23 Marzo 1921, i comunisti si macchiarono di un mostruoso delitto: 21 morti e oltre 80 feriti gravi. I responsabili erano ben noti alle autorità nazionali e locali per la loro forte anarchia e incapacità nel rispetto delle regole e del buon senso che contraddistingue le comunità che, ieri come oggi, ci differenzia dalla cattiveria comunista. I responsabili sono: Ettore Aguggini, Giuseppe Boldrini e Giuseppe Mariani.
Mariani disse sulla strage:
«Quella sera il carico di esplosivo fu depositato al di fuori del teatro, con l’intenzione di colpire non il teatro quanto il soprastante albergo – che, secondo informazioni allora in possesso degli attentatori, serviva regolarmente da luogo di incontro tra Benito Mussolini ed il questore di Milano Gasti, entrambi acerrimi nemici degli anarchici e da questi ultimi odiati, in particolare, si credeva che proprio quella sera Gasti si dovesse trovare in quell’albergo.»
Alle 22.40, dopo il lungo trillo che finalmente annunciava l’inizio dello spettacolo, il folto pubblico prese posto e fu in quel momento che un bomba esplose frantumando la muratura e investendo le prime file degli spettatori e la buca dell’orchestra. Rimasero ferite circa 80 persone e 17 furono i morti, destinati a diventare 21 nelle ore successive. Le indagini furono immediatamente avviate e coordinate proprio dal questore Giovanni Gasti, presente in sala, indirizzandosi verso il giovane anarchico Antonio Pietropaolo, fuggito da una carrozza fermata al posto di blocco in corso Monforte, dove erano state ritrovate due rivoltelle e alcune bombe a mano, e catturato dopo un breve inseguimento.
Nel contempo, una squadra d’azione che si trovava nei paraggi, richiamata sul posto dal boato, decise un’immediata azione di rappresaglia che venne attuata contro la sede del giornale socialista Avanti!, in via San Gregorio, e dando alle fiamme la redazione del giornale anarchico Umanità Nova, in via Carlo Goldoni. Il processo contro gli attentatori anarchici ebbe inizio il 9 maggio 1922, avanti la Corte di Assise di piazza Fontana e nella stessa aula dove era stato processato Gaetano Bresci. Il 1º giugno fu pronunciata la sentenza che individuava come autori materiali della strage e condannava all’ergastolo il bergamasco Ettore Aguggini, di 19 anni, e i mantovani Giuseppe Mariani, di 23 anni, e Giuseppe Boldrini, di 28 anni, che si proclamerà sempre innocente. Gli altri 16 imputati, ritenuti complici, furono condannati a pene varianti tra i 15 e i 4 anni di carcere.
Le vittime:
Leontina Rossi, 5 anni
Rosa Passoni Nastri, 40 anni
Mosè Arbizzoni, 23 anni
Margherita Calabresi Leoni, 29 anni
Gemma Malatesta, 40 anni
Pietro Boni
Angelo Rastelli, 32 anni
Ernesto Troeschel
Vittoria Troeschel, 20 anni
Renzo Rosi, 17 anni
Giuseppe Maggi, 17 anni
Mario Tedeschi, 31 anni
Ettore Pecorara, 28 anni
Pietro Lazzari
Giuseppe Marano, 24 anni
Vitaliano Majocchi, 33 anni
Alessandro Lorenzi, 22 anni
Enrico Aldi, 24 anni
Salvatore Merrone, 50 anni
Gli anarco-comunisti protestavano per l’arresto del loro Enrico Malatesta. L’episodio suscita orrore nell’opinione pubblica italiana e straniera. Gli italiani dopo questo gesto pieno di odio si avvicinò, sempre di più, al giovanissimo movimento fascista di Benito Mussolini che, si candidava, ad essere l’unico movimento capace di bloccare il terrorismo rosso.
Mussolini sul Popolo d’Italia del 23 marzo: “E’ un gesto che riabilita le più selvagge tribù del deserto. L’eccidio di ieri sera solleverà una formidabile ondata di sdegno e di odio. L’attentato è stato non solo barbarico e crudelissimo, ma inutile e stupido.”
Il fascismo, era l’unica e l’ultima speranza per il popolo italiano.