pagine degli ultimi 2 scudetti, hanno inserito un bel asterisco (uno delle cose più belle del sito) e la scritta REVOCATO
e quindi 29-2 = 27
non è difficile …..
e manca anche il CAMPIONATO DI SERIE B vinto un “bel” +1 che resta nella storia per sempre
per quanto riguarda le 2 coppe campioni, ci sarebbero voluti un paio di asterischi , per ricordare 1 vittoria durante una partita assurda, giocata in mezzo al sangue dei propri tifosi (partita assolutamente falsata da ripetere ),
e 1 vittoria, durante l’anno in cui la giustizia ha dimostrato,
“UN ABUSO DI FARMACI ATTI AD ALTERARE LE PRESTAZIONI SPORTIVE” (naturalmente nel paese delle prescrizioni anche questa verità si tende a dimenticarla)
insomma sto sito giuventino è un po' un disastro
Scudo 2006
SCUDETTO 2006
settore.myblog.it
Cinque anni di storia straordinariamente italiana, nel senso più deteriore del termine. Naturalmente era molto italiana anche la storia pre-Calciopoli, una storia di furbi, di prevaricatori, di disonesti. Ma dal 2006 in poi non è cambiato nulla, siamo rimasti italiani e la storia è rimasta di conseguenza italiana.
Italiano è l'epilogo, una bella non-decisione riparandosi dietro l'istituto della prescrizione che in Italia - la vicenda, rammento, è italiana - ha risolto (tra 10mila virgolette, è chiaro) un sacco di rogne. Non-decisione con rinvio di al 18 luglio, dove probabilmente assisteremo a un'altra non-decisione (ma non precorriamo i tempi, gli italiani hanno fantasia a bizzeffe e magari si inventano una decisione).
Italiano era stato l'avvio, italiano e anche un po' americano, un inizio hard-boiled, un pelino splatter, pena di morte alla Juventus, ma no, radiamola, ma no, C2, ma no, C1, ma no B con 470 punti penalizzazione così retrocedono in C, e via via di questo passo con l'italianissima tendenza a fare le sentenze col bilancino e con il contentino. Dopo qualche mese emergeva già una sottile tendenza al revisionismo che, come una valanga, ha preso corpo di mese in mese. Nel 2006, la Juventus doveva essere sciolta nell'acido. Nel 2011, Facchetti comprava le partite. Italiani, tzè.
In mezzo all'inizio molto italiano e al finale molto italiano, ci sono 5 italianissimi anni dove giorno dopo giorno ci si è sforzati di dimenticare, specialità italiana come la pizza e la polenta taragna. Sentendo lo stesso nastro, ascoltavamo voci diverse. Ma sant'iddio! Del resto, l'ex presunto sinistro Pansa da cinque libri ci dice che i partigiani erano tutti assassini: perchè non dire che la Juventus è stata la sola a pagare in un mondo in cui tutti facevano come lei?
Resta questo il risvolto più pietoso: invece di fare uno sforzo e, cedendo alle evidenze, voltare pagina tutti assieme, no, si continua a ripetere la stessa menzogna perchè tutti la metabolizzino come una cosa ragionevole. Del resto, Berlusconi racconta palle su palle da anni e non mantiene una promessa che è una: perchè non far passare il messaggio che la Juve, in quanto parte di un sistema sbagliato all'origine, non sbagliava perchè sbagliavano tutti?
Nutro - l'ho già detto un sacco di volte, me ne scuso - per lo scudetto 2006 due sentimenti contrapposti. Sportivamente (o tecnicamente, insomma) è una non-emozione: sono della vecchia guardia, mi piace andare a Madrid a ritirare il premio, voglio dire. Sostanzialmente (o eticamente, insomma) è importantissimo, così come lo scudetto non assegnato la stagione prima. E' una linea di demercazione: prima funzionava così, da adesso in poi facciamo che funzioni cosà. Nel rispondere a ragioni tecnico-burocratiche (bisognava dare una classifica al campionato 2006 per dare una fisionomia alla stagione successiva) si operava un risarcimento a carico di una società oggettivamente, pesantemente, clamorosamente penalizzata dal sistema Moggi, depredata e defraudata per anni non in teoria, ma nella pratica di una serie di situazioni di cui grondano rassegne stampa, almanacchi e YouTube.
Per questo, non bisogna transigere su quello scudetto. Perché ha un significato - un significato generale - ben più alto della retrocessione in B della Juventus. Se quell'anno fosse arrivato terzo il Chievo, lo scudetto sarebbe andato al Chievo e nessuno avrebbe detto più niente. Ma è andato all'Inter, e non va bene, non è andato bene dall'inizio, perchè l'Inter doveva solo perdere ed era un bel divertimento per tutti. Che la perdenza dell'Inter avesse cause oggettive - e non solo Pancev, Vampeta o Sergio Conceicao - è un particolare che a non tutti interessa. Poi, in Italia, dopo qualche mese non interessa più niente di default. Dopo qualche mese è già ora di rigirare la frittata. A ripensarci, se lo scudetto l'avessero assegnato al Chievo, l'associazione l'Ego di Verona ci avrebbe sfrantumato il cazzo dicendo che Campedelli manda i pandori a casa degli arbitri.
Alla Juve, che dice che non è finita qui e che il palmares non si prescrive, trasmetto solo il senso della mia profonda pena, umana e sportiva. La nuova giovane dirigenza ha gli stessi rancori di quella vecchia. Ma ve bene così. Continuino a occuparsi dello scudetto 2006, se gli fa piacere. A comprare giocatori decenti e a vincere qualche partita, vabbe', ci penserà magari Oceano, presidente del 2030.
settore.myblog.it
Cinque anni di storia straordinariamente italiana, nel senso più deteriore del termine. Naturalmente era molto italiana anche la storia pre-Calciopoli, una storia di furbi, di prevaricatori, di disonesti. Ma dal 2006 in poi non è cambiato nulla, siamo rimasti italiani e la storia è rimasta di conseguenza italiana.
Italiano è l'epilogo, una bella non-decisione riparandosi dietro l'istituto della prescrizione che in Italia - la vicenda, rammento, è italiana - ha risolto (tra 10mila virgolette, è chiaro) un sacco di rogne. Non-decisione con rinvio di al 18 luglio, dove probabilmente assisteremo a un'altra non-decisione (ma non precorriamo i tempi, gli italiani hanno fantasia a bizzeffe e magari si inventano una decisione).
Italiano era stato l'avvio, italiano e anche un po' americano, un inizio hard-boiled, un pelino splatter, pena di morte alla Juventus, ma no, radiamola, ma no, C2, ma no, C1, ma no B con 470 punti penalizzazione così retrocedono in C, e via via di questo passo con l'italianissima tendenza a fare le sentenze col bilancino e con il contentino. Dopo qualche mese emergeva già una sottile tendenza al revisionismo che, come una valanga, ha preso corpo di mese in mese. Nel 2006, la Juventus doveva essere sciolta nell'acido. Nel 2011, Facchetti comprava le partite. Italiani, tzè.
In mezzo all'inizio molto italiano e al finale molto italiano, ci sono 5 italianissimi anni dove giorno dopo giorno ci si è sforzati di dimenticare, specialità italiana come la pizza e la polenta taragna. Sentendo lo stesso nastro, ascoltavamo voci diverse. Ma sant'iddio! Del resto, l'ex presunto sinistro Pansa da cinque libri ci dice che i partigiani erano tutti assassini: perchè non dire che la Juventus è stata la sola a pagare in un mondo in cui tutti facevano come lei?
Resta questo il risvolto più pietoso: invece di fare uno sforzo e, cedendo alle evidenze, voltare pagina tutti assieme, no, si continua a ripetere la stessa menzogna perchè tutti la metabolizzino come una cosa ragionevole. Del resto, Berlusconi racconta palle su palle da anni e non mantiene una promessa che è una: perchè non far passare il messaggio che la Juve, in quanto parte di un sistema sbagliato all'origine, non sbagliava perchè sbagliavano tutti?
Nutro - l'ho già detto un sacco di volte, me ne scuso - per lo scudetto 2006 due sentimenti contrapposti. Sportivamente (o tecnicamente, insomma) è una non-emozione: sono della vecchia guardia, mi piace andare a Madrid a ritirare il premio, voglio dire. Sostanzialmente (o eticamente, insomma) è importantissimo, così come lo scudetto non assegnato la stagione prima. E' una linea di demercazione: prima funzionava così, da adesso in poi facciamo che funzioni cosà. Nel rispondere a ragioni tecnico-burocratiche (bisognava dare una classifica al campionato 2006 per dare una fisionomia alla stagione successiva) si operava un risarcimento a carico di una società oggettivamente, pesantemente, clamorosamente penalizzata dal sistema Moggi, depredata e defraudata per anni non in teoria, ma nella pratica di una serie di situazioni di cui grondano rassegne stampa, almanacchi e YouTube.
Per questo, non bisogna transigere su quello scudetto. Perché ha un significato - un significato generale - ben più alto della retrocessione in B della Juventus. Se quell'anno fosse arrivato terzo il Chievo, lo scudetto sarebbe andato al Chievo e nessuno avrebbe detto più niente. Ma è andato all'Inter, e non va bene, non è andato bene dall'inizio, perchè l'Inter doveva solo perdere ed era un bel divertimento per tutti. Che la perdenza dell'Inter avesse cause oggettive - e non solo Pancev, Vampeta o Sergio Conceicao - è un particolare che a non tutti interessa. Poi, in Italia, dopo qualche mese non interessa più niente di default. Dopo qualche mese è già ora di rigirare la frittata. A ripensarci, se lo scudetto l'avessero assegnato al Chievo, l'associazione l'Ego di Verona ci avrebbe sfrantumato il cazzo dicendo che Campedelli manda i pandori a casa degli arbitri.
Alla Juve, che dice che non è finita qui e che il palmares non si prescrive, trasmetto solo il senso della mia profonda pena, umana e sportiva. La nuova giovane dirigenza ha gli stessi rancori di quella vecchia. Ma ve bene così. Continuino a occuparsi dello scudetto 2006, se gli fa piacere. A comprare giocatori decenti e a vincere qualche partita, vabbe', ci penserà magari Oceano, presidente del 2030.
Gigi Riva.....tuona.....
