martedì 26 gennaio 2016

I soliti Noti.....

Sequestri nella sede del Milan, coinvolte 64 persone tra dirigenti, calciatori e procuratori: indagati Galliani, De Laurentiis e Lotito, coinvolto anche Lavezzi ROMA - La Guardia di Finanza sta eseguendo un decreto di perquisizione e sequestro nei confronti di 64 persone tra cui massimi dirigenti, calciatori e procuratori di squadre di calcio di serie A e B. L'ipotesi di reato è evasione fiscale e false fatturazioni. L'inchiesta è condotta dai pm della procura di Napoli Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. Tra le decine di indagati nell'indagine della procura di Napoli, che ha portato al sequestro di beni per circa 12 milioni, ci sarebbero l'Ad del Milan Adriano Galliani, il numero uno della società partenopea Aurelio De Laurentiis, il presidente della Lazio Claudio Lotito, l'ex presidente e Ad della Juventus Jean Claude Blanc. Tra i calciatori, indagati anche il Pocho Lavezzi e l'ex Giocatore Crespo. Coinvolti, infine, diversi procuratori, tra cui Alessandro Moggi. La Guardia di Finanza si è presentata a Casa Milan alle 8.30 e sta acquisendo documenti. ALESSANDRO MOGGI - "Non ho mai eluso le norme del fisco e dello sport, ho sempre rispettato i miei obblighi di contribuente". È questa la linea difensiva che Alessandro Moggi, indagato dalla procura di Napoli per presunte evasioni fiscali, esprime in una dichiarazione all'Ansa. AURELIO DE LAURENTIIS - "Sono super tranquillo, è tutta fuffa". Così Aurelio De Laurentiis commenta le indagini avviate dalla procura di Napoli a carico di 64 persone per evasione fiscale e false fatturazioni, rispondendo alle domande dei cronisti a margine della presentazione, a Roma, del nuovo film di Carlo Verdone 'L'abbiamo fatta grossà. "È una notizia non commentabile, è una storia vecchia. Comunque - conclude De Laurentiis con una punta di ironia - sono anche cose che inventate voi giornalisti". SEQUESTRO DI 2 MILIONI A CRESPO - Circa 2 milioni a Hernan Crespo; oltre 1 milione ad Alessandro Moggi; 240 mila euro all'ad del Milan Adriano Galliani. Sono alcune delle cifre relative alle presunte evasioni fiscali contestate dalla procura di Napoli a dirigenti, calciatori e procuratori, per le quali il Gip del tribunale di Napoli Luisa Toscano ha disposto il sequestro in quanto considerate profitto di reato. Nel dettaglio tra i dirigenti sportivi sono attribuite evasioni per 64 mila euro al patron del Palermo Maurizio Zamparini; 69.720 euro al dirigente della Fiorentina Andrea Della Valle; 30 mila euro al presidente del Genoa Enrico Preziosi; 37.500 euro ciascuno agli ex dirigenti della Juventus Jean Claude Blanc e Alessio Secco; 28.600 euro a Claudio Lotito, patron della Lazio; 28.350 euro a Aldo Spinelli, presidente del Livorno; 8.321 euro ad Aurelio De Laurentiis, numero 1 del Napoli; 55.150 a Massimo Mezzaroma ex patron del Siena. Tra i calciatori oltre che per Crespo (1.965.797 euro) sequestri sono stati ordinati nei confronti di German Denis (321.068); Adrian Mutu (211.293); Ciro Immobile (106.898); Antonio Nocerino (422.117); Ignacio Fideleff (679.769); Ezequiel Lavezzi (394.454) e Diego Milito (721.040) tra gli altri. Per quanto concerne infine i procuratori sportivi oltre a Moggi (1.164.223), provvedimenti di sequestro sono stati emessi nei confronti degli agenti argentini Alejandro Mazzoni e Eduardo Rossetto per l'identica cifra di 709.630 euro; e inoltre di Fernando Hidalgo 1.244.487 e Leonardo Rodriguez (1.000.837). LIVORNO - In merito all'inchiesta sul calcio che ha coinvolto dirigenti, calciatori e procuratori di diverse società di A e B, il Livorno fa sapere di aver già sanato con l'Agenzia delle entrate la sua posizione riguardo alla procura di Tavano. A riferirlo la stessa società amaranto in una nota pubblicata oggi sul suo sito ufficiale: "In riferimento alle notizie di stampa uscite nella giornata odierna riguardanti la chiusura delle indagini della Procura di Napoli - si legge nella nota - l'As Livorno Calcio comunica che la posizione della società amaranto, attinente la procura del calciatore Tavano, è già stata sanata con l'Agenzia delle entrate di Livorno". TAVECCHIO NON COMMENTA - "Ho letto quello che avete letto voi e non posso fare commenti su cose che non conosco": così, a Potenza, il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, ha risposto a una domanda dei giornalisti sull'inchiesta "Fuorigioco" della Procura di Napoli. Stamani Tavecchio è a Potenza per partecipare all'inaugurazione della nuova sede del Comitato regionale lucano. MALAGÒ - "È fondamentale che tutto sia chiarito prima possibile, anche per fare in modo che gli attuali indagati non diventino dei colpevoli per l'opinione pubblica". Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a margine della giunta del Comitato olimpico svoltasi a Cortina, ha commentato la nuova indagine che scuote il mondo del calcio italiano. "Il mio invito è quello di non essere colpevolisti o giustizialisti - ha aggiunto Malagò -. Ogni indagine non fa bene, non è di certo una bella cosa, danneggia sicuramente l'immagine degli indagati e dello sport, ma non è detto che, alla fine, ci siano dei colpevoli: l'esito non è necessariamente negativo. Mi chiedo se si tratti della conclusione della vicenda già avviata nel 2012, su presunte anomalie nei contratti da parte di alcune società, oppure ci sia qualcosa di diverso. Questa nuova indagine ci ha colto alla sprovvista. Sta agendo la Guardia di finanza, proprio perché va fatta una analisi tecnica, va verificato se si tratta di un problema di carattere fiscale o altro. È chiaro che la notorietà di alcuni nomi comporta un clamore roboante". COMUNICATO MILAN - «Vicenda marginale enon fondata. La sua risoluzione tributaria e penale sarà una doverosa archiviazione». LA POSIZIONE DEL NAPOLI - "No comment" è la posizione del Napoli in merito all'inchiesta "Fuorigioco" della procura di Napoli. Contattato dall'ANSA, il capo della comunicazione del club di De Laurentiis ha spiegato che la società "non commenta le inchieste in corso" LOTITO - L'avvocato della Lazio, Gian Michele Gentile, in merito all'indagine della procura di Napoli, 'Operazione Fuorigioco', che vede tra gli indagati anche il presidente della Lazio, Claudio Lotito: «Ho parlato con Lotito, non ha ricevuto nessun atto dal quale risulta che è indagato. Nessun avviso di garanzia, niente. Ha saputo tutto dalle notizie di oggi. Se è indagato? La procura non se lo sarà inventato, ma ad oggi Lotito non ha avuto nessuna notifica di alcun atto. Non abbiamo nessun segnale di alcun tipo, se ci fosse stata una perquisizione Lotito me lo avrebbe detto». «La Lazio è certa di poter dimostrare agli inquirenti la piena regolarità del suo operato: il procuratore Alessandro Moggi ha agito su incarico della società, formalmente conferito, ed è stato retribuito attraverso bonifici bancari». È questo, in una dichiarazione all'Ansa, il senso della difesa della società biancoceleste, il cui presidente Claudio Lotito è stato indagato nell'ambito dell'inchiesta 'Fuorigioco'. EX DG BARI - "Sono sereno, avrò senza dubbio la possibilità di comprendere meglio la questione e dimostrare i fatti: in questa operazione non ho avuto alcuna parte". L'ex direttore generale del Bari Claudio Garzelli commenta così l'inchiesta su calcio e frodi fiscali che lo vede indagato per il trasferimento al club pugliese del centrocampista Matteo Paro dal Genoa. Attualmente è esperto per le licenze Uefa in un comitato di controllo della Figc. "L'ingaggio di Paro - spiega all'ANSA - è avvenuto in un periodo antecedente al mio arrivo al Bari. È una operazione che risale al campionato precedente. Come amministratore negli anni successivi, non ho cognizione degli effetti che abbia creato nella gestione del club". Garzelli risulta indagato insieme al procuratore Alessandro Moggi e all'ex ds del Bari Giorgio Perinetti. Dal 2010 al 2012 è stato direttore generale del Bari, al tempo di proprietà della famiglia Matarrese. L'INDAGINE - L'inchiesta che ha portato ai provvedimenti di oggi nasce con la Guardia di Finanza che nel 2012 nelle sedi del Napoli e della Figc acquisisce i contratti di Ezequiel Lavezzi, ceduto dal Napoli al Psg, e del quasi sconosciuto attaccante argentino Cristian Chavez. Partendo da quella attività, nove mesi dopo, i finanzieri si sono presentati nelle sedi di 41 società di serie A e B per acquisire ulteriore documentazione. Gli investigatori parlarono di un "fenomeno generalizzato" nel calcio italiano, vale a dire la "progressiva ed esasperata" lievitazione degli oneri relativi agli ingaggi dei calciatori. LA LISTA 8 PROCURATORI - Alessandro Moggi, Marco Sommella, Vincenzo Leonardi, Riccardo Calleri, Umberto Calaiò, Adrian Leonardo Rodriguez, Fernand Osvaldo Hidalgo, Alejandro Mazzoni, Edoardo Luis Rossetto. 37 DIRIGENTI SOCIETARI - Antonio e Luca Percassi, Claudio Garzelli, Giorgio Perinetti, Luigi Corioni, Gianluca Nani, Sergio Gasparin, Pietro Lo Monaco, Igor Campedelli, Maurizio Zamparini, Rino Foschi, Daniele Sebastiani, Andrea Della Valle, Pantaleo Corvino, Alessandro Zarbano, Enrico Preziosi, Luciano Cafaro, Jean Claude Blanc, Alessio Secco, Claudio Lotito, Marco Moschini, Renato Cipollini, Aldo Spinelli, Adriano Galliani, Aurelio De Laurentiis, Tommaso Ghirardi, Pietro Leonardi, Pasquale Foti, Edoardo Garrone, Umberto Marino, Massimo Mezzaroma, Roberto Zanzi, Giovanni Lombardi Stronati, Francesco Zanotti, Sergio Cassingena, Dario Caassingena, Massimo Masolo. 17 CALCIATORI - Gustavo Gerrman Denis, Juan Fernando Quintero, Adrian Mutu, Ciro Immobile, Matteo Paro, Hernan Crespo, Pasquale Foggia, Antonio Nocerino, Marek Jankulovski, Cristian Gabriel Chavez, Ignacio Fideleff, Ivan Ezequiel Lavezzi, Gabriel Paletta, Emanuele Calaiò, Cristian Molinaro, Pabon Rios, Diego Milito.