Gigi Riva (F.I.G.C.): "Giacinto pulito"
ROMA - (ANSA) Giù le mani da Facchetti. E d'altra parte, come si può toccare un "angelo"? È un rombo di tuono quello di Gigi Riva, capocannoniere azzurro di tutti i tempi e compagno di squadra di tanti giorni in nazionale. "Ho vissuto con Facchetti cento e piu' partite in azzurro, io attaccante e lui capitano. Giorni belli e meno belli - ricorda al telefono con l'ANSA - ma comunque con una costante: Giacinto era una persona straordinaria, pulita, onesta. Per noi tutti era un esempio, un punto di riferimento costante, era il nostro angelo".
Per questo ora che ha letto le motivazioni di Palazzi che accusano l'Inter e sopratutto il suo presidente di allora di illecito sportivo, Riva ammette: "Mi verrebbe voglia di spaccare tutto, dalla rabbia". "Chiunque abbia conosciuto Facchetti - prosegue l'ex attaccante del Cagliari - sa che era un uomo vero. Non lo vedo nella veste di chi parla con gli arbitri per condizionarli. Tutti quelli che parlano di lui ora farebbero bene e stare zitti, perché Giacinto era un semplice e un onesto e merita rispetto". Non mette in dubbio la relazione del procuratore federale, Riva ma la sua 'ratio' e le conclusioni. "Forse un giorno lo capirò, ma ora davvero non riesco: che senso ha tirar fuori una questione se è prescritta, e tirare in ballo una persona morta, che non può dire la sua?". Non si tratta di una difesa d'ufficio, considerate le storiche battaglie pro Cagliari di Riva. "Il dominio delle grandi squadre c'è sempre stato, è sempre stato così - ricorda -Quando andavamo a giocare in casa della Juve, del Milan, dell'Inter, l'arbitro a noi del Cagliari dava del tu, agli avversari sempre un rispettoso 'lei'. Però alla fine vincevamo noi... ". Immaginare Facchetti che prova a condizionare gli arbitri è esercizio impossibile, per Riva: "Non dico che non telefonasse, é in quegli atti: ma non è possibile che Giacinto lo facesse per condizionarli. Tanti altri ce li vedo, ma lui davvero no - la conclusione -. Ha dedicato una vita allo sport e alla nazionale, e tutti quelli che l'hanno conosciuto sanno chi era Giacinto. Un uomo vero. Sentire certe cose fa davvero rabbia". (ANSA)
ROMA - (ANSA) Giù le mani da Facchetti. E d'altra parte, come si può toccare un "angelo"? È un rombo di tuono quello di Gigi Riva, capocannoniere azzurro di tutti i tempi e compagno di squadra di tanti giorni in nazionale. "Ho vissuto con Facchetti cento e piu' partite in azzurro, io attaccante e lui capitano. Giorni belli e meno belli - ricorda al telefono con l'ANSA - ma comunque con una costante: Giacinto era una persona straordinaria, pulita, onesta. Per noi tutti era un esempio, un punto di riferimento costante, era il nostro angelo".
Per questo ora che ha letto le motivazioni di Palazzi che accusano l'Inter e sopratutto il suo presidente di allora di illecito sportivo, Riva ammette: "Mi verrebbe voglia di spaccare tutto, dalla rabbia". "Chiunque abbia conosciuto Facchetti - prosegue l'ex attaccante del Cagliari - sa che era un uomo vero. Non lo vedo nella veste di chi parla con gli arbitri per condizionarli. Tutti quelli che parlano di lui ora farebbero bene e stare zitti, perché Giacinto era un semplice e un onesto e merita rispetto". Non mette in dubbio la relazione del procuratore federale, Riva ma la sua 'ratio' e le conclusioni. "Forse un giorno lo capirò, ma ora davvero non riesco: che senso ha tirar fuori una questione se è prescritta, e tirare in ballo una persona morta, che non può dire la sua?". Non si tratta di una difesa d'ufficio, considerate le storiche battaglie pro Cagliari di Riva. "Il dominio delle grandi squadre c'è sempre stato, è sempre stato così - ricorda -Quando andavamo a giocare in casa della Juve, del Milan, dell'Inter, l'arbitro a noi del Cagliari dava del tu, agli avversari sempre un rispettoso 'lei'. Però alla fine vincevamo noi... ". Immaginare Facchetti che prova a condizionare gli arbitri è esercizio impossibile, per Riva: "Non dico che non telefonasse, é in quegli atti: ma non è possibile che Giacinto lo facesse per condizionarli. Tanti altri ce li vedo, ma lui davvero no - la conclusione -. Ha dedicato una vita allo sport e alla nazionale, e tutti quelli che l'hanno conosciuto sanno chi era Giacinto. Un uomo vero. Sentire certe cose fa davvero rabbia". (ANSA)
I prescritti ahhhh i primi ad esserlo sono proprio i juentini....agnelli-asini
DOPING juve PRESCRIZIONE per 59 giorni. Che ci rinuncino loro !
"E la frode sportiva della Juve?
I media tacciono"
"Il 29 maggio la Corte di Cassazione ha stabilito in via definitiva che la Juventus di Lippi, del dottor Agricola, la Juventus del fantastico tridente Del Piero-Vialli-Ravanelli, attuò, dal ’94 al ’98, “un disegno criminoso per alterare le gare attraverso la somministrazione illecita di farmaci” I giocatori della quella squadra inarrestabile arano infarciti di doping (sostanze proibite) sia di sostanze lecite somministrate inspiegabilmente a giocatori sani. La sentenza della Cassazione ha stabilito in via definitiva che la Juventus , nelle persone di Antonio Giraudo, amministratore delegato, e Riccardo Agricola, responsabile dello staff medico, commise in modo continuato, per 4 stagioni, il reato di frode sportiva violando la legge 401 dell’ 89. Sentenza definitiva che aggrava quella del Tribunale che come ricorderete aveva condannato solo il medico Agricola assolvendo con formula dubitativa Giraudo. Per la cronaca: grazie all’avvenuta prescrizione del reato – sopraggiunta lo scorso 1 aprile 2007 – la Juve, pur colpevole, non può più essere punita. (fonte: Paolo Ziliani) Ma i giudici si spingono oltre scrivendo che i giocatori “non possono essere considerati semplici vittime” dell’operato della società. Dunque secondo la Corte i giocatori erano consenzienti ad assumere le sostanze “magiche” somministrate dal dott. Agricola. Il sipario – prosegue Ziliani – che la Cortedi Cassazione ha fatto calare sul vergognoso feuilletton ristabilisce, se non altro, alcune verità. La prima è che i 3 scudetti vinti dalla Juventus di Lippi tra il ’94 e il ’98 sono scudetti fasulli, diremmo anzi disonorevoli, di cui la Juve si dovrebbe vergognare e che dovrebbe restituire; scudetti che restano negli Albi d’Oro solo per prescrizione del reato, ma dai quali qualunque sportivo dotato di un minimo senso morale dovrebbe prendere le distanze (lo stesso dicasi, naturalmente, per la Champions League e la Coppa Intercontinentalevinte dalla Juventus nel 1996: trofei che andrebbero restituiti, con tante scuse, all’Ajax e al River Plate, e cioè ai loro legittimi vincitori morali). Nonostante la sentenza definitiva stupisce che i media abbiano completamente trascurato la notizia, che stranezza…"
"E la frode sportiva della Juve?
I media tacciono"
"Il 29 maggio la Corte di Cassazione ha stabilito in via definitiva che la Juventus di Lippi, del dottor Agricola, la Juventus del fantastico tridente Del Piero-Vialli-Ravanelli, attuò, dal ’94 al ’98, “un disegno criminoso per alterare le gare attraverso la somministrazione illecita di farmaci” I giocatori della quella squadra inarrestabile arano infarciti di doping (sostanze proibite) sia di sostanze lecite somministrate inspiegabilmente a giocatori sani. La sentenza della Cassazione ha stabilito in via definitiva che la Juventus , nelle persone di Antonio Giraudo, amministratore delegato, e Riccardo Agricola, responsabile dello staff medico, commise in modo continuato, per 4 stagioni, il reato di frode sportiva violando la legge 401 dell’ 89. Sentenza definitiva che aggrava quella del Tribunale che come ricorderete aveva condannato solo il medico Agricola assolvendo con formula dubitativa Giraudo. Per la cronaca: grazie all’avvenuta prescrizione del reato – sopraggiunta lo scorso 1 aprile 2007 – la Juve, pur colpevole, non può più essere punita. (fonte: Paolo Ziliani) Ma i giudici si spingono oltre scrivendo che i giocatori “non possono essere considerati semplici vittime” dell’operato della società. Dunque secondo la Corte i giocatori erano consenzienti ad assumere le sostanze “magiche” somministrate dal dott. Agricola. Il sipario – prosegue Ziliani – che la Cortedi Cassazione ha fatto calare sul vergognoso feuilletton ristabilisce, se non altro, alcune verità. La prima è che i 3 scudetti vinti dalla Juventus di Lippi tra il ’94 e il ’98 sono scudetti fasulli, diremmo anzi disonorevoli, di cui la Juve si dovrebbe vergognare e che dovrebbe restituire; scudetti che restano negli Albi d’Oro solo per prescrizione del reato, ma dai quali qualunque sportivo dotato di un minimo senso morale dovrebbe prendere le distanze (lo stesso dicasi, naturalmente, per la Champions League e la Coppa Intercontinentalevinte dalla Juventus nel 1996: trofei che andrebbero restituiti, con tante scuse, all’Ajax e al River Plate, e cioè ai loro legittimi vincitori morali). Nonostante la sentenza definitiva stupisce che i media abbiano completamente trascurato la notizia, che stranezza…"
Il bresciaaaaa........
Il Brescia contro Palazzi: «Se c'è prescrizione non si indaga»
Il club lombardo: «Se c'è prescrizione non si indaga»
MILANO - C'è chi contesta la fine perché ritiene che il Consiglio federale abbia mancato di assumersi una responsabilità politica, decidendo di non avere competenza a revocare lo scudetto 2006. Ma c'è anche chi contesta l'inizio di tutta questa storia. Il Brescia, attraverso il suo avvocato Bruno Catalanotti, se la prende infatti con l'indagine di Stefano Palazzi nata sulla base delle nuove intercettazioni: ecco, quell'indagine non sarebbe mai dovuta iniziare visto che i termini della prescrizione erano già scaduti quando il procuratore ha aperto il fascicolo. Si arriva persino a ipotizzare un «illecito disciplinare» per Palazzi.
Per questo il Brescia depositerà all'Alta corte di giustizia presso il Coni 42 pagine di una richiesta di annullamento del provvedimento di Palazzi - giudicato «abnorme» -, quello dove c'è scritto sì che i fatti che riguardano Facchetti, Moratti, altri 14 tesserati e 8 società sono archiviati per prescrizione, ma dove c'è anche una valutazione dettagliata nel merito (che rileva «illeciti») che non ci dovrebbe essere.
Ma che c'entra il Brescia? C'entra perché Palazzi si occupa anche di Nello Governato (ex giocatore e ex dirigente di Lazio, Bologna e Brescia) e di una sua telefonata a Pierluigi Pairetto, che per il procuratore avrebbe violato l'art. 1 (lealtà). Per Pairetto, Governato è «un consulente del Brescia». Cosa non vera secondo il club, impegnato nel processo penale in corso a Napoli come parte civile, e in cerca quindi di un risarcimento danni. Ecco, l'avvocato Catalanotti ha interesse che neanche un'ombra resti sul Brescia e vuole contestare il «così fan tutti» delle difese di Moggi&Co. Ma, cosa che ha interesse più generale, chiede che quanto scritto da Palazzi diventi carta straccia. Si appella agli articoli 129 e 408 del codice di procedura penale: in sostanza, «è vincolante il precetto di dichiarare immediatamente l'esistenza di una causa di estinzione del fatto, e di astenersi da qualsivoglia attività di indagine e da qualsivoglia motivazione, soprattutto in malam partem, circa la sussistenza del fatto».
Insomma, non appena Palazzi avesse accertato la prescrizione, avrebbe dovuto «far cader la penna», per ragioni di «economia processuale» e per tutelare il diritto alla difesa. Altro che istruire un'indagine e scrivere giudizi di censura. Per questo Catalanotti chiede che si mantenga la prescrizione, ma vengano tolti i riferimenti ai comportamenti dei singoli e chiede che la formula usata da Palazzi «non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte» sia cambiata in «perché i fatti segnalati (...) ove anche costituissero condotte disciplinarmente rilevanti, sono prescritti». Se l'Alta Corte gli desse ragione, dai documenti ufficiali scomparirebbe ogni censura e ogni eventuale figuraccia.
Il club lombardo: «Se c'è prescrizione non si indaga»
MILANO - C'è chi contesta la fine perché ritiene che il Consiglio federale abbia mancato di assumersi una responsabilità politica, decidendo di non avere competenza a revocare lo scudetto 2006. Ma c'è anche chi contesta l'inizio di tutta questa storia. Il Brescia, attraverso il suo avvocato Bruno Catalanotti, se la prende infatti con l'indagine di Stefano Palazzi nata sulla base delle nuove intercettazioni: ecco, quell'indagine non sarebbe mai dovuta iniziare visto che i termini della prescrizione erano già scaduti quando il procuratore ha aperto il fascicolo. Si arriva persino a ipotizzare un «illecito disciplinare» per Palazzi.
Per questo il Brescia depositerà all'Alta corte di giustizia presso il Coni 42 pagine di una richiesta di annullamento del provvedimento di Palazzi - giudicato «abnorme» -, quello dove c'è scritto sì che i fatti che riguardano Facchetti, Moratti, altri 14 tesserati e 8 società sono archiviati per prescrizione, ma dove c'è anche una valutazione dettagliata nel merito (che rileva «illeciti») che non ci dovrebbe essere.
Ma che c'entra il Brescia? C'entra perché Palazzi si occupa anche di Nello Governato (ex giocatore e ex dirigente di Lazio, Bologna e Brescia) e di una sua telefonata a Pierluigi Pairetto, che per il procuratore avrebbe violato l'art. 1 (lealtà). Per Pairetto, Governato è «un consulente del Brescia». Cosa non vera secondo il club, impegnato nel processo penale in corso a Napoli come parte civile, e in cerca quindi di un risarcimento danni. Ecco, l'avvocato Catalanotti ha interesse che neanche un'ombra resti sul Brescia e vuole contestare il «così fan tutti» delle difese di Moggi&Co. Ma, cosa che ha interesse più generale, chiede che quanto scritto da Palazzi diventi carta straccia. Si appella agli articoli 129 e 408 del codice di procedura penale: in sostanza, «è vincolante il precetto di dichiarare immediatamente l'esistenza di una causa di estinzione del fatto, e di astenersi da qualsivoglia attività di indagine e da qualsivoglia motivazione, soprattutto in malam partem, circa la sussistenza del fatto».
Insomma, non appena Palazzi avesse accertato la prescrizione, avrebbe dovuto «far cader la penna», per ragioni di «economia processuale» e per tutelare il diritto alla difesa. Altro che istruire un'indagine e scrivere giudizi di censura. Per questo Catalanotti chiede che si mantenga la prescrizione, ma vengano tolti i riferimenti ai comportamenti dei singoli e chiede che la formula usata da Palazzi «non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte» sia cambiata in «perché i fatti segnalati (...) ove anche costituissero condotte disciplinarmente rilevanti, sono prescritti». Se l'Alta Corte gli desse ragione, dai documenti ufficiali scomparirebbe ogni censura e ogni eventuale figuraccia.
Inter antipatici ⚫️🔵⚫️🔵⚫️🔵
Sempre più INTERISTI e sempre più “nemici” …
Come numero di tifosi abbiamo superato il bilan e siamo diventati la squadra più antipatica , abbiamo sempre più avversari e questo ci fa onore ma ci deve insegnare che dobbiamo saperci difendere e non cadere nelle loro imboscate .
Ecco una serie di risultati di sondaggi sulle opinioni dei tifosi
Come numero di tifosi abbiamo superato il bilan e siamo diventati la squadra più antipatica , abbiamo sempre più avversari e questo ci fa onore ma ci deve insegnare che dobbiamo saperci difendere e non cadere nelle loro imboscate .
Ecco una serie di risultati di sondaggi sulle opinioni dei tifosi
Calciopoli....è colpa dell'Inter ahhhhhh
L’ultima Mistificazione Di Calciopoli
www.fabbricainter.com
Una clamorosa mistificazione, una incredibile e sfacciata mistificazione compiuta grazie alla connivenza di giornalisti servi e interessati non alla verità ma alla verità che piace al loro target di lettori.
L’ultima intercettazione scovata dal collegio difensivo di Luciano Moggi e che sarà prodotta in aula oggi a Napoli durante la nuova udienza penale del processo di Calciopoli non ribalta proprio nulla, ma anzi testimonia come Carraro, Bergamo, Pairetto e tutti gli squallidi personaggi di questa organizzazione a delinquere fosse abituata a tramare non solo per favorire la Juventus e le squadre amiche (e danneggiare quelle che non si piegavano), ma anche per incidere sull’elezione di presidenti di Lega, Federazione e arbitri.
Molti hanno fatto fatica a comprendere, o non hanno voluto farlo, che il sistema di potere ordito da chi governava la Juve con il beneplacito degli Agnelli (che sapevano cosa facevano gli stallieri ma chiudevano più di un occhio per poter vincere senza spendere un solo euro) si attivava quando serviva e prevedeva compensazioni ai rivali quando non erano più in condizione di dare fastidio ai bianconeri.
E così ecco che negli anni di Simoni e Cuper furono combinate le più orrende malefatte contro di noi perchè eravamo nella condizione di arrivare loro davanti, mentre in annate disgraziate per i colori nerazzurri si poteva benissimo fischiare qualcosa a nostro favore per garantirsi il voto ed il sostegno di Moratti nella corsa a designatore o presidente di Lega.
Qui siamo nel 2004 e l’Inter è già a meno 15 punti quando il derby d’Italia va in onda a San Siro. Quel che ci interessa è contestualizzare quelle telefonate, capire perchè Carraro chiede a Bergamo (che poi farà pressioni a Rodomonti senza confessare il vero motivo di quel che gli sta per dire) di non sbagliare almeno stavolta e come al solito a favore della Juve perchè c’è il rischio che vada in frantumi l’accordo tra le grandi sul doppio designatore e vengano vanificate le intese sotterranee per l’elezione del presidente di Lega.
Ora che conoscete meglio lo scenario in cui avvengono questi scambi di battute, potete leggere questi dialoghi in una ottica aderente alla realtà, senza che vengano interpretati come se nulla si conoscesse di quel che c’era dietro. E soprattutto chi.
Telefonata Carraro-Bergamo del 26 – 11- 2004 ore 18.23
Carraro: “Pronto?”.
Bergamo: “Sì dottore, buona sera, sono Bergamo. Mi dica…”.
Carraro: “Come sta?”.
Bergamo: “Bene, lei?”.
Carraro: “Bene. Chi c’è lì a …Juventus….”.
Bergamo: “Rodomonti. Inter-Juventus? Avevamo un sorteggio a cinque con cinque che potevano fare la partita: Collina, Bertini, Rodomonti, Farina e…il quinto era… comunque è stato sorteggiato Rodomonti”.
Carraro: “Mi raccomando, che non aiuti la Juventus per carità di Dio eh? Che è una partita delicatissima, in un momento delicatissimo, della Lega, eccetera…. Per carità di Dio, che non aiuti la Juventus. E faccia la partita onesta, per carità, ma che non faccia errori a favore della Juventus, per carità eh…”.
Bergamo: “No, no. Io, guardi, non ho ancora parlato con lui perchè ho finito l’aula cinque minuti fa e stavo prendendo un attimo fiato perchè ora faccio lezione con i primi e secondi anni. Però stia tranquillo che ci parlo domani ma… anzi domani mattina quando si allena, in maniera che gli rimanga fresco in testa”.
Carraro: “(Incomprensibile) deve fare la partita correttamente, ma che non faccia errori per carità a favore della Juventus perchè sennò sarebbe un disastro”.
Bergamo: “Sì”.
Carraro: “Va bene?”
Bergamo: “Comunque la Juventus è tantissimo che non la arbitra, dottore. Lo abbiamo messo proprio perchè sono due-tre anni, quindi, non…ecco, era uno di quelli che era stato lontano…”.
Carraro: “Però, guardi, a me non mi interessa, nel senso che, voglio dire….”
Bergamo: “Sì, sì, è domani che conta”
Carraro: “Cioè, se c’era Collina, se c’era Collina, anche se sbagliava, nessuno diceva un cazzo, ma….Rodomonti se sbaglia a favore della Juventus succede l’ira di Dio. Siccome poi c’è…. tra l’altro, tenga presente che si gioca domenica sera; lunedì c’è l’elezione della Lega eccetera, per cui sarebbe una roba disastrosa, insomma. Capito?”.
Bergamo: “E’ una mia preoccupazione domani parlarci, dottore”.
Carraro: “Va bene, mi raccomando, grazie. Arrivederci”.
Bergamo: “Bene, arrivederci”.
Telefonata Bergamo-Arbitro Pasquale Rodomonti DD.5205 ore 17.24 28-11-2004
Bergamo - Stai preparando bene la partita?
Rodomonti - Sì, sì, sì…
B. Hai visto qualcosa oggi mentre ti riposavi?
R. No, ho visto quasi niente…
B. Però, mi raccomando… Hai faticato tanto per arrivare lì… Per ritornarci, e quindi io mi aspetti, credimi, che tu non sbagli niente.
R. Mi fa immensamente piacere quello che hai detto, perché è la verità.
B. Oltretutto, c’è una differenza di 15 punti tra le due squadre, capito? Quindi anche psicologicamente preparatici bene.
R. Va’ bene, tranquillo…
B. Le fatiche che hai durato non le devi mettere in discussione, fa la tua partita, non ce n’è per nessuno, e, se ti dico proprio la mia, in questo momento, se hai un dubbio, pensa a chi è dietro piuttosto a chi è davanti, dammi retta!
R. Va bene, parola d’onore, va bene, sta tranquillo.
B. E’ una cosa che rimane tra me e te… Arrivare lassù lo sai quanto sia faticoso, e ritornare giù sarebbe per te proprio stupido. Fa la persona intelligente!
R. Perfetto, ho capito tutto!
B. La cosa rimane tra me e te, come mi auguro.
R. Vai tranquillo… No, no, tranquillo, io non parlo mai con gli altri di me.
B. Io ci conto, perché è soltanto una scelta per te, credimi, devi pensare a te stesso in questo momento.
SIMONE NICOLETTI
P.S.
La società Inter si sta muovendo nell’ombra con efficacia come dimostra il mancato pronunciamento del Consiglio Federale che temeva cause di risarcimento milionarie da parte di Moratti. Ma nel nostro Paese la verità che emerge dai processi condotti sui media è quella che gli ignoranti superficiali che popolano l’Italia considerano come reale.
Per la stragrande maggioranza dei tifosi non nerazzurri noi siamo colpevoli quanto o più della Juve.
Non perdonerò mai ai nostri dirigenti di non aver lottato fin dall’inizio per far emergere la verità processuale attraverso i propri canali di informazione,ufficiali e non.
Non essere mediatici ma concreti è una scelta con conseguenze ben più gravi rispetto a quella di un nuovo allenatore.
Tags: Calciopoli, Franco Carraro, Inter, Juventus, Luciano Moggi, Paolo Bergamo, Pasquale Rodomonti
http://www.fabbricainter.com/2011/09/27/lultima-mistificazione-di-calciopoli/?utm_source=twitterfeed&utm_medium=facebook&utm_campaign=fabbricainter
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Una clamorosa mistificazione, una incredibile e sfacciata mistificazione compiuta grazie alla connivenza di giornalisti servi e interessati non alla verità ma alla verità che piace al loro target di lettori.
L’ultima intercettazione scovata dal collegio difensivo di Luciano Moggi e che sarà prodotta in aula oggi a Napoli durante la nuova udienza penale del processo di Calciopoli non ribalta proprio nulla, ma anzi testimonia come Carraro, Bergamo, Pairetto e tutti gli squallidi personaggi di questa organizzazione a delinquere fosse abituata a tramare non solo per favorire la Juventus e le squadre amiche (e danneggiare quelle che non si piegavano), ma anche per incidere sull’elezione di presidenti di Lega, Federazione e arbitri.
Molti hanno fatto fatica a comprendere, o non hanno voluto farlo, che il sistema di potere ordito da chi governava la Juve con il beneplacito degli Agnelli (che sapevano cosa facevano gli stallieri ma chiudevano più di un occhio per poter vincere senza spendere un solo euro) si attivava quando serviva e prevedeva compensazioni ai rivali quando non erano più in condizione di dare fastidio ai bianconeri.
E così ecco che negli anni di Simoni e Cuper furono combinate le più orrende malefatte contro di noi perchè eravamo nella condizione di arrivare loro davanti, mentre in annate disgraziate per i colori nerazzurri si poteva benissimo fischiare qualcosa a nostro favore per garantirsi il voto ed il sostegno di Moratti nella corsa a designatore o presidente di Lega.
Qui siamo nel 2004 e l’Inter è già a meno 15 punti quando il derby d’Italia va in onda a San Siro. Quel che ci interessa è contestualizzare quelle telefonate, capire perchè Carraro chiede a Bergamo (che poi farà pressioni a Rodomonti senza confessare il vero motivo di quel che gli sta per dire) di non sbagliare almeno stavolta e come al solito a favore della Juve perchè c’è il rischio che vada in frantumi l’accordo tra le grandi sul doppio designatore e vengano vanificate le intese sotterranee per l’elezione del presidente di Lega.
Ora che conoscete meglio lo scenario in cui avvengono questi scambi di battute, potete leggere questi dialoghi in una ottica aderente alla realtà, senza che vengano interpretati come se nulla si conoscesse di quel che c’era dietro. E soprattutto chi.
Telefonata Carraro-Bergamo del 26 – 11- 2004 ore 18.23
Carraro: “Pronto?”.
Bergamo: “Sì dottore, buona sera, sono Bergamo. Mi dica…”.
Carraro: “Come sta?”.
Bergamo: “Bene, lei?”.
Carraro: “Bene. Chi c’è lì a …Juventus….”.
Bergamo: “Rodomonti. Inter-Juventus? Avevamo un sorteggio a cinque con cinque che potevano fare la partita: Collina, Bertini, Rodomonti, Farina e…il quinto era… comunque è stato sorteggiato Rodomonti”.
Carraro: “Mi raccomando, che non aiuti la Juventus per carità di Dio eh? Che è una partita delicatissima, in un momento delicatissimo, della Lega, eccetera…. Per carità di Dio, che non aiuti la Juventus. E faccia la partita onesta, per carità, ma che non faccia errori a favore della Juventus, per carità eh…”.
Bergamo: “No, no. Io, guardi, non ho ancora parlato con lui perchè ho finito l’aula cinque minuti fa e stavo prendendo un attimo fiato perchè ora faccio lezione con i primi e secondi anni. Però stia tranquillo che ci parlo domani ma… anzi domani mattina quando si allena, in maniera che gli rimanga fresco in testa”.
Carraro: “(Incomprensibile) deve fare la partita correttamente, ma che non faccia errori per carità a favore della Juventus perchè sennò sarebbe un disastro”.
Bergamo: “Sì”.
Carraro: “Va bene?”
Bergamo: “Comunque la Juventus è tantissimo che non la arbitra, dottore. Lo abbiamo messo proprio perchè sono due-tre anni, quindi, non…ecco, era uno di quelli che era stato lontano…”.
Carraro: “Però, guardi, a me non mi interessa, nel senso che, voglio dire….”
Bergamo: “Sì, sì, è domani che conta”
Carraro: “Cioè, se c’era Collina, se c’era Collina, anche se sbagliava, nessuno diceva un cazzo, ma….Rodomonti se sbaglia a favore della Juventus succede l’ira di Dio. Siccome poi c’è…. tra l’altro, tenga presente che si gioca domenica sera; lunedì c’è l’elezione della Lega eccetera, per cui sarebbe una roba disastrosa, insomma. Capito?”.
Bergamo: “E’ una mia preoccupazione domani parlarci, dottore”.
Carraro: “Va bene, mi raccomando, grazie. Arrivederci”.
Bergamo: “Bene, arrivederci”.
Telefonata Bergamo-Arbitro Pasquale Rodomonti DD.5205 ore 17.24 28-11-2004
Bergamo - Stai preparando bene la partita?
Rodomonti - Sì, sì, sì…
B. Hai visto qualcosa oggi mentre ti riposavi?
R. No, ho visto quasi niente…
B. Però, mi raccomando… Hai faticato tanto per arrivare lì… Per ritornarci, e quindi io mi aspetti, credimi, che tu non sbagli niente.
R. Mi fa immensamente piacere quello che hai detto, perché è la verità.
B. Oltretutto, c’è una differenza di 15 punti tra le due squadre, capito? Quindi anche psicologicamente preparatici bene.
R. Va’ bene, tranquillo…
B. Le fatiche che hai durato non le devi mettere in discussione, fa la tua partita, non ce n’è per nessuno, e, se ti dico proprio la mia, in questo momento, se hai un dubbio, pensa a chi è dietro piuttosto a chi è davanti, dammi retta!
R. Va bene, parola d’onore, va bene, sta tranquillo.
B. E’ una cosa che rimane tra me e te… Arrivare lassù lo sai quanto sia faticoso, e ritornare giù sarebbe per te proprio stupido. Fa la persona intelligente!
R. Perfetto, ho capito tutto!
B. La cosa rimane tra me e te, come mi auguro.
R. Vai tranquillo… No, no, tranquillo, io non parlo mai con gli altri di me.
B. Io ci conto, perché è soltanto una scelta per te, credimi, devi pensare a te stesso in questo momento.
SIMONE NICOLETTI
P.S.
La società Inter si sta muovendo nell’ombra con efficacia come dimostra il mancato pronunciamento del Consiglio Federale che temeva cause di risarcimento milionarie da parte di Moratti. Ma nel nostro Paese la verità che emerge dai processi condotti sui media è quella che gli ignoranti superficiali che popolano l’Italia considerano come reale.
Per la stragrande maggioranza dei tifosi non nerazzurri noi siamo colpevoli quanto o più della Juve.
Non perdonerò mai ai nostri dirigenti di non aver lottato fin dall’inizio per far emergere la verità processuale attraverso i propri canali di informazione,ufficiali e non.
Non essere mediatici ma concreti è una scelta con conseguenze ben più gravi rispetto a quella di un nuovo allenatore.
Tags: Calciopoli, Franco Carraro, Inter, Juventus, Luciano Moggi, Paolo Bergamo, Pasquale Rodomonti
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Ci fanno o ci sono?
Ci fanno o ci sono ?
Fonte: www.juventus.com
La sentenza odierna afferma la totale estraneità ai fatti contestati di Juventus, che presso il tribunale di Napoli era citata in giudizio come responsabile civile a titolo di responsabilità oggettiva ai sensi dell’articolo 2049 c.c. Tale decisione, assunta all’esito di un dibattimento approfondito e all’analisi di tutte le prove, stride con la realtà di una giustizia sportiva sommaria dalla quale Juventus è stata l'unica società gravemente colpita e l'unica a dover pagare con due titoli sottratti, dopo aver conseguito le vittorie sul campo, con una retrocessione e con relativi ingenti danni. Juventus proseguirà nelle sue battaglie legittime per ripristinare la parità di trattamento.
La somma degli anni e dei mesi di condanna degli imputati fa esattamente 29.
Aveva ragione andrea agnelli: sono sempre ventinove
"Condannato a 5 anni e 4 mesi Luciano Moggi (che ha avuto anche il Daspo e l'interdizione per i pubblici uffici) per "promozione della associazione a delinquere", insieme all'ex designatore Paolo Bergamo (3 anni e 8 mesi) e Innocenzo Mazzini (2 anni e 2 mesi). A Pairetto 1 anno e 11 mesi (senza la "promozione" dell'associazione). Condanne per "frode sportiva" anche per Andrea Della Valle e Lotito, entrambi a 1 anno e tre mesi. Meani 1 anno."
CI SONO !
Fonte: www.juventus.com
La sentenza odierna afferma la totale estraneità ai fatti contestati di Juventus, che presso il tribunale di Napoli era citata in giudizio come responsabile civile a titolo di responsabilità oggettiva ai sensi dell’articolo 2049 c.c. Tale decisione, assunta all’esito di un dibattimento approfondito e all’analisi di tutte le prove, stride con la realtà di una giustizia sportiva sommaria dalla quale Juventus è stata l'unica società gravemente colpita e l'unica a dover pagare con due titoli sottratti, dopo aver conseguito le vittorie sul campo, con una retrocessione e con relativi ingenti danni. Juventus proseguirà nelle sue battaglie legittime per ripristinare la parità di trattamento.
La somma degli anni e dei mesi di condanna degli imputati fa esattamente 29.
Aveva ragione andrea agnelli: sono sempre ventinove
"Condannato a 5 anni e 4 mesi Luciano Moggi (che ha avuto anche il Daspo e l'interdizione per i pubblici uffici) per "promozione della associazione a delinquere", insieme all'ex designatore Paolo Bergamo (3 anni e 8 mesi) e Innocenzo Mazzini (2 anni e 2 mesi). A Pairetto 1 anno e 11 mesi (senza la "promozione" dell'associazione). Condanne per "frode sportiva" anche per Andrea Della Valle e Lotito, entrambi a 1 anno e tre mesi. Meani 1 anno."
CI SONO !
Giocatori Genoa costretti a togliersi la maglia del club
COMPLICI
di settore.myblog.it
Il contrasto tra la settimana di lutto (quant'è bello andare ai funerali con i fumogeni) e il week-end di merda pura è quanto mai suggestivo. Il lutto corale (quant'è bello andare tutti insieme ai funerali, in fondo come fare una trasferta, però non si distruggono i treni) è durato molto poco e siamo tornati al letame ordinario tra partite sospese, cori antisemiti, sfottò e sputi. L'Italia del calcio è questa, quest'ultima intendo. Piangere un ragazzo di 25 anni che muore in campo è una cosa che viene di default, molto più facile - molto più autentica, automatica, molto più ovvia direi - che non mantenere la barra dritta in una domenica normale. E infatti è bastata una settimana, e oplà.
Gli ultrà di Genova non mi dicono niente di nuovo rispetto al passato. In ogni curva, fatta per la gran parte di gente normale, ci sono quei 50-100 facinorosi violenti e squisitamente fascisti che governano i pecoroni e fanno vibrare gli anfibi. No, non c'è nulla di nuovo. E anch'io non ho nulla di nuovo da dire rispetto a un pensiero che mantengo stabile nel tempo, e cioè che le curve le chiuderei. La parte sana delle curve non avrà difficoltà a resettarsi e risistemarsi. E la parte malsana vada a delinquere altrove o, come sarebbe giusto che fosse, a firmare i registri in questura. Sia pure con qualche progresso rispetto al passato, lo stadio continua a essere un ricettacolo di delinquenza vera o latente, che trova sfogo in episodi come quello di Genova: nel sentirsi padroni del gioco, dello stadio, del destino degli altri (i tifosotti). Violenti come i ragazzini che ci prendevano il pallone quando giocavamo al campetto e lo portavano via. Stessa cosa, con bicipiti più grossi e cervelli più deteriorati.
L'errore grave, madornale, insostenibile, schifoso lo hanno fatto piuttosto i giocatori del Genoa. Non è stata paura la loro, è stata connivenza, complicità. E' stata una resa incondizionata a tutto: alla ragione, alla passione, alla dignità. Non si calano le braghe di fronte a 50 avanzi di galera che in favore di telecamere e teleobiettivi (beh, se non emettono 50 Daspo stavolta...) decidono che il gioco è finito e vogliono che ti levi la maglia. La maglia, in questo ridicolo gioco del pallone, è forse una delle poche cose su cui val la pena spendere qualche sentimento vero. La maglia è la maglia. E' la giustificazione stessa, cari cagasotto del Genoa, delle vostre vite, dei vostri contratti, dei vostri lauti stipendi, della gente che vi viene a vedere. Che non sono solo i 50 galeotti a cui ubbidire come schiavetti al guinzaglio da sadomaso, ma è soprattutto gente normale, che ama il rosso e il blu come noi il nero e l'azzurro, e ha amato anche le peggiori ciofeche che hanno indossato quella maglia e quei colori, perchè è così, il calcio è questo, non puncicare il prossimo o spaccare i fanali delle macchine. Il calcio è anche perdere, è anche fare figure di palta, è anche finire in B o in C. Le vostre facce piagnucolose non se le ricorderà più nessuno, ma il Genoa resterà. Resteranno le bandiere rossoblu. Resterà la maglia, quella che vi siete tolti con un gesto che rimarrà nei secolo.
Togliersi la maglia è stato patteggiare - una volta di più - con il marcio del calcio. Non è ancora finito il tempo degli ultras che entrano negli spogliatoi, salgono sui pullman, si dimostrano - vergognosamente - voce in capitolo. Non è finito finchè c'è gente come i genoani di oggi, succubi e impauriti fino a togliersi la maglia - una cosa che dovrebbe essere stapata sulla pelle -, fino a fare quello che gli chiedono 50 facinorosi. Le società dovrebbero una volta per tutte scrollarsi di dosso questa gentaglia. Lo avrebbero dovuto fare, meglio. Da decenni.
Togliersi la maglia perchè te lo chiedono porta indietro di almeno un paio di lustri un faticoso processo. Come già con Italia-Serbia, a Genova è morto un pezzettino di calcio. Una specie di necrosi in un corpo che è vivo e vitale, finchè resiste, finchè resistiamo. Finchè magari un giorno a vedere queste bruttissime partite non andranno che i soliti 50, quelli che se schioccano un dito trovano qualche miliardario che piange e si toglie la maglia. Che vergogna ragazzi, che vergogna.
di settore.myblog.it
Il contrasto tra la settimana di lutto (quant'è bello andare ai funerali con i fumogeni) e il week-end di merda pura è quanto mai suggestivo. Il lutto corale (quant'è bello andare tutti insieme ai funerali, in fondo come fare una trasferta, però non si distruggono i treni) è durato molto poco e siamo tornati al letame ordinario tra partite sospese, cori antisemiti, sfottò e sputi. L'Italia del calcio è questa, quest'ultima intendo. Piangere un ragazzo di 25 anni che muore in campo è una cosa che viene di default, molto più facile - molto più autentica, automatica, molto più ovvia direi - che non mantenere la barra dritta in una domenica normale. E infatti è bastata una settimana, e oplà.
Gli ultrà di Genova non mi dicono niente di nuovo rispetto al passato. In ogni curva, fatta per la gran parte di gente normale, ci sono quei 50-100 facinorosi violenti e squisitamente fascisti che governano i pecoroni e fanno vibrare gli anfibi. No, non c'è nulla di nuovo. E anch'io non ho nulla di nuovo da dire rispetto a un pensiero che mantengo stabile nel tempo, e cioè che le curve le chiuderei. La parte sana delle curve non avrà difficoltà a resettarsi e risistemarsi. E la parte malsana vada a delinquere altrove o, come sarebbe giusto che fosse, a firmare i registri in questura. Sia pure con qualche progresso rispetto al passato, lo stadio continua a essere un ricettacolo di delinquenza vera o latente, che trova sfogo in episodi come quello di Genova: nel sentirsi padroni del gioco, dello stadio, del destino degli altri (i tifosotti). Violenti come i ragazzini che ci prendevano il pallone quando giocavamo al campetto e lo portavano via. Stessa cosa, con bicipiti più grossi e cervelli più deteriorati.
L'errore grave, madornale, insostenibile, schifoso lo hanno fatto piuttosto i giocatori del Genoa. Non è stata paura la loro, è stata connivenza, complicità. E' stata una resa incondizionata a tutto: alla ragione, alla passione, alla dignità. Non si calano le braghe di fronte a 50 avanzi di galera che in favore di telecamere e teleobiettivi (beh, se non emettono 50 Daspo stavolta...) decidono che il gioco è finito e vogliono che ti levi la maglia. La maglia, in questo ridicolo gioco del pallone, è forse una delle poche cose su cui val la pena spendere qualche sentimento vero. La maglia è la maglia. E' la giustificazione stessa, cari cagasotto del Genoa, delle vostre vite, dei vostri contratti, dei vostri lauti stipendi, della gente che vi viene a vedere. Che non sono solo i 50 galeotti a cui ubbidire come schiavetti al guinzaglio da sadomaso, ma è soprattutto gente normale, che ama il rosso e il blu come noi il nero e l'azzurro, e ha amato anche le peggiori ciofeche che hanno indossato quella maglia e quei colori, perchè è così, il calcio è questo, non puncicare il prossimo o spaccare i fanali delle macchine. Il calcio è anche perdere, è anche fare figure di palta, è anche finire in B o in C. Le vostre facce piagnucolose non se le ricorderà più nessuno, ma il Genoa resterà. Resteranno le bandiere rossoblu. Resterà la maglia, quella che vi siete tolti con un gesto che rimarrà nei secolo.
Togliersi la maglia è stato patteggiare - una volta di più - con il marcio del calcio. Non è ancora finito il tempo degli ultras che entrano negli spogliatoi, salgono sui pullman, si dimostrano - vergognosamente - voce in capitolo. Non è finito finchè c'è gente come i genoani di oggi, succubi e impauriti fino a togliersi la maglia - una cosa che dovrebbe essere stapata sulla pelle -, fino a fare quello che gli chiedono 50 facinorosi. Le società dovrebbero una volta per tutte scrollarsi di dosso questa gentaglia. Lo avrebbero dovuto fare, meglio. Da decenni.
Togliersi la maglia perchè te lo chiedono porta indietro di almeno un paio di lustri un faticoso processo. Come già con Italia-Serbia, a Genova è morto un pezzettino di calcio. Una specie di necrosi in un corpo che è vivo e vitale, finchè resiste, finchè resistiamo. Finchè magari un giorno a vedere queste bruttissime partite non andranno che i soliti 50, quelli che se schioccano un dito trovano qualche miliardario che piange e si toglie la maglia. Che vergogna ragazzi, che vergogna.
Calcio scommesse 5
DEFERITI calcioscommesse …
Antonio Conte deferito per DOPPIA omessa denuncia, Simone Pepe deferito per omessa denuncia, Leonardo Bonucci deferito per illecito sportivo .....
deferite a vario titolo Bari, Bologna, Lecce, Portogruaro, Sampdoria, Siena e Udinese per le gare Udinese-Bari (coinvolti Pepe e Bonucci), Cesena-Bari, Bari-Sampdoria, Palermo-Bari, Bari-Lecce, Bologna-Bari.
a meno che si venga assolti, la pena per OMESSA va da 6 mesi a 1 anno, per illecito da 3 anni a 5 anni il tutto salvo patteggiamenti ...il patteggiamento (sostanziale ammissione di colpa) prevede la riduzione di un terzo della pena
nella juve oltre a conte omessa denuncia anche per il vice di Conte, Angelo Alessio, il collaboratore tecnico Cristian Stellini
Con l’UDINESE deferita e possiamo supporre che nel prossimo ramo di inchiesta verranno deferiti anche LAZIO e NAPOLI in caso di probabile condanna toccherà l'UEFA, decidere se potranno partecipare alle sue competizioni .
Antonio Conte deferito per DOPPIA omessa denuncia, Simone Pepe deferito per omessa denuncia, Leonardo Bonucci deferito per illecito sportivo .....
deferite a vario titolo Bari, Bologna, Lecce, Portogruaro, Sampdoria, Siena e Udinese per le gare Udinese-Bari (coinvolti Pepe e Bonucci), Cesena-Bari, Bari-Sampdoria, Palermo-Bari, Bari-Lecce, Bologna-Bari.
a meno che si venga assolti, la pena per OMESSA va da 6 mesi a 1 anno, per illecito da 3 anni a 5 anni il tutto salvo patteggiamenti ...il patteggiamento (sostanziale ammissione di colpa) prevede la riduzione di un terzo della pena
nella juve oltre a conte omessa denuncia anche per il vice di Conte, Angelo Alessio, il collaboratore tecnico Cristian Stellini
Con l’UDINESE deferita e possiamo supporre che nel prossimo ramo di inchiesta verranno deferiti anche LAZIO e NAPOLI in caso di probabile condanna toccherà l'UEFA, decidere se potranno partecipare alle sue competizioni .
Julione
IL DISCORSO DI JULIO CESAR
''Questa sera il presidente Moratti mi ha dato la possibilità di salutare i tifosi per tutto quello che abbiamo passato insieme. Grazie Presidente! Grazie per quanto fatto in sei anni, ho preparato una lettera per voi, cercherò di non piangere...Sette anni fa è arrivato a Milano un ragazzo semplice e sconosciuto al calcio europeo, però ha raggiunto i suoi obiettivi: diventare un portiere rispettato e vincente. Con tanto entusiasmo sono stato accolto ed è iniziata la mia avventura. La prima volta che ho indossato la maglia dell'Inter ho capito quanti tifosi appassionati aveva e che potevo realizzare i miei sogni. Ho lavorato duro e quando ho giocato la prima da titolare sono rimasto sorpreso ma contento della fiducia di mister Mancini. Da allora i sogni sono cominciati a diventare realtà, subito lo Scudetto. A tavolino? Può darsi ma me lo tengo stretto, non siamo stati noi ad aver sbagliato...negli anni successivi non ci siamo più fermati: Supercoppe, Coppe Italia, Scudetti, la squadra voleva sempre di più per se stessa e per il Presidente. Giorno dopo giorno abbiamo iniziato a costruire una storia che rimarrà sempre nella mia memoria. Insieme ai miei compagni abbiamo fatto una cosa unica per tutti: la famosa tripletta. Dopo 45 anni l'Inter ha vinto la Champions, e quel ragazzo semplice e sconosciuto ha realizzato tutti i propri sogni, grazie a quella famiglia che si chiama Inter. Grazie al Presidente, ai compagni e a tutti voi, al vostro affetto, vi porterò sempre nel mio cuore.''
''Questa sera il presidente Moratti mi ha dato la possibilità di salutare i tifosi per tutto quello che abbiamo passato insieme. Grazie Presidente! Grazie per quanto fatto in sei anni, ho preparato una lettera per voi, cercherò di non piangere...Sette anni fa è arrivato a Milano un ragazzo semplice e sconosciuto al calcio europeo, però ha raggiunto i suoi obiettivi: diventare un portiere rispettato e vincente. Con tanto entusiasmo sono stato accolto ed è iniziata la mia avventura. La prima volta che ho indossato la maglia dell'Inter ho capito quanti tifosi appassionati aveva e che potevo realizzare i miei sogni. Ho lavorato duro e quando ho giocato la prima da titolare sono rimasto sorpreso ma contento della fiducia di mister Mancini. Da allora i sogni sono cominciati a diventare realtà, subito lo Scudetto. A tavolino? Può darsi ma me lo tengo stretto, non siamo stati noi ad aver sbagliato...negli anni successivi non ci siamo più fermati: Supercoppe, Coppe Italia, Scudetti, la squadra voleva sempre di più per se stessa e per il Presidente. Giorno dopo giorno abbiamo iniziato a costruire una storia che rimarrà sempre nella mia memoria. Insieme ai miei compagni abbiamo fatto una cosa unica per tutti: la famosa tripletta. Dopo 45 anni l'Inter ha vinto la Champions, e quel ragazzo semplice e sconosciuto ha realizzato tutti i propri sogni, grazie a quella famiglia che si chiama Inter. Grazie al Presidente, ai compagni e a tutti voi, al vostro affetto, vi porterò sempre nel mio cuore.''
Eccola qua la ju.e ahhhhh
Eccola qua la juve …
Se nel giro di un quarto d'ora si arrende Berlusconi e condannano Moggi, l'euforia - come dire? - rischia di prendere il totale sopravvento. La visione in streaming della giudicessa napoletana che ha letto venti minuti di sentenza con una cadenza alla "Natale in casa Cupiello" mi ha provocato una gioia interiore di quarto grado. Nel goderci questa tiepida serata con il 99 per cento di umidità ricordiamoci anche che questa è una sentenza di primo grado di un processo un po' così, un po' fuzzy, e che tra un annetto o due potremmo dover parlare di altro, tipo di quanto siamo pittoreschi bla bla bla. Del resto Amanda Knox nel giro di un tot di mesi è passata dalla modalità "troia americana drogata assassina" a "brava ragazza un po' sfortunata scusaci ti prego", e quindi occhei, brindiamo, anzi no, sbronziamoci, ma teniamo conto che forse un giorno (punto). Era importante che una sentenza di un certo tipo uscisse dal processo di Napoli, e che fosse stabilita l'esistenza di una associazione per delinquere. Ora le chiacchiere stanno a zero.
Stanno a zero tutte, ma non quelle della Juve. Mentre ancora le agenzie cercavano di mettere ordine alla sentenza-mitraglia di Pupella Maggio, la Juve pubblicava sul suo sito un comunicato già pronto d achissà quanto, sottoscritto da cda e avvocati e in attesa di un semplice clic. Penso ne esistessero due diverse versioni, a seconda del tipo di sentenza. Le due versioni probabilmente differivano per le prime e per le ultime righe, ma quelle centrali saranno state uguali. Assolvono tutti: la Juventus "dimostra la propria estraneità". Condannano tutti: la Juventus "dimostra la propria estraneità".
Eccola qua, la Juve.
E' la Juve che in campionato vince e si lamenta degli arbitri. E' la Juve che dopa i giocatori e scarica il medico. E' la Juve che manovra gli arbitri e disconosce direttore generale e amministratore delegato. E' la Juve.
Giraudo patteggia, Moggi (già condannato per violenza privata nel caso Gea) si becca 5 anni e 4 mesi, ma la Juve è "estranea". Come se l'attività per la quale Giraudo ha patteggiato (non è un'ammissione di colpa, va bene, ma un po' sì) e per la quale Moggi si è beccato una tranvata non riguardassero la Juventus. "Estranea". Minchia, che facce di bronzo. Va bene, in secondo grado - me lo vedo già - smusseranno, preciseranno, faranno di tutto per far cadere la cosa dell'associazione per delinquere, mi ci giocherei una birra media. Ma adesso c'è una sentenza che dice una cosa, una cosa ben precisa, e non puoi dire che sei estranea, cara (?) la mia Juve. Solo questo: lo so già che non ti arrenderai mai, Gobbona mia, se non altro per una questione di principio, una questione che validerai in eterno. Lo so. Ma so anche se si può stare zitti. Vabbe', si potrebbe.
L'arroganza di quel clic, di quel comunicato pubblicato mentre ancora Angela Luce stava sciorinando nomi e cifre, è insopportabile.
E' una notte di festa, ma anche amara. Torna in mente tutta la merda che ti hanno fatto mangiare, tornano in mente tutti i replay di Ronaldo abbattuto a Torino e a Verona, il 5 maggio, le ladrate, le umiliazioni, i cori, i risolini, le barzellette. Tutto questo non è agli atti di Napoli, ma nei nostri ricordi sì.
Se nel giro di un quarto d'ora si arrende Berlusconi e condannano Moggi, l'euforia - come dire? - rischia di prendere il totale sopravvento. La visione in streaming della giudicessa napoletana che ha letto venti minuti di sentenza con una cadenza alla "Natale in casa Cupiello" mi ha provocato una gioia interiore di quarto grado. Nel goderci questa tiepida serata con il 99 per cento di umidità ricordiamoci anche che questa è una sentenza di primo grado di un processo un po' così, un po' fuzzy, e che tra un annetto o due potremmo dover parlare di altro, tipo di quanto siamo pittoreschi bla bla bla. Del resto Amanda Knox nel giro di un tot di mesi è passata dalla modalità "troia americana drogata assassina" a "brava ragazza un po' sfortunata scusaci ti prego", e quindi occhei, brindiamo, anzi no, sbronziamoci, ma teniamo conto che forse un giorno (punto). Era importante che una sentenza di un certo tipo uscisse dal processo di Napoli, e che fosse stabilita l'esistenza di una associazione per delinquere. Ora le chiacchiere stanno a zero.
Stanno a zero tutte, ma non quelle della Juve. Mentre ancora le agenzie cercavano di mettere ordine alla sentenza-mitraglia di Pupella Maggio, la Juve pubblicava sul suo sito un comunicato già pronto d achissà quanto, sottoscritto da cda e avvocati e in attesa di un semplice clic. Penso ne esistessero due diverse versioni, a seconda del tipo di sentenza. Le due versioni probabilmente differivano per le prime e per le ultime righe, ma quelle centrali saranno state uguali. Assolvono tutti: la Juventus "dimostra la propria estraneità". Condannano tutti: la Juventus "dimostra la propria estraneità".
Eccola qua, la Juve.
E' la Juve che in campionato vince e si lamenta degli arbitri. E' la Juve che dopa i giocatori e scarica il medico. E' la Juve che manovra gli arbitri e disconosce direttore generale e amministratore delegato. E' la Juve.
Giraudo patteggia, Moggi (già condannato per violenza privata nel caso Gea) si becca 5 anni e 4 mesi, ma la Juve è "estranea". Come se l'attività per la quale Giraudo ha patteggiato (non è un'ammissione di colpa, va bene, ma un po' sì) e per la quale Moggi si è beccato una tranvata non riguardassero la Juventus. "Estranea". Minchia, che facce di bronzo. Va bene, in secondo grado - me lo vedo già - smusseranno, preciseranno, faranno di tutto per far cadere la cosa dell'associazione per delinquere, mi ci giocherei una birra media. Ma adesso c'è una sentenza che dice una cosa, una cosa ben precisa, e non puoi dire che sei estranea, cara (?) la mia Juve. Solo questo: lo so già che non ti arrenderai mai, Gobbona mia, se non altro per una questione di principio, una questione che validerai in eterno. Lo so. Ma so anche se si può stare zitti. Vabbe', si potrebbe.
L'arroganza di quel clic, di quel comunicato pubblicato mentre ancora Angela Luce stava sciorinando nomi e cifre, è insopportabile.
E' una notte di festa, ma anche amara. Torna in mente tutta la merda che ti hanno fatto mangiare, tornano in mente tutti i replay di Ronaldo abbattuto a Torino e a Verona, il 5 maggio, le ladrate, le umiliazioni, i cori, i risolini, le barzellette. Tutto questo non è agli atti di Napoli, ma nei nostri ricordi sì.
Susana werner ringrazia
una giornata in cui SUSANA ha voluto salutare noi interisti tramite twitter
ecco i suoi emozionanti tweet
@suwerner
GRAZIE SU
Ho sempre avuto un bellissimo rapporto con tutti in Italia. Ho amato l'Inter con tutto il mio cuore, era una parte di me, forse più di 50%.
Ho conosciuto dei locali speciali, il migliore cibo del mondo,oh la pasta! Il tiramisu, mamma mia!
La gelateria Marghera, la migliore in assoluto!!!
Non ho mai studiato l'italiano e forse mi pento di questo, una lingua bellissima!!!
Quanto siete belli, fashion! Non amo la moda, forse perché sono una brasiliana che ama la semplicità, ma ammiro i negozi...
Avevo l'intenzione di andare a vivere in centro, che spettacolo!però ho sempre scelto di stare vicino alla scuola dei miei figli.
Non ho mai parlato in tv della nostra vita privata, ho cercato l'anonimato qui, per tanti motivi: uno perché la mia carriera
È stata costruita a Rio de Janeiro e non qua, quindi non essendo italiana non mi permettevo di recitare in una soap opera ...
Ho accettato dopo tanti anni in Italia di fare una piccola partecipazione in un programma di ballo e certo mi sono divertita, niente calcio
Parlare di Julio, è come parlare della nostra vita privata, quindi ho evitato.
Lo amo e lo stimo tanto, è il marito che ho sempre sognato, ha un carattere bello, solare, honesto e sensibile ;-) l'uomo dei miei sogni
E per questo ho anche accettato cantare per lui il mio amore da "Chiambretti Night" che emozione!
Scusate il mio italiano, che ovviamente non sarà mai perfetto.
La Sardegna mi toglie il fiato! Splendida! Il mio rifugio favorito in Italia.
Vedere il Duomo da vicino è come sentire Dio che ti abbraccia. Li mi sento in paradiso.
Cosa dire del San Siro??? Trovare un appartamento da dove si poteva vedere lo stadio ... sono riuscita! Che sogno! Che orgoglio!
Provo dei sentimenti strani ora, mi viene da piangere come una bambina ma non so neanche il perché. Vedo dei messaggi che mi distruggono!
Messaggi che mi distrugge dentro di felicità! Siete sempre stati meravigliosi con me
Volevo dire grazie ma non riesco. Non riesco dire ciao a nessuno neanche quando torno dal Brasile per fare altre 6 mesi qui.
Sono cresciuta in un mezzo dove l'immagine è tutto, ma ho imparato anche a non dare importanza a l'immagine che creano di te.
Mi ricordo quando ero una ragazzina e lavoravo già in tv, avevo 17 anni,ero magrolina e mi dicevano che non potevo essere quella donna sexy
Che vedevano in tv. Cavolo come può una ragazzina di 17 anni essere una donna sexy? Ma è quello che vende, è quello che fanno di te ...
Le mie amiche hanno avuto 100 fidanzati io 3 e se mi vedessero con un quarto( parlo di 12 anni fa) sarei vista come ...
Sono una persona molto aperta, solare, mi piace salutare le persone, ma a 35 anni so scegliere bene chi entra a casa mia.
Ho die splendidi figli. Giulia è piccola e non capisce ancora che cosa è la vita e Cauet è un ragazzo che ama l'inter.
Pensa che non indossa la maglia del flamengo perché lo prendevano in giro...
Hahaha quante storie da ricordare. Io che non seguo il calcio e avevo deciso di fare la brava con voi tifosi hahaha vi devo raccontare una:
Una volta ero a fianco di un giocatore che parlava in portoghese con i tifosi che gli chiedevano l'autografo. Mi sono sentita male di non
Non averlo salutato. Dopo l'autografo io lo saluto con un "Oi" e gli chiedo se era il nuovo brasiliano della squadra hahaha lui mi risponde:
No!però parlo portoghese. Che figura! Volevo sparire, stavo già pensando alla sua moglie, una compagnia in Più per me a Milano hahaha
Mi sono scusata, mi sono alzata e detto: qualsiasi cosa che hai bisogno parli con Julio, mio marito. Dopo questo meglio continuare a vedere
Le partite da casa hahaha mi sono convinta. Li non era il mio posto. Come fa una moglie non urlare come un tifoso allo stadio?
Beh! Meglio a casa. Quindi mi scusate se non sono stata una brava tifosa, ma lo ero da casa mia.
Vi amo tifosi!!! Amo l'Inter e rimarrà nell mio cuore tutti questi anni e tutti i bei ricordi che mi avete proporzionato, Se si scrive così.
Un saluto con tutto il mio cuore, Su
Grazie Monica Volpi( adoro te e la tua famiglia), Grazie Bedi Moratti (meravigliosa) grazie "papà" Moratti(cosi eri menzionato a casa)...
Grazie anche a Marco Branca, che mi sta molto simpatico ed è sempre stato gentile ed educato con me allo stadio.
Basta, forse ho finito. Dopo 7 anni diventa difficile…sono tante persone da ringraziare.
Ora di pensare al futuro, che non ci aspetta. Here we go!!! So excited!!! Un mix di sensazioni.
Triste da una parte … felice da un'altra. Normale, meritiamo delle belle avventure.Dai! Si va avanti, coraggio e let's go!
vi devo fare vedere una cosa bellissima
Repliche dei trofei che sono arrivati a casa nostra...
Questa è la prima foto
E questa è la seconda foto, dedicata a voi
:-) belli vero?
Tutti i tifosi che entrano a casa mia impazziscono!!!
Ragazzi io volevo tanto fare una sorpresa a Julio ma non ci riesco. Mi viene da piangere tutto il tempo. Questa proposta è bella ma..
non ci riesco
Lui troverà la maniera di salutarvi...sono sicura
è solo che non posso parlare o decidere per lui. Parlo per me ma credo troverà un modo. Domani fine pomeriggio sarà a Milano e saprò ...
Ringrazio a skysport 24 che mi ha appena chiamato ma non mi va di parlare. Lo farà Julio.
hahaha la linguaccia! :-) matto. Era la foto di sfondo del mio cellulare.
ok una pausa. Devo fare un po di cose qua a casa. A domani.
Non so se Julio ha già firmato ... quindi domani nuovi capitoli. Baci a tutti
@suwerner
TUTTOINTER è anche su
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ecco i suoi emozionanti tweet
@suwerner
GRAZIE SU
Ho sempre avuto un bellissimo rapporto con tutti in Italia. Ho amato l'Inter con tutto il mio cuore, era una parte di me, forse più di 50%.
Ho conosciuto dei locali speciali, il migliore cibo del mondo,oh la pasta! Il tiramisu, mamma mia!
La gelateria Marghera, la migliore in assoluto!!!
Non ho mai studiato l'italiano e forse mi pento di questo, una lingua bellissima!!!
Quanto siete belli, fashion! Non amo la moda, forse perché sono una brasiliana che ama la semplicità, ma ammiro i negozi...
Avevo l'intenzione di andare a vivere in centro, che spettacolo!però ho sempre scelto di stare vicino alla scuola dei miei figli.
Non ho mai parlato in tv della nostra vita privata, ho cercato l'anonimato qui, per tanti motivi: uno perché la mia carriera
È stata costruita a Rio de Janeiro e non qua, quindi non essendo italiana non mi permettevo di recitare in una soap opera ...
Ho accettato dopo tanti anni in Italia di fare una piccola partecipazione in un programma di ballo e certo mi sono divertita, niente calcio
Parlare di Julio, è come parlare della nostra vita privata, quindi ho evitato.
Lo amo e lo stimo tanto, è il marito che ho sempre sognato, ha un carattere bello, solare, honesto e sensibile ;-) l'uomo dei miei sogni
E per questo ho anche accettato cantare per lui il mio amore da "Chiambretti Night" che emozione!
Scusate il mio italiano, che ovviamente non sarà mai perfetto.
La Sardegna mi toglie il fiato! Splendida! Il mio rifugio favorito in Italia.
Vedere il Duomo da vicino è come sentire Dio che ti abbraccia. Li mi sento in paradiso.
Cosa dire del San Siro??? Trovare un appartamento da dove si poteva vedere lo stadio ... sono riuscita! Che sogno! Che orgoglio!
Provo dei sentimenti strani ora, mi viene da piangere come una bambina ma non so neanche il perché. Vedo dei messaggi che mi distruggono!
Messaggi che mi distrugge dentro di felicità! Siete sempre stati meravigliosi con me
Volevo dire grazie ma non riesco. Non riesco dire ciao a nessuno neanche quando torno dal Brasile per fare altre 6 mesi qui.
Sono cresciuta in un mezzo dove l'immagine è tutto, ma ho imparato anche a non dare importanza a l'immagine che creano di te.
Mi ricordo quando ero una ragazzina e lavoravo già in tv, avevo 17 anni,ero magrolina e mi dicevano che non potevo essere quella donna sexy
Che vedevano in tv. Cavolo come può una ragazzina di 17 anni essere una donna sexy? Ma è quello che vende, è quello che fanno di te ...
Le mie amiche hanno avuto 100 fidanzati io 3 e se mi vedessero con un quarto( parlo di 12 anni fa) sarei vista come ...
Sono una persona molto aperta, solare, mi piace salutare le persone, ma a 35 anni so scegliere bene chi entra a casa mia.
Ho die splendidi figli. Giulia è piccola e non capisce ancora che cosa è la vita e Cauet è un ragazzo che ama l'inter.
Pensa che non indossa la maglia del flamengo perché lo prendevano in giro...
Hahaha quante storie da ricordare. Io che non seguo il calcio e avevo deciso di fare la brava con voi tifosi hahaha vi devo raccontare una:
Una volta ero a fianco di un giocatore che parlava in portoghese con i tifosi che gli chiedevano l'autografo. Mi sono sentita male di non
Non averlo salutato. Dopo l'autografo io lo saluto con un "Oi" e gli chiedo se era il nuovo brasiliano della squadra hahaha lui mi risponde:
No!però parlo portoghese. Che figura! Volevo sparire, stavo già pensando alla sua moglie, una compagnia in Più per me a Milano hahaha
Mi sono scusata, mi sono alzata e detto: qualsiasi cosa che hai bisogno parli con Julio, mio marito. Dopo questo meglio continuare a vedere
Le partite da casa hahaha mi sono convinta. Li non era il mio posto. Come fa una moglie non urlare come un tifoso allo stadio?
Beh! Meglio a casa. Quindi mi scusate se non sono stata una brava tifosa, ma lo ero da casa mia.
Vi amo tifosi!!! Amo l'Inter e rimarrà nell mio cuore tutti questi anni e tutti i bei ricordi che mi avete proporzionato, Se si scrive così.
Un saluto con tutto il mio cuore, Su
Grazie Monica Volpi( adoro te e la tua famiglia), Grazie Bedi Moratti (meravigliosa) grazie "papà" Moratti(cosi eri menzionato a casa)...
Grazie anche a Marco Branca, che mi sta molto simpatico ed è sempre stato gentile ed educato con me allo stadio.
Basta, forse ho finito. Dopo 7 anni diventa difficile…sono tante persone da ringraziare.
Ora di pensare al futuro, che non ci aspetta. Here we go!!! So excited!!! Un mix di sensazioni.
Triste da una parte … felice da un'altra. Normale, meritiamo delle belle avventure.Dai! Si va avanti, coraggio e let's go!
vi devo fare vedere una cosa bellissima
Repliche dei trofei che sono arrivati a casa nostra...
Questa è la prima foto
E questa è la seconda foto, dedicata a voi
:-) belli vero?
Tutti i tifosi che entrano a casa mia impazziscono!!!
Ragazzi io volevo tanto fare una sorpresa a Julio ma non ci riesco. Mi viene da piangere tutto il tempo. Questa proposta è bella ma..
non ci riesco
Lui troverà la maniera di salutarvi...sono sicura
è solo che non posso parlare o decidere per lui. Parlo per me ma credo troverà un modo. Domani fine pomeriggio sarà a Milano e saprò ...
Ringrazio a skysport 24 che mi ha appena chiamato ma non mi va di parlare. Lo farà Julio.
hahaha la linguaccia! :-) matto. Era la foto di sfondo del mio cellulare.
ok una pausa. Devo fare un po di cose qua a casa. A domani.
Non so se Julio ha già firmato ... quindi domani nuovi capitoli. Baci a tutti
@suwerner
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Julio foreverrrr
Un caro saluto a Julio, brasiliano nato per parare
Nuovi volti sono sbarcati in casa nerazzurra, professionisti con ottime carriere alle spalle, acquistati per rilanciare il club di Moratti, riportarlo in alto.
Si è parlato e i tifosi interisti sperano si continui a parlare positivamente, di acquisti importanti come lo sloveno Handanovic, i sudamericani Gargano e Palacio, ed il fantasista, genio e sregolatezza Antonio Cassano.
L'esordio stagionale nel preliminare di Europa League era stato positivo per quest'Inter che, ancora non poteva disporre in rosa, della grinta, determinazione, resistenza di Gargano: l'uomo dai sette polmoni; dell'estro fantasioso e delle prodezze di Cassano che porta con sé ed è inevitabile, assieme alla sua fantasia calcistica (qualità che in molti gli invidiano), il suo particolare carattere, sul quale si possono dare molti giudizi, etichettandolo come simpatico o irrispettoso, perlomeno in alcuni frangenti, oppure pazzo, la cosa certa è che possa rivelarsi difficile da gestire: è accaduto più di una volta, nessuno lo ha dimenticato.
I tifosi interisti devono sperare dimentichi le famose cassanate, si ricordi solo ed esclusivamente di giocare, vincere e farli sognare.
Da sogno è stata la partenza in campionato dei nerazzurri, vincenti tre a zero contro la neo promossa Pescara, con un Cassano utile all'armata di Stramaccioni: era dal 2006 che l'Inter non vinceva alla prima giornata.
L'inizio è buono, di gran lunga migliore di quello dei cugini rossoneri, ma i giochi sono appena iniziati e vedremo quando si faranno davvero duri chi riuscirà a giocare, ed avremo intere giornate per giudicare l'intera squadra milanese, le altre della A e le prestazioni dei vari acquisti interisti e non.
Non ci sarà più spazio per commentare le partite, esibizioni sul campo della saracinesca delle ultime stagioni nerazzurre, per anni uno dei migliori portieri al mondo, il migliore in Italia nelle annate trionfali, dei trionfi passando da Mancini a Mourinho.
Un altro fenomeno abbandona la serie A italiana, un brasiliano atipico, nato per parare anziché segnare: il Giulio Cesare nerazzurro, l'estremo difensore Julio Cesar.
Julio che sbarcherà a breve in Inghilterra al Queen Park Rangers, acquisto che pare una vera manna dal cielo per un club arrivato diciassettesimo nell'ultima Premier, riuscito ad assicurarselo con un contratto triennale.
Giocatore che merita come ultimo saluto, ultima riconoscenza, la standing ovation di un San Siro gremito.
Di portieri ce ne sono tanti, pochi arrivano ai livelli di Julio Cesar, una delle storiche casseforti nerazzurre assieme a Sarti, Zenga, Pagliuca e Toldo.
Nuovi volti sono sbarcati in casa nerazzurra, professionisti con ottime carriere alle spalle, acquistati per rilanciare il club di Moratti, riportarlo in alto.
Si è parlato e i tifosi interisti sperano si continui a parlare positivamente, di acquisti importanti come lo sloveno Handanovic, i sudamericani Gargano e Palacio, ed il fantasista, genio e sregolatezza Antonio Cassano.
L'esordio stagionale nel preliminare di Europa League era stato positivo per quest'Inter che, ancora non poteva disporre in rosa, della grinta, determinazione, resistenza di Gargano: l'uomo dai sette polmoni; dell'estro fantasioso e delle prodezze di Cassano che porta con sé ed è inevitabile, assieme alla sua fantasia calcistica (qualità che in molti gli invidiano), il suo particolare carattere, sul quale si possono dare molti giudizi, etichettandolo come simpatico o irrispettoso, perlomeno in alcuni frangenti, oppure pazzo, la cosa certa è che possa rivelarsi difficile da gestire: è accaduto più di una volta, nessuno lo ha dimenticato.
I tifosi interisti devono sperare dimentichi le famose cassanate, si ricordi solo ed esclusivamente di giocare, vincere e farli sognare.
Da sogno è stata la partenza in campionato dei nerazzurri, vincenti tre a zero contro la neo promossa Pescara, con un Cassano utile all'armata di Stramaccioni: era dal 2006 che l'Inter non vinceva alla prima giornata.
L'inizio è buono, di gran lunga migliore di quello dei cugini rossoneri, ma i giochi sono appena iniziati e vedremo quando si faranno davvero duri chi riuscirà a giocare, ed avremo intere giornate per giudicare l'intera squadra milanese, le altre della A e le prestazioni dei vari acquisti interisti e non.
Non ci sarà più spazio per commentare le partite, esibizioni sul campo della saracinesca delle ultime stagioni nerazzurre, per anni uno dei migliori portieri al mondo, il migliore in Italia nelle annate trionfali, dei trionfi passando da Mancini a Mourinho.
Un altro fenomeno abbandona la serie A italiana, un brasiliano atipico, nato per parare anziché segnare: il Giulio Cesare nerazzurro, l'estremo difensore Julio Cesar.
Julio che sbarcherà a breve in Inghilterra al Queen Park Rangers, acquisto che pare una vera manna dal cielo per un club arrivato diciassettesimo nell'ultima Premier, riuscito ad assicurarselo con un contratto triennale.
Giocatore che merita come ultimo saluto, ultima riconoscenza, la standing ovation di un San Siro gremito.
Di portieri ce ne sono tanti, pochi arrivano ai livelli di Julio Cesar, una delle storiche casseforti nerazzurre assieme a Sarti, Zenga, Pagliuca e Toldo.
Chi parte........Brasil
Ed un giorno tornerà ......partiremo felici come bambini......ma quel giorno ancora nn e' arrivato......Mara amore mio....grazie d'esistere!!!!!!!geazie per sopportarmi....alcune volte.....spesso direi sono Pesante rsssssss bju
